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FIORENTINA AD ALTA INTENSITÀ, I VIOLA VIAGGIANO FORTE. LUCI SU JOVIC E MANDRAGORA. GOLLINI GIÀ DENTRO LA SQUADRA. PULGAR VERSO IL BRASILE: DODO SI AVVICINA A MOENA

di Mario Tenerani

E’ un peccato non seguire più dal vivo gli allenamenti della Fiorentina - come i cronisti erano abituati un tempo - perché si capirebbero tante cose in più. Resta la consolazione del ritiro estivo per radiografare lo stato di salute di una squadra, la sua capacità di apprendimento, il termometro della determinazione dei calciatori. 

Da anni non assistevamo ad una preparazione così intensa, sia nell’applicazione pratica delle richieste dell’allenatore, sia nella velocità prodotta durante l’allenamento. 

Il manico conta, eccome. 

Italiano è tarantolato, per certi aspetti ricorda il primo Sacchi e non è casuale che Arrigo nei giorni scorsi su La Gazzetta dello Sport ne abbia tessuto le lodi, invitando il mondo del calcio a tenere in debita considerazione la Fiorentina, nelle vesti di mina vagante. Italiano non è solo adrenalina, ma ne dà tanta. Allena con la voce, proverbiali i suo cazziatoni, ma anche col corpo. La sua mimica è fisiognomica, è una sorta di carta di identità. Quest’anno è facilitato dal lavoro fatto 12 mesi orsono: al netto dei tre nuovi che hanno implementato il suo gruppo, tutti conoscono il maestro. E’ bastato rimettere la spina nella presa e la Fiorentina si è accesa. 

E’ partita forte, per questo motivo e per altro. L’obiettivo del preliminare di Conference, la competitività aumentata nel gruppo, il famoso gioco delle coppie. Terracciano/ Gollini, Amrabat/Mandragora, Jovic/Cabral, tanto per restare ad alcuni esempi. E poi la voglia di stupire, da non sottovalutare. Chiunque segua un’esercitazione a Moena oppure una partitella si accorge di un’energia sconosciuta nei precedenti ritiri. Non si tratta di usare iperboli, registriamo solo quello che succede e traspare nel momento attuale. Ci sono i prodromi di una grande stagione anche se è tutto da verificare che questa si realizzi. Perché il campo poi è la cassazione, l’unico giudice. 

Luci accese su Jovic e Mandragora. Sembra che siano a Firenze da tanto. E poi i risvolti tecnici: il centravanti studia con la sua qualità i movimenti richiesti da Italiano. E’ la punta che serviva. 

L’ex granata ha giocate intelligenti e di cachemere. Il suo modo di verticalizzare, vedendo lo sviluppo dell’azione in anticipo, può diventare un’arma importante per Italiano. Vale lo stesso per Gollini: si è presentato bene, con la sua voglia di Champions. Molto reattivo nelle palle basse, deve sicuramente migliorare con i piedi, ma imparerà presto. Il suo allenatore, Angelo Porracchio, lavora benissimo, in profondità e di solito migliora il materiale umano che gli affidano. 

Tra i pretoriani di Italiano prendiamo Saponara: non abbiamo bisogno di scoprirlo, ma la Fiorentina, sulla spinta dell’allenatore, ha fatto una buona mossa nel rinnovargli il contratto. Anche perché altrimenti sarebbe finito alla Lazio, Sarri lo aveva cercato. Riccardo è un suo antico pupillo. Invece Saponara anche in questa stagione si metterà a disposizione dei viola con classe ed esperienza. 

La prossima settimana potrebbe iniziare con l’arrivo di Dodò a Moena: ormai si attende solo che venga liberata una casella in rosa di extracomunitario. Pulgar, infatti, è indirizzato al Flamengo. Il Brasile dovrebbe essere il suo nuovo palcoscenico. Se Dodò riuscisse a farsi la seconda parte del ritiro sarebbe un’altra accelerazione per Italiano. In attesa, poi, di scoprire un nuovo centrocampista. Perché in quella direzione sembra muoversi la Fiorentina. Vogliamo immaginare che alla fine sarà davvero un grande colpo. Quello che potrebbe regalare un’annata diversa e formidabile alla Fiorentina.