ECCO TUTTI GLI ERRORI FATTI E COSA CAMBIARE PER TORNARE ALL’UNITÀ FRA TIFOSI, SQUADRA, ALLENATORE E SOCIETÀ. TUTTI ASSIEME CONTRO L’INTER, PASSO DECISIVO PER LA CHAMPIONS
Mi capita spesso, per lavoro, di frequentare Milano, Napoli e Roma, di partecipare a trasmissioni televisive e radiofoniche e la domanda che tutti mi fanno regolarmente è sempre la stessa: cosa succede a Firenze? E’ mai possibile che con la squadra al terzo posto ci siano malumori e contestazioni?
Conosco Firenze e l’ambiente viola, ci vivo da trent’anni, e le argomentazioni per rispondere non mi mancano, ma vedo comunque stupore nello sguardo dei miei interlocutori. Così la stessa domanda me la faccio e la faccio a tutti i tifosi che vogliono solo il bene della Fiorentina e non hanno pregiudizi, antipatie o posizioni precostituite. E’ mai possibile che non si riesca a godere e a sfruttare una situazione calcisticamente positiva e per certi versi esaltante come questa?
Io rispondo ancora una volta, per l’ennesima volta, con le parole di sempre. E’ il momento di riflettere, tutti devono fare un passo avanti o indietro a seconda dei casi, per risolvere problemi e incomprensioni. Proviamo a ripartire tutti uniti. Perché? Il motivo è molto semplice e perfino banale. In genere nel calcio, ma non solo, si costruisce qualcosa con il contributo di tutte le energie positive possibili. Con la negatività non si arriva da nessuna parte, si disperdono occasioni, si gettano opportunità.
Ecco, allora per cominciare mi rivolgo ai Della Valle. Tocca anche a loro di fare un esame profondo della situazione per capire dove intervenire una volta per tutte. Con serenità, senza pensare alle offese, agli striscioni, alle ingratitudini, ai conti, ai bilanci, al mercato, alle inutili polemiche di sempre.
Se una società che ha fatto bene, in certi momenti benissimo, ha investito, da tre anni raggiunge il quarto posto, ha i conti in regola e quest’anno lotta per la Champions dopo essere stata in testa per sei domeniche, spesso da sola, esprimendo un gran gioco e non riesce ad essere percepita da gran parte della tifoseria per quello che fa e per quello che è, qualcuno o qualcosa di sbagliato ci dovrà pur essere. Qualcosa da cambiare nel fare e nel dire in Fiorentina c’è sicuramente.
Se ogni volta l’allenatore, bravo o scacio che sia, riesce a diventare il vero protagonista della scena e a sfruttare a proprio vantaggio tutto quello che di buono fa la società Fiorentina, da Prandelli, passando per Montella, per finire a Sousa, mettendo spesso in cattiva luce il lavoro degli altri, non possono essere tutti gli allenatori brutti e cattivi, qualcosa di sbagliato, qualcosa da cambiare in società c’è di sicuro.
Ai Della Valle, abilissimi imprenditori, chiedo solo questo: valutate a fondo la situazione, trovate i punti deboli e intervenite. Non si può più andare avanti a periodiche picche e ripicche.
La Fiorentina, se non lo è già, ha tutto per diventare una società modello. Ha una proprietà economicamente forte, una squadra che da anni coniuga bel gioco e risultati superiori alle attese, una città straordinaria alle spalle e una tifoseria fantastica, presto (speriamo) avrà anche lo stadio, secondo me ci vuol poco per ricomporre il puzzle e rimettere tutte le caselle al loro posto per sfruttare fino in fondo tutte le potenzialità. Cosa fare?
Sono nel calcio da quarant’anni, qualche ideuzza l’avrei. Ma non voglio fare il presuntuoso, l’ambizione dei Della Valle deve essere quella di trasformare la Fiorentina in una società super organizzata come le loro aziende di altri settori, hanno manager capaci per pensare, cambiare e fare le cose giuste. Le facciano.
Mi permetto solo di sottolineare una cosa sola che mi sta a cuore. Da troppi anni questa società non riesce ad avere un cordone ombelicale vero e durevole con la città e con la tifoseria. Non parlo di quei pochi tifosi che contestano a prescindere, che non ragionano serenamente, ma del 99 per cento di una tifoseria sana e straordinariamente positiva.
Questo cordone ombelicale si può riaprire, la distanza va colmata. In poche parole, la Fiorentina non riesce a comunicare. E comunicare non vuol dire solo parlare, ma fare, lavorare, partecipare, anche sorridere se necessario.
I tifosi non sono clienti come è scappato detto una volta al presidente Cognigni detto "Manina Mozza", ma sono il core business per dirla con un termine alla moda. E anche Cognigni lo sa bene.
E allora il tifoso va reso sempre protagonista e partecipe, la Fiorentina è materialmente dei Della Valle, ma moralmente della città e della tifoseria.
Soltanto riattivando il cordone ombelicale si può ripristinare anche una comunicazione totale e diretta, rappresentata e rappresentativa, che non lasci spazi a personaggi di bassa lega che fomentano le polemiche per i loro interessi, a capipopolo improvvisati o ad allenatori che pensano solo alla loro carriera.
Comunicare significa anche spiegare e far accettare meglio certi errori o certe difficoltà come quelle del recente mercato, o esaltare ancora di più i successi ottenuti.
Quando c’è rapporto sano, diretto, quando si crea una base solida, quando c’è stima e comprensione reciproca e si vuole la stessa cosa, cioè il bene della Fiorentina, è più facile affrontare i momenti belli e quelli brutti tutti assieme. Tutti dalla stessa parte.
Quello che fa più male è la distanza percepita tra questa Fiorentina e l’ambiente, il riavvicinamento c’è solo in presenza di risultati e di imprese, non è durevole come dovrebbe.
Anche i tifosi, però, devono fare un profondo esame della situazione. Il tavolo va sgombrato da pregiudizi storici, da antipatie viscerali verso una proprietà non fiorentina. Soprattutto basta farsi strumentalizzare da allenatori di turno che se lavorano bene a Firenze lo fanno anche perché c’è una società forte (guardate Prandelli, non allena più. Guardate Montella alla Samp), o da falsi profeti in malafede.
Di sicuro i Della Valle possono fare meglio e l’ho detto. Di sicuro il mercato invernale non è stato il massimo e l’ho detto, ma guardate la classifica, guardatevi attorno nel panorama calcistico italiano e capirete che Firenze sta vivendo un momento estremamente positivo. E come tale va trattato e sfruttato.
Se poi qualcuno pensa che oggi, di questi tempi, sia possibile portare a Firenze una proprietà più solida, allora mi fermo. Ben venga.
Ma siccome ho forti dubbi (guardate Thohir, guardate mister Bee), secondo me non resta che percorrere la strada del chiarimento e del riavvicinamento. E se sono convinto che i tifosi sbaglino nel loro atteggiamento, sono altrettanto convinto che la parte più grossa spetti alla Fiorentina e l’ho detto.
Resta un ultimo step per trasformare una società, in una vera società di calcio dove il cuore, la passione, i sentimenti contano come i bilanci. E forse di più.
Questa è la settimana giusta per riaprire il dialogo e cominciare a ricompattarsi. Non sarà facile, ci vorrà tempo, ma le persone giuste e perbene non mancano, l’interesse della Fiorentina deve venire prima di tutto. A cominciare da domenica con l’Inter, partita chiave per la Champions.