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ECCO LE MOSSE DI SOUSA PER PROVARE L’IMPRESA A LONDRA. ADV VICINO ALLA SQUADRA, MA NON CI SARÀ. E NON TORNERA’ A FIRENZE A BREVE. QUELLI DEL BRACCINO LEGGANO I BILANCI. BADELJ RESTERÀ. OK IL CASO SEPE

di Enzo Bucchioni

I dieci giorni della Fiorentina: giovedì il Tottenham, poi Napoli a Firenze e il 4 marzo la Roma all’Olimpico. Dieci giorni per dare un senso definito e speriamo definitivo alla stagione. Ma se è vero che ogni partita fa storia a sé, ci sarà tempo per parlare di Napoli e Roma, l’evento adesso è il Tottenham.

Sfida difficilissima, ambiente straordinario, per chi ama il calcio una sfida di livello assoluto per la qualità tecnica e il gioco espresso dalle due squadre. Si sfidano la seconda della Premier e la terza della serie A, piatto ricchissimo.

In questo piatto si è già tuffato Paulo Sousa che conosce bene Londra e il calcio inglese (ha allenato il Qpr) e sta preparando mentalmente e tecnicamente la Fiorentina per fare l’impresa. Questa che è sicuramente una finale anticipata, all’andata è stata molto equilibrata, con un po’ di fortuna nel grande secondo tempo la squadra viola avrebbe potuto anche vincere. 

E’ ovvio che l’uno a uno rende ancora più complicato il ritorno, ma è altrettanto chiaro che, comunque, il Tottenham non è una squadra che per mentalità partirà per pareggiare zero a zero, risultato sufficiente per passare. Gli inglesi faranno la partita, attaccheranno come sempre soprattutto in casa, stando però attenti (grazie a Pochettino) a non scoprirsi. 

L’uno a uno dell’anno scorso non basterà alla Fiorentina, stavolta è obbligatorio vincere o pareggiare almeno per due a due. 

Che fare? Attaccare subito o aspettare lo sfogo del Tottenham? Mettere in campo una squadra più offensiva o più coperta?

Su questi interrogativi sta lavorando il tecnico analizzando anche le condizioni fisiche della rosa. L’idea di base è quella di non snaturare le caratteristiche della Fiorentina, di lavorare sui principi di gioco base come il possesso palla, la squadra corta e le verticalizzazioni. Questo gioco si può fare con elementi più offensivi come Ilicic , più duttili come Berna oppure con giocatori più esperti come Kuba. Credo che il dubbio, forse il più grande, sia proprio solo questo. 

L’impressione è che almeno  nove giocatori Sousa li abbia già scelti, vale a dire Tatarusanu, Tomovic, Gonzalo, Astori, Alonso, Vecino, Badelj, Borja Valero e Kalinic. Con Kuba a destra e Berna a sinistra nel tridente dietro a Kalinic (nel 4-2-3-1), di sicuro ci sarebbero più giocatori in grado di recuperare palla e contrattaccare. Berna però è apparso un po’ stanco contro l’Atalanta mentre Ilicic ha più esperienza internazionale. Kuba sicuramente da più equilibrio, alla fine il dubbio sarà proprio tra Berna e Ilicic. Mancano tre giorni per decidere.

A Londra ci saranno di Della Valle? Quasi impossibile. Sono le settimane della moda a Milano prima e a Parigi poi. Di sicuro saranno davanti a qualche maxischermo, ma giustamente vicini al loro core business che non è il calcio ma la moda. 

E allora mi chiedo, tornerà Adv al Franchi almeno lunedì con il Napoli? Risposta identica: difficile, quasi impossibile. Adv ha telefonato a Sousa per congratularsi dopo la vittoria con l’Atalanta, parla con Cognigni e Rogg, vuol sapere tutto, è in contatto costante, ma fino a quando non sarà ristabilito un clima sereno, il presidente onorario ha deciso di non tornare. 

Lo striscione contro Giani, uno dei paladini dei Della Valle, li ha portati lui a Firenze, ha gestito il difficilissimo passaggio dal fallimento alla resurrezione e sa quanto impegno abbiano messo e quanti sacrifici economici abbiano fatto, ha ulteriormente gelato il clima. 

Come tutte le ferite ha bisogno di tempo per rimarginare, nel frattempo qualche passo potrebbe essere mosso da entrambe le parti e soprattutto dalla tifoseria più serena, o meglio, meno contro. 

Il Partito del Braccino esiste, inutile snobbarlo. Per me non fa il bene della Fiorentina e parte da un presupposto sbagliato: i Della Valle non spendono. Per chi vuole, sono a disposizione i bilanci, può darci un’occhiata senza ascoltare il mio parere o quello di altri. In quattordici anni di Fiorentina i Della Valle hanno speso di tasca loro quasi trecento milioni di euro compresa quella ventina dell’attuale disavanzo. 

Potevano fare meglio? Potevano fare di più? Questi sono altri discorsi, qualsiasi argomentazione deve partire da dati di fatto: trecento milioni sono trecento milioni. Fare bene calcio, mantenere la squadra in alto, in una piazza come Firenzepoco remunerativa, oggi costringe a un costante disavanzo di bilancio e qualcuno (i Della Valle) deve ripianare. I discorsi stanno in poco posto.

Detto questo anche secondo me il mercato di gennaio poteva essere fatto meglio in tema difensore, la pista Lisandro doveva essere abbandonata prima, ma alla fine avete visto che giocatore è Tello e anche Zarate si è rivelato subito utile. Gli altri daranno una mano, speriamo anche Benalouane.

Detto questo e poi non lo dico più, la Fiorentina dovrà sforzarsi come non mai per comunicare meglio. Dove per comunicare non significa parlare, ma coltivare un rapporto con i tifosi e la città, accorciare le distanze, rimettere la Fiorentina al centro di Firenze. Penso che ci stiano lavorando, anzi, me lo auguro.

Nel frattempo uno dei procuratori della società che gestisce Badelj insiste. Se deve avere qualche residuo (forse non tutto dalla Fiorentina) della sua parcella per il passaggio del croato in viola, lo avrà. Gli ricordiamo solo che Badelj vuol restare a Firenze e che il contratto scade nel 2018 con opzione nel 2019. Per caso vuol tenere fermo il suo assistito per due anni? Ci pensi.

Per chiudere, ho apprezzato la linea dura su Sepe. Mi dispiace per lui, non lo conosco ma ho l’impressione di un buon ragazzo. Il problema è un altro, ha sbagliato gravemente e nel calcio ci sono delle regole che vanno rispettate. Per essere credibile un allenatore deve gestire un gruppo con serenità e fermezza come ha fatto Sousa, con la società alle spalle. E’ finito il tempo dei casi Montolivo e Neto, chi gioca nella Fiorentina deve essere parte integrante di un gruppo, solo così si può provare a vincere o a rimanere terzi in classifica. A proposito, risento parlare di scudetto dai soliti ondivaghi. State buoni. Il terzo posto lo firmerei subito.