EDOARDO TI VOGLIAMO UN GRAN BENE. ORA SEI UN FIGLIO DI FIRENZE. LA FELICITÀ SARÀ RIVEDERTI PRESTO IN CAMPO.UNA DOMANDA DALLA PARTE DEI CALCIATORI: NON È CHE FORSE SI GIOCA TROPPO?
Edoardo ti vogliamo un gran bene. E Firenze, come ti ha scritto la Fiesole a Careggi, è con te. Edoardo per quello che hai fatto fino ad oggi in campo, per come ti sei speso, senza tentennamenti, con quantità e qualità, meriti un posto di riguardo nella storia della Fiorentina. Per quello che ti è successo, in mezzo alla tua solita generosità, da ieri sei un figlio di Firenze. Perché quando si interpreta le partite come fai tu, raschiando il serbatoio e si rischia addirittura la vita, non ci sono discussioni: è giusto che tu sia patrimonio di Firenze. Siamo tutti in ansia per le tue condizioni, ma per fortuna i bollettini medici di Careggi sono rassicuranti. Ora aspettiamo i dati medici definitivi per tirare le conclusioni. Girano troppe teorie fondate sul nulla, mentre abbiamo bisogno di fatti per comprendere quello che ti è successo. La felicità sarà rivederti presto in campo, il resto non conta. Magari però una riflessione questa tua storia ce la propone: il mondo del calcio potrebbe farsi un bell’esame di coscienza e capire una volta per tutte che forse si sta giocando troppo. Si sfruttano i calciatori al massimo delle possibilità, atleti che vengono spremuti come un limone. A giugno ci sarà pure il Mondiale per club, giusto per non farsi mancare nulla. Saranno anche strapagati questi giocatori, ma non dimentichiamo mai che sono uomini con le loro fragilità. Non portiamoli allo strenuo delle forze.
Forza Edoardo. Daje, come dicono dove sei nato. Un battito di ciglia per farsi risucchiare dagli abissi del terrore. Bove a terra, immagini tremende. Edoardo che si inginocchia vicino alla panchina di Inzaghi, barcolla, si rialza, poi va giù. Un crollo che ha aperto la porta ai cattivi pensieri, i demoni del passato viola si sono ripresentati come una maledizione. Quando Bove al minuto 17 è caduto privo di sensi il Franchi è andato in apnea. Un panico silenzioso ha preso il sopravvento e la mente è corsa alle terribili sequenze del passato. Tutti speravano di non rivivere quei momenti drammatici che hanno purtroppo connotato la storia della Fiorentina. I tifosi sono rimasti inchiodati ai loro posti.
Un frangente simile si manifestò il 22 novembre del 1981 in Fiorentina-Genoa. Un’uscita spericolata del portiere Martina mise ko Giancarlo Antognoni che stramazzò al suolo in arresto cardio-circolatorio. Il ginocchio del rossoblu si era scontrato con il cranio del fuoriclasse viola. Un trauma violentissimo alla tempia, di rara intensità. Il massaggiatore della Fiorentina Ennio Raveggi e il capo dello staff medico genoano professor Alfonso Gatto, praticarono il primo soccorso. Raveggi rimise a posto la lingua di Antognoni che ostruiva la gola e praticò al calciatore viola la respirazione bocca a bocca. Furono 30 secondi interminabili, inquietanti. Poi Antognoni sistemato su una barella fu trasportato all’ospedale di Careggi. Lo speaker dell’allora Comunale diramò solo poche parole, ma rassicuranti, per avvertire i tifosi che Giancarlo era finalmente fuori pericolo. Nelle ore successive il mitico neurochirurgo, professor Pasquale Mennonna, intervenne sulla frattura restituendo Antognoni ad una vita normale in campo e fuori.
Destino feroce per Davide Astori. Nella notte del 4 marzo 2018, mentre dormiva con i compagni in hotel a Udine in attesa della gara del giorno dopo con i friulani, spirò nel sonno. Un’altra tragedia immane e inspiegabile. Davide è scolpito nei nostri cuori, al minuto 13 di ogni partita a Firenze un applauso lo ricorda. Nel 2024 la scomparsa del direttore generale Joe Barone lo scorso 19 marzo all’ospedale San Raffaele di Milano, dopo che 48 ore prima nel ritiro in provincia di Bergamo (un’altra notte maledetta…), in attesa di Atalanta-Fiorentina, era stato vittima di un terribile attacco di cuore. Firenze ha un carattere di acciaio. Come quello di Bove.