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FIORENTINA-EMPOLI SARÀ LA PARTITA PER BOVE. IL GRUPPO PIÙ UNITO CHE MAI HA IL DOVERE (E IL PIACERE) DI GIOCARE ANCHE PER LUI. IMPOSSIBILE E INUTILE FARE PREVISIONI SUL RIENTRO, MA DOPO LA PAURA CONTA SOLO RIVEDERE IL SUO SORRISO

di Lorenzo Di Benedetto

Sono stati attimi drammatici, inutile nascondersi. La memoria è andata indietro, le domande che ci siamo fatti al 17' di Fiorentina-Inter sono state simili per tutti i cuori viola: "Perché? Perché ancora a noi? Perché dobbiamo vivere ancora una cosa del genere?". Ma la paura si è presto trasformata, fortunatamente, in un sospiro di sollievo. Perché Edoardo Bove, dopo tutto quello che è successo nella serata di domenica, è tornato a parlare, con tutti coloro che non lo hanno mai lasciato solo, è tornato a sorridere, e ha convinto i suoi compagni, parlando con loro, a tornare subito al lavoro, per preparare la partita di oggi contro l'Empoli. Già, si torna subito in campo, ancora una volta al Franchi, e a differenza del passato, con le ferite che sappiamo bene essere ancora aperte, il fischio d'inizio della gara di Coppa Italia chiuderà un discorso iniziato quanto tutti speravano di poter vivere una serata magica, quella che era iniziata con una Fiorentina in palla, pronta ad affrontare i campioni d'Italia alla pari. Ci sarà tempo per tornare a pensare al match con i nerazzurri, adesso l'obiettivo è quello di fare un regalo proprio a Bove.

La partita per Edoardo.
La gara contro l'Empoli sarà speciale, nessuno lo nasconde, e il pensiero andrà inevitabilmente a Careggi dove il centrocampista arrivato dalla Roma in estate sarà incollato davanti alla tv per fare il tifo per il gruppo che lo ha prima difeso e poi supportato, ora dopo ora. Servirà un regalo per Bove, fatto da un gruppo che se prima di domenica dava l'impressione di essere forte adesso ha dimostrato di essere qualcosa in più e siamo certi che da questa disavventura (fortunatamente possiamo chiamarla "semplicemente" così) verrà fuori qualcosa di straordinario. Da Dodo in poi tutti hanno la voglia di vincere per Edoardo, come se fosse un dovere, ma che in realtà sarà solo e soltanto un piacere. Chiunque andrà in campo metterà il 100% di se stesso per Bove, questo è poco ma sicuro, e la chiusura del cerchio arriverà con una dedica tanto scontata quanto bellissima, in attesa di notizie che ci diranno se e quando ci sarà la possibilità di rivedere il numero 4 in campo.

Nessuna previsione.
La paura è passata, questo lo abbiamo detto e non smetteremo di ripeterlo per farci tornare il sorriso ogni volta che ci pensiamo, ma adesso la parola d'ordine è 'pazienza'. Serve tempo, serve, appunto, pazienza, per sapere quello che ne sarà del futuro da calciatore di Edoardo Bove. In giro si sente e si legge di tutto, ma la realtà è che fino a quando non verranno stabilite le cause che hanno portato a quella caduta sul campo che ha messo una paura tremenda a tutti, non ci saranno certezze. Tornerà in campo? Lo farà in Italia? Giocherà in questa stagione? Servirà altro tempo? Tutte domande, lecite, ma che non hanno risposta. Non è importante saperlo adesso, la cosa che conta è rivedere il sorrido di Edoardo che, a prescindere dai responsi medici, presto tornerà al Franchi, anche se non con maglia e pantaloncini. Quel giorno, dove tutti rivedremo Bove al centro del campo a prendersi un lunghissimo applauso, sarà indimenticabile e solo successivamente il pensiero andrà al resto. La speranza di riabbracciarlo anche da giocatore della Fiorentina è dentro a tutti noi, ma non è la cosa fondamentale. Perché dopo tanta paura Firenze ha meritato una buona notizia, che è arrivata. Tutto il resto non conta.