ECCO COSA HA DETTO DIEGO ALLA FIORENTINA. RITORNO IN TEMPI BREVI E INVESTIMENTI SULLA SQUADRA IN ESTATE. ANDREA FORSE A FIRENZE PRIMA DELLA JUVE. CON LA FIESOLE NIENTE COMPROMESSI. MANCINI, L’ULTIMO ERRORE DI CORVINO
Diego Della Valle che ritorna a occuparsi di Fiorentina è la vera svolta che arriva dalla trasferta di Bologna, un qualcosa che va oltre i tre punti conquistati sul campo. Un segnale preciso, importante, da cogliere e da leggere.
La sensazione che il Grande Distacco degli imprenditori marchigiani sia finito è forte, palpabile. Non si sono mossi a caso, entrambi i fratelli, in una fredda sera d’inverno, con la neve. Il messaggio è chiaro e forte: la Fiorentina non è più in vendita, da oggi ricominciamo a occuparcene noi.
Avevamo scritto la settimana scorsa che la vergognosa sconfitta contro il Verona per Diego era stata come una sorta di schiaffo in faccia. Un brusco risveglio che l’ha fatto ragionare su quanto stava accadendo, sulla bontà o meno dei programmi del presente e del futuro, sulle situazioni e sugli uomini. Finalmente Diego è tornato a pensare alla Fiorentina come a una delle sue aziende e non a un qualcosa di astratto e lontano, da lasciare in mano a manager più o meno abili. La sua reazione è passata dall’idea di rilasciare un’intervista per spiegare il momento, al fare un comunicato, poi ha optato per la presenza fisica. Una presenza dal significato più forte di tante parole.
Sabato a Bologna, per la prima volta, Diego e Andrea hanno preso contatto con la nuova Fiorentina con Pioli, con i giocatori. Chi pensa a un intervento a gamba tesa, dai toni duri, minacciosi, dopo la sconfitta con il Verona, sbaglia di grosso. Diego ha motivato il gruppo, ha chiesto il massimo impegno, la concentrazione, questo sì, ma ha cercato soprattutto di dare un messaggio positivo: vogliamo rilanciare la Fiorentina e da voi ci aspettiamo molto.
E’ questa l’idea. Tornare a fare calcio. Tornare a investire nei modi giusti. Uscire da una situazione che non soddisfa nessuno e rischia di compromettere il rapporto con l’intera città e non soltanto con la curva Fiesole.
Diego ha voluto accompagnare Andrea che in un primo momento doveva andare solo nel ritiro della squadra, proprio per far capire che scendeva in campo tutta la famiglia. Compatta. Non solo una visita in un momento di emergenza, ma dettata dal momento di emergenza per guardare al futuro. E’ molto diverso.
E’ chiaro che Diego non sia soddisfatto di quanto accaduto negli ultimi mesi. La strategia di rientro non ha funzionato come si sperava e se i conti sono stati rimessi a posto, la squadra è troppo modesta rispetto alle aspettative e rispetto agli investimenti. Passare dal primo posto in classifica al dodicesimo in due anni appena, è un trauma sportivo indigeribile e incomprensibile.
Tutto questo è evidente, ma Diego ha dato ancora tempo a tutti per lavorare, crescere e maturare. I conti con tutti, nessuno escluso, si faranno a fine stagione, ma intanto fra un paio di mesi dovranno essere fatti dei piani tecnici chiari per capire su quali giocatori poter ancora contare e quali ruoli, invece, andare a rinforzare muovendosi per tempo e con rinnovato budget economico.
Nessuno pensi a una squadra da primi posti, la crescita sarà graduale, ma Diego ha in mente per la prossima stagione una formazione più simile a quella degli anni appena passati, in grado di competere e tornare in Europa, giocare bene e divertire.
E’ evidentissimo che il rapporto con la città, ma anche con le curve, passa soprattutto dalle prestazioni della squadra. Se la squadra funziona la positività si ritrova.
Il rilancio prevede anche la costruzione del centro sportivo per le giovanili e lo stadio, ma soprattutto il ritorno di Andrea Della Valle. I tempi non sono chiari, ma la strada è questa.
E’ assai probabile che anche prima della gara di venerdì con la Juventus il presidente onorario, senza clamore, in segreto, faccia visita alla squadra al centro sportivo o nel ritiro pre-partita. Più avanti tornerà anche allo stadio, tanto il rapporto negativo con la tifoseria della curva non lo cambia più nessuno. Andrea ha metabolizzato, forse è riuscito a capire che il calcio è anche questo. Domenica a Benevento è stato contestato De Laurentiis con il Napoli in testa alla classifica, è tutto dire.
La Fiorentina ha deciso di andare per la sua strada, chi vuole contestare ha il diritto di farlo. Punto. I tentativi per riallacciare un dialogo sono stati fatti e non hanno ottenuto risultati, a questo punto la diplomazia non ha più ragione di lavorare e di esistere. Anche questa vicenda degli striscioni è stato un segnale di lontananza chiarissimo. La Fiorentina ritiene di avere ottemperato a disposizioni che arrivano dall’osservatorio del Viminale, nessun intento censorio o discriminatorio. Fiorentina-Juventus è considerata gara ad altissimo rischio e come tale trattata dalla questura.
Ma quando i rapporti sono rotti tutto contribuisce ad allargare le incomprensioni.
Per fortuna, a rasserenare un minimo, è arrivata la vittoria di Bologna. Trascuro la prestazione e lo spettacolo basso, salvo l’impegno e Federico Chiesa. Ma domenica contava solo vincere. Con la Juve mi aspetto la rabbia, la concentrazione, l’atteggiamento visti con l’Inter. Mancherà di sicuro Laurini. Giocherei con il 3-5-2, con Chiesa e Simeone in attacco, tre centrali, Bruno Gaspar e Biraghi sugli esterni, ma lascio volentieri a Pioli….
Nel frattempo non è possibile non aggiungere un piccolo carico a due anni di mercati e di idee calcistiche sbagliate. Fa rabbia pensare che Mancini, il giovane difensore prodotto del vivaio viola, domenica titolare con l’Atalanta e autore del gol vittoria, sia stato liberato praticamente a zero da Corvino dopo due prestiti al Perugia. L’Atalanta l’ha preso al volo mentre per cercare un centrale la Fiorentina ha speso 8 milioni per Hugo, 5 per Milenkovic e 9 per Pezzella.