.

FIORENTINA, LA QUALITÀ (NON DA TUTTI) DI SAPER CONVIVERE CON I PROPRI LIMITI. NAPOLI, UNO SNODO DA CHAMPIONS IN UN MOMENTO POSITIVO. IL JACK DI ITALIANO E QUEL NICO COME MAI PRIMA D’ORA

di Luca Cilli

Sottolineare gli sbagli e gli errori commessi dalla Fiorentina in Conference League contro il Ferencvaros è solamente una ripetizione di argomenti e problemi che ci sono da tempo e che non sono mai spariti. E probabilmente almeno nel breve periodo non verranno risolti. Le criticità più evidenti in sede di mercato la società in estate non le ha sapute risolvere tanto che la difesa resta e resterà (in attesa di correttivi) il punto debole di una formazione che subisce reti in maniera regolare anche da avversari molto modesti. Scene viste e riviste in Europa come in campionato, e che a volte costano punti (pesanti) e partite. Ma se da un lato ci sono dei limiti oggettivi, dall’altra parte della medaglia sono evidenti le qualità di una squadra che mentalmente è decisamente forte. Le versioni più belle della Fiorentina si sono viste quando è stata con le spalle al muro, senza vie di fuga, con due sole opzioni: o risorgere o sprofondare nell’anonimato. È accaduto nei momenti critici della scorsa annata, così come nel 2-2 in rimonta con il Ferencvaros oltre che dopo la sconfitta bruttissima di Milano contro l’Inter. Da lì in poi una bella risalita: il successo contro l’Atalanta, i 7 punti conquistati fra Udinese, Frosinone e Cagliari. Potevano essere 9 a dir la verità, vedi i soliti difetti che sono costati 2 punti contro la squadra di Di Francesco, ma la tabella di marcia è stata comunque rispettata. Tanto che alla sfida al Napoli campione d’Italia la Fiorentina arriva con una serie di risultati utili di fila, alcune consapevolezze in più e la voglia di giocarsela senza troppi timori reverenziali per cercare di rendere ancora più appariscente una classifica che oggettivamente è diventata parecchio interessante.

E decisivamente significative sono state le ultime indicazioni che sono arrivate da alcuni singoli. Finalmente Nzola è riuscito a segnare il suo primo gol togliendosi un bel peso dalla testa, Barak sta ritrovando sia la brillantezza fisica che quelle giocate che lo rendono un calciatore utilissimo specie in alcuni frangenti delle partite, e Bonaventura un leader maximo. Va detto che uno dei grandi meriti di Italiano è stato quello di aver rilanciato l’ex Milan e Atalanta, ma soprattutto di avergli saputo cucire addosso un ruolo ad hoc che di fatto gli ha permesso di vivere una seconda giovinezza calcistica. La convocazione nell’Italia di Spalletti è il giusto riconoscimento per la grande stagione fin qui disputata.

Nico Gonzalez merita un capitolo a parte. Finalmente senza problemi fisici e con la voglia di migliorarsi costantemente sta dimostrando con i fatti partita dopo partita di essere un giocatore sopra la media e in grado di fare la differenza. Di spostare gli equilibri, come si dice adesso. Gli sposta in effetti gli equilibri Nico Gonzalez, e ci sta riuscendo sia nella Fiorentina che nell’Argentina. Riuscire a lasciare il segno anche a Napoli, nello stadio di Diego Armando Maradona, sarebbe il massimo e un ulteriore personalissimo step in avanti.