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FIORENTINA, COME E' DURA CRESCERE. UN'ALTRA OCCASIONE PERSA. SERVE IL CINISMO DEI FORTI

di Mario Tenerani

Peccato, un gol sbagliato a porta libera. La sconfitta di Udine porta con se questo retrogusto al fiele. Il tonfo del Napoli in casa autorizzava i viola a sognare una classifica più corta e migliore, ma i sogni si avverano quando te li vai a cercare. La stagione è fatta di occasioni favorevoli, la grande squadra le deve cogliere come ciliegie. E siccome una tira l'altra, il paniere si riempie, fino ad ottenere un risultato... 
La Fiorentina si è impegnata come sempre: nel primo tempo poi ha creato 4 limpide occasioni e le ha fallite col braccino del tennista pavido, incapace di chiudere il punto decisivo. Per la cronaca c'era un rigore per i viola - Danilo sgambetta Rossi -, ma stavolta l'episodio negativo non incide profondamente sullo sviluppo della gara. Perché se nel primo tempo la Fiorentina poteva almeno consolarsi con la fertilità del gioco, nella ripresa non ha fatto un tiro in porta. Mentre ne hanno fatto parecchi i friulani e se non ci fosse stato un super Neto, saremmo a raccontare una Caporetto viola. 
La somma dei due tempi viola, dà un risultato incontrovertibile: la Fiorentina a Udine non ha tirato fuori la giusta cattiveria agonistica, quel cinismo volano di conquista di grandi traguardi. I viola si sono specchiati spesso nella loro conclamata bellezza e dopo si sono intestarditi nel giocare una partita di singoli - lo ha detto Montella e siamo pienamente d'accordo col tecnico -, alla ricerca di un percorso sbagliato e anche a loro sconosciuto. La presunzione, insomma, ha lasciato il campo alla mancanza di lucidità: un combinato disposto che ha prodotto effetti nefasti. 
Certo, anche Montella ha sbagliato qualcosa (ha ammesso pure questo): magari inserendo Ilicic come esterno e lo sloveno non ama quella posizione. Matos avrebbe fatto comodo prima o meglio ancora di Vargas, già in gol due volte quest'anno. Ma il fatto che Montella abbia mosso critiche ben precise ai suoi uomini, spiega come loro in partita abbiamo fatto poco o niente di ciò che lui avesse chiesto. Montella potrebbe spiegare un concetto meglio di altri: da giocatore è stato un centravanti sontuoso, opportunista e di gran classe. Uno che sapeva leggere in anticipo le dinamiche di un'azione. Coniugava bellezza e praticità.
Questo è lo scatto che dovrà fare la sua squadra. Non c'è più tempo per rimandare gli appuntamenti, il momento di crescere è ora, certamente non in un domani troppo lontano. 
Allora coraggio: un dribbling in meno e una legnata in più, verso la porta, possibilmente nello specchio. Ma non in quello dove ci si guarda...  

Mario Tenerani

Il giornale