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ESTERNO: TENTATIVO PER ORSOLINI, BERARDI DIFFICILE… PLATA E MESSIAS ALTERNATIVE. AMRABAT HA RICHIESTE: PUO’ PARTIRE. GONZALEZ E VLAHOVIC GRAN COPPIA, IL TIMBRO DI ITALIANO SULLA FIORENTINA

di Mario Tenerani

Mancano 48 ore alla fine del mercato, è l’ultima chiamata per migliorare ciò che può essere migliorato, poi arrivederci a gennaio. Da quello che filtra Berardi è un sogno destinato a restare tale, trattasi di listino molto alto. Chissà, magari ci scappa la sorpresa positiva e Mimmo arriva, ma al momento non riusciamo a scorgere segnali positivi. Questa quiete intorno al giocatore del Sassuolo è strana. Potrebbe essere anche un’abile cortina alzata dai dirigenti viola per sparare il missile vincente al fotofinish, forse. Se fosse così l’applauso scatterebbe spontaneo e prolungato. Se alla Fiorentina ammirata col Torino si aggiungesse un Berardi d’annata il pranzo diventerebbe stellato. 

Stiamo ai fatti o alla cronaca. Soffia il venticello bolognese, Orsolini è un vecchio pallino della Fiorentina. Con poco più di 12/13  milioni si porta a casa, sperando di fare una buona operazione. Talento ok, ma discontinuo. Toccherebbe a Italiano trasformarlo in un giocatore dal rendimento costante e in alto. E’ l’esterno che manca al tecnico viola e che è stato chiesto alla fine del ritiro di Moena. 

Ci sono altri nomi sul taccuino e sono lì da tempo: Plata e Messias. Il primo è un ventenne di grandi speranze, Ecuador la provenienza, Sporting Lisbona la sua squadra. Ha ottime recensioni e non è poco. Il secondo è l’uomo arrivato tardi al grande calcio, ma che un anno fa ha impressionato la serie A giocando nel Crotone: Junior Messias, un funambolo che potrebbe incendiare i tifosi viola. Una scommessa? Fino ad un certo punto. L’alternativa finale sarebbe promuovere un giovane dalla Primavera tra quelli visti all’opera in Trentino. È solo un discorso di ambizioni, l’asticella del mercato è lo strumento più adatto a misurarle. 

Mancherebbe anche un vice Vlahovic: si è parlato del giallorosso Borja Mayoral, ma solo nel caso in cui partisse Kokorin. Già, ma ci sono richieste per il moscovita? Non risulta o forse se ci sono si trovano solo nel mercato di casa sua. La società ha voglia di insistere su Sasha che, per inciso, ha altri 3 anni di contratto a poco meno di 2 milioni netti a stagione. Darlo via senza averlo visto all’opera avrebbe il retrogusto della sconfitta, insomma dell’affare sbagliato nel gennaio scorso. Ma sarebbe un grande errore fare un ragionamento così: primo perché nel calcio sbagliano tutti, i più bravi sono coloro che sbagliano meno, nessuno è immune dall’errore. Secondo: prendere atto che un russo non è il massimo per il campionato italiano non sarebbe un peccato mortale. Per adesso, infatti, Kokorin ha le sembianze dell’oggetto misterioso. Non è un centravanti anche se nelle esercitazioni tattiche di Moena lui si è impegnato molto. Il calcio è bello perché ognuno ha ragione e le opinioni sono tutte valide, ma si fa fatica a considerarlo un numero nove. Probabilmente come seconda punta o esterno Sasha può dire la sua. Però intanto una vera e propria alternativa al sontuoso Vlahovic non esiste: vale la pena rischiare e affidare tutte le chance a Kokorin? Non sarebbe più saggio trovare un mestierante con scritto sulla carta di identità “professione centravanti”? Un esempio? Lapadula. Giusto per sentirsi più sicuri di fronte ad un raffreddore di Vlahovic. 

Chi ha mercato invece è Amrabat. Mister 20 milioni, quello che un anno fa era stato acquistato per volere del presidente Commisso e che anche per sfortuna non è riuscito a rendere al meglio - aveva la pubalgia e nessuno lo aveva detto -. Se lo cercano significa che è valido e al posto della Fiorentina ci penseremmo prima di lasciarlo partire anche se in mediana Italiano ha una certa abbondanza. Par di capire, anche se magari ci sbagliamo, che Duncan stia scalando la gerarchia delle preferenze. Italiano sembra che lo stimi e questo potrebbe allontanare Amrabat, altro muscolare. Napoli, Atalanta e Torino sono in fila per averlo. Nessun stupore se il 1 settembre il nazionale marocchino fosse altrove, ma solo in prestito. 

Il day after della vittoria sul Toro è stato bello perché i tifosi viola hanno assaporato quel retrogusto di bel calcio del quale avevano perso la percezione nelle ultime stagioni. Chi gioca bene spesso vince e questo si è verificato con il Torino: i granata non sono esistiti, certamente per colpe proprie, ma tanto per merito della Fiorentina che ha praticato una manovra davvero convincente. C’è tanto da lavorare, ma c’è già molto di Italiano in questa Fiorentina. Sentiamo il profumo dell’alba di una nuova stagione, un’annata all’insegna della soddisfazione e speriamo di grandi affermazioni sul campo. 

Fari su Gonzalez che sembra avere tutto: dribbling, velocità, resistenza, fase offensiva e difensiva, garra argentina, senso del gol e dell’assist. Grande acquisto, soldi spesi bene. Tanti? La qualità si paga e di sicuro non ci si rimette mai. Un insegnamento per le prossime operazioni di mercato della Fiorentina. 

Poi c’è Dusan. Il serbo è stato marcato in modo implacabile da Djidj eppure si è difeso e ha contrattaccato. Il coro per lui è stato bello così come il suo gesto a ricambiare l’affetto. Gran gol di testa, gran partita. Sono 18 centri stagionali come Messi, Levandowski e Haaland. E alla fine di dicembre manca ancora tanto… C’è il timbro di Italiano. Sempre all’attacco perché chi osa spesso vince.