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FIORENTINA COSÌ NON VA: UN ALTRO TONFO. SQUADRA INCOMPLETA: GIOCA SOLO UN TEMPO. PER QUANTO FA VEDERE MERITA L’OTTAVO POSTO. IL RISCHIO E’ FINIRE NELLA FASCIA MEDIOCRITA’

di Mario Tenerani

Due sconfitte in pochi giorni spiegano molto sul momento della Fiorentina. La prima addirittura è maturata a Marassi contro una squadra che ieri sera ne ha prese 4 dal Palermo… Sembra incredibile, ma è così. Un tonfo all’Olimpico era da mettere in preventivo, ma il particolare che forse contraddistingue in negativo il cammino della Fiorentina, resta la predisposizione a regalare agli avversari porzioni più o meno ampie di gara. A Roma i viola hanno deciso di non giocare il primo tempo, lasciando alla Lazio campo, gioco, agonismo, duelli in mezzi al campo e anche due gol, per inciso. Senza dimenticare che la Lazio prima del vantaggio ha fabbricato altre due chances per segnare.  

In questa frazione la forza della Lazio rispetto alla Fiorentina è apparsa netta: i movimenti dei centrocampisti di Inzaghi, la sincronia dell’attacco e la solidità della difesa, sono stati la dimostrazione di un gruppo che va in campo con un gioco ben codificato. Tello, Ilicic, Bernardeschi e Kalinic tutti insieme forse sono un lusso per i viola: nel mezzo servono equilibri diversi. E probabilmente occorrerebbe un maggior furore agonistico. Come attenuante non generica, possiamo dire che Borja Valero è indispensabile nel cuore delle operazioni e un regista difensivo come Gonzalo quando manca la sua assenza fa rumore. Tello, adesso, è un problema: lo spagnolo, seppur protagonista nell’azione del gol di Zarate, ha fatto troppo poco e ha perso molti palloni. Il più velenoso è quello che ha consentito a Milinkovic Savic di entrare nell’area viola e di trovare il rigore su fallo di Tomovic.

Se Tello è questo, meglio Chiesa. La sua energia è bella e poi francamente è uno dei pochissimi viola a saper battere i calci d’angolo: in occasione del gol annullato a Sanchez, Chiesa aveva scaraventato una sassata ad effetto in area avversaria. Nella ripresa Sousa ha riaggiustato la squadra, inserendo Cristoforo un elemento che dovrebbe trovare più spazio e proprio lui dopo 90 secondi si è procurato un rigore che Ilicic ha fallito (dopo aver già sbagliato quello col Milan al Franchi). Sousa ha fatto bene a far entrare presto Zarate: l’ex laziale dona sempre qualche spunto positivo, a Roma anche un gol. L’errore della Lazio è stato fermarsi, mentre la Fiorentina per mezz’ora è sembrata trasformata, ma quando ti complichi la vita così tanto in principio sei costretto a rincorrere e se ti sbilanci poi ti infilzano. Così la Lazio ha fatto il tris con Radu, un contropiede bruciante forse cominciato con un fallo su Zarate.  

Non ci siamo. Questa Fiorentina è incompleta. Non ha continuità e quindi non acquista qualità. Per quanto ha fatto vedere fino ad oggi in campionato e anche al cospetto di una squadra migliore come la Lazio, merita l’ottavo posto. I viola purtroppo non lanciano segnali di ripresa in chiave sesto posto. Al momento immaginare la Fiorentina in zona Europa League, è davvero una impresa. Eppure Sousa deve scuotere questo gruppo, provando a inventarsi soluzioni che possano rilanciare in qualche modo la Fiorentina. Siamo solo alla sosta di Natale, manca solo una partita durissima da affrontare: al Franchi giovedì arriverà il Napoli. Il rischio è di trasformare questa stagione nella palude della mediocrità. In mezzo a chi lotta per l’Europa e a chi per non retrocedere. Firenze ama i colori forti, col grigio proprio non va d’accorso. Vale anche per la società che a gennaio dovrà fare uno sforzo trovando il coraggio di salutare quei giocatori non all’altezza di questo campionato e contestualmente prenderne altri, in grado di irrobustire il telaio. Sì, uno sforzo da parte di tutti.