.

ECCO IL VERO BILANCIO CON TUTTI I NUMERI DEL MERCATO VIOLA: I DELLA VALLE NON HANNO TIRATO FUORI UN EURO. E CON LA VENDITA DEGLI ESUBERI POSSONO FARE ALTRI UTILI. CAMPAGNA ACQUISTI DA 6,5. ABBONAMENTI PER LA SQUADRA, NON PER LA PROPRIETÀ

di Enzo Bucchioni

Il campionato non si è fermato per la tragedia di Genova dimostrando ancora un volta una assoluta insensibilità e una paurosa lontananza dal Paese reale. I Della Valle, diamogliene atto, erano per lo stop, in certe situazioni non sono secondi a nessuno. 

Comunque la Fiorentina si è fermata per ovvie e giuste ragioni e il suo campionato comincerà soltanto domenica prossima con il Chievo. Se vogliamo parlare di calcio, una settimana in più per prepararsi, ma anche un handicap giocare domenica contro una squadra che ha già un ritmo-campionato maggiore. Pazienza, non si può aver paura di un Chievo che comunque con la Juve ha fatto una signora partita.

In attesa di calcio giocato, val la pena tornare al mercato chiuso venerdì scorso per un ultimo bilancio tecnico ed economico.

Dal punto di vista calcistico per me questo mercato vale 6,5 con punte di eccellenza assoluta (Lafont), ma troppi prestiti (Pjaca e Gerson su tutti) e un centrocampo pieno di scommesse. Ma ci tornerò più avanti.

Dal punto di vista economico i Della Valle non possono non essere soddisfatti dell’operato di Corvino che pur fra mille difficoltà e operazioni a volte improbabili e naif, ha comunque messo in piedi una squadra senza far spendere un euro alla proprietà. In fondo Corvino l’hanno preso proprio per questo, mica sono fessi. I conti prima di tutto, poi se viene fuori una squadra decente bene, altrimenti ciccia.

Facciamoli allora questi conti visto che ne sono usciti tanti e non tutti esatti, i trombettieri parlano di investimenti dei Dv e di un rosso di bilancio che in realtà non c’è, almeno per il mercato. 

La Fiorentina in questa sessione di campagna acquisti ha speso 44,10 milioni di euro e ne ha incassati 44,45, praticamente pareggio. Carta canta, dicevano i latini, alla faccia dei tesoretti, degli avanzi di bilancio, degli investimenti. Avanti con l’autogestione o meglio, con una proprietà che non vuole investire neppure un centesimo.

I conti depositati in Lega sono questi, implacabili.

ACQUISTI. Pezzella (9 milioni), Saponara (9), Lafont (8,5), Hancko (3,5), Norgaard (3,5), Pjaca (2 milioni per il prestito), Ceccherini (3), Biraghi (2), Laurini (1,6), Vlahovic (1,5), Mirallas (500mila prestito). Totale 44,10

CESSIONI. Kalinic (20 milioni), Babacar (9), Gaspar (4,5), Sanchez (4,45), Tomovic (2,5), Saponara ( 2 per il prestito), Rebic (2). Totale 44,45

Se poi da oggi fino al 31 di agosto Corvino riuscisse a vendere in Spagna, Francia, Germania o altri campionati con il mercato ancora aperto, i vari Eysseric, Thereau, Cristoforo, Maxi Oliveira, Zekhnini e compagnia (i famosi esuberi corviniani), anche quest’anno il mercato si chiuderebbe con una bella plusvalenza e un ulteriore abbassamento del monte-ingaggi.

Per carità, non sono certamente fra quelli che vogliono i Della Valle fuori da Firenze, ricordo che per anni hanno fatto bene calcio, ma chi parla di questo atteggiamento della proprietà come di una cosa ormai inaccettabile ha ragione

Non metti un euro, sei in perfetta sintonia con il fair play finanziario, possibile che ai Fratellini-Braccini non sia venuta neppure la voglia di regalare un colpo vero, finale, ai tifosi, alla città, come (ad esempio) ha fatto Cairo con Zaza e Soriano. Niente di niente, calma piatta. Avanti a spese zero e squadre piene di prestiti dalle grandi (Roma, Juve e non solo), o scommesse che se riescono bene, altrimenti pazienza. E’ questo il perché del disamore, è questo il distacco, è questa l’indifferenza che per molti tifosi è inaccettabile. La Fiorentina ridotta a un bilancio. Se il bilancio torna bene, altrimenti si taglia.

Questo è un calcio minore, per certi versi inaccettabile, per una piazza come Firenze che comunque ha grande voglia di Fiorentina e di pallone, scommette in un campionato divertente grazie a un trio d’attacco intrigante come Pjaca, Simeone e Chiesa. Gli abbonamenti hanno già sfondato quota 17mila, lontano dai 20 mila sperati dai Della Valle, ma comunque tanti.

E il rammarico è proprio questo, non gratificare una piazza come questa. Pensate cosa sarebbe Firenze e cosa potrebbe essere la Fiorentina se si facessero piani calcistici diversi e si ricominciasse a investire con oculatezza. Peccato.       

E nessuno venga a dire che i veri investimenti sono stati non vendere i gioielli, a cominciare da Chiesa. Dopo la svendita dell’anno scorso quest’anno non era necessario, ma li venderanno di sicuro l’anno prossimo e con i soldi ricavati faranno il mercato del 2019. Ormai è un film già visto.

Resta comunque una squadra che seppur lontana da quelle con Salah, Cuadrado, Rossi, Gomez, Pizarro, Borja Valero, Aquilani e compagnia, è di sicuro superiore a quella dell’anno scorso. Se le cose andranno come devono, sarà più facile lottare per il sesto-settimo posto anche se gli ultimi giorni i di mercato hanno visto Torino e Atalanta crescere notevolmente.

Come già detto, intriga un po’ tutti il trio d’attacco (Pjaca-Simeone-Chiesa). Il portierino Lafont sembra un predestinato e la difesa c’è. Ho qualche dubbio in mezzo al campo dove agli affidabili Veretout (ottimo) e Benassi, sono stati affiancati giocatori da scoprire come Norgaard o Edimilson che forse non valgono Dabo. E un Gerson da rilanciare. Serviva un leader che non è arrivato. Mancano anche i vice-Simeone e un vice-Lafont di esperienza, ma complessivamente la Fiorentina parte meglio dell’anno scorso, è tecnicamente molto più forte. E parte con due gare casalinghe, Chievo e Udinese, dalle quali trarre sei punti e tanto carburante per l’autostima.