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FIORENTINA, CERCASI SERENITÀ PER CONTROLLARE UN FINALE DELICATO. IL PRESENTE DA GESTIRE, UN FUTURO DA INVENTARE

di Mario Tenerani

Di cosa avrebbe bisogno la Fiorentina? Un po’ di serenità. Momento non felice, si percepisce il fastidio di una stagione che scivola tra le dita come fosse sabbia. Insoddisfatta la società, deluso l’allenatore, insufficiente la squadra, inferociti i tifosi. Ritrovarsi a metà marzo a pensare alla prossima stagione è triste come un tramonto tra le ciminiere. Quando accade c’è qualcosa di profondamente sbagliato nella fabbricazione dell’annata, ci sono spunti in abbondanza per aprire un dibattito feroce a fine percorso. 

Eppure non sarebbe finita: mancano 10 giornate alla fine, poco meno di un terzo di campionato, oltre una semifinale, ormai ‘cult’, di Coppa Italia. Sono rari come i panda quelli che sperano ancora nell’Europa via classifica, ma ciò non giustifica la resa. Mai più partite come quelle di Cagliari, sono ingiustificabili. Si può perdere, sì, però con modalità diverse. Questa 10 tappe vanno vissute in modo costruttivo, provando a racimolare più punti possibili, sforzandosi di giocare a calcio, lottando su ogni zolla. Probabilmente servirà a poco perché ci sono formazioni più attrezzate della Fiorentina per quel tipo di traguardo, ma provarci è indiscutibilmente un dovere. Non fosse altro per coloro che in casa e trasferta ci credono sempre. Allenarsi bene in campionato può servire ad affrontare con qualche speranza in più la semifinale di ritorno a Bergamo. Pronostico in salita per i viola, ma mancando un mese alla sfida può ancora accadere di tutto. Se poi anche la Coppa Italia dovesse evaporare, si potrebbero aprire ufficialmente i processi, ma solo allora e non prima. 

Il finale di stagione si mostra molto delicato, occorre una protezione particolare alla Fiorentina. Intanto evitare ulteriori polemiche, l’invito al silenzio giunto da più parti, è un invito a praticare la saggezza. Vietato sbagliare. Non è uno spot banale, è la verità. Nessuno può più commettere errori: società, allenatore e squadra. Pesare i pensieri, smorzare i toni, cercare serenità da dare al gruppo. La sintesi potrebbe essere la seguente: gestire il presente per inventarsi un futuro. 

La sensazione è che l’oggi sia legato al domani da un’incertezza di fondo. Che farà la Fiorentina? Resterà Chiesa? Si alzerà un po’ il monte ingaggi? Aumenteranno i ricavi? Plusvalenza farà finalmente rima con risultato sportivo oppure i due elementi come rette parallele non si incontreranno mai?

Queste le domande che accendono la perplessità in una tifoseria disorientata. Tocca al club trovare le risposte convincenti. Nel frattempo gestendo il presente. Il calcio regala spesso capovolgenti di fronte, quello che sembrava impossibile diventa possibile. Per questo una squadra deve crederci sempre, anche per una questione di mentalità. 

Un passo per volta fino alla semifinale poi si vedrà. 

Serve serenità, giusto, ma anche si attendono pure idee brillanti per inventarsi un futuro che oggi, francamente, non sembra esaltante.