FIORENTINA-LAZIO: BILANCI SIMILI MA RISULTATI DIVERSI
La stagione della Fiorentina, dopo la discreta precedente conclusasi con la qualificazione alla Conference League, non sta rispettando le aspettative e le dichiarazioni d'intenti esternate la scorsa estate da parte di giocatori e dirigenti gigliati. 10 punti in 11 gare sono il modesto bottino dei viola, frutto di 2 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte.
Gli unici due successi, ad oggi, sono avvenuti con Cremonese e Verona, squadre rispettivamente in ultima e penultima posizione in graduatoria. Classifica che per la Fiorentina è ben lontana dalla sua tradizione: i gigliati occupano il quattordicesimo posto.
Una delle batoste più recenti è stato lo 0 a 4 rimediato in casa dalla Lazio, squadra che per tradizione e risorse non si discosta dal Club di viale Fanti, ma che da tempo ottiene costantemente risultati migliori.
Per gli amanti delle giustificazioni facciamo un paragone sui numeri di Fiorentina e Lazio confrontandoli con le sentenze del campo.
Il punto di partenza è l'analisi degli ultimi bilanci societari disponibili, quelli relativi alla stagione sportiva 2020-2021, che vede un “valore della produzione” praticamente identico: 164 milioni di ricavi per la Lazio di Lotito e 160 per la Fiorentina di Commisso. Tali valori, per entrambi i Club, sono decisamente alti rispetto ai precedenti esercizi, poiché nei rispettivi esercizi hanno influito il prolungamento della stagione sportiva 2019/2020, con le gare recuperate a causa dello stop per covid dopo la chiusura degli bilanci precedenti, ed il conseguente trascinamento di ricavi da sponsorizzazioni e diritti televisivi.
Il valore della produzione dei biancocelesti è stato determinato, tra l'altro, da oltre 50 milioni di euro percepiti dai diritti TV per la partecipazione alla Champions League, mentre i viola hanno ottenuto introiti simili ai capitolini grazie ai circa 40 milioni di sponsorizzazione che Mediacom (Società di proprietà di Commisso) ha erogato.
Ma se si osserva l'ammontare dei diritti TV per la partecipazione al Campionato di Serie A si scopre che la Lazio supera la Fiorentina grazie ai risultati ottenuti nelle stagioni immediatamente antecedenti il bilancio 2020-21. La quota determinata dalla “storia” del Club, invece, vede i viola leggermente avanti (rammentiamo ai lettori che nella classifica perpetua della Serie A la Fiorentina occupa il quinto posto e la Lazio il sesto). La stagione 2015-16 è l'ultima nella quale i viola si sono piazzati davanti ai biancocelesti, nelle successive il Club di Lotito ha sempre fatto meglio e a parte nel 2018-19 ha sempre conquistato una qualificazione alle coppe europee.
Senza la sponsorizzazione da parte di Commisso con Mediacom, come abbiamo visto, nel 2020-21 i ricavi della Fiorentina sarebbero stati decisamente inferiori a quelli della Lazio, ma in passato, quando i risultati sportivi dei viola erano decisamente migliori, gli introiti avevano poco da invidiare a quelli dei capitolini, anzi. Non si può accusare la proprietà italoamericana di non spendere, ma di spendere male sì. A differenza del Club di Lotito, che tiene i campioni (vedi Immobile, Milinkovic-Savic), la Fiorentina i campioni li vende e li sostituisce con calciatori inadeguati.
Sommando arrivi non all'altezza e cessioni importanti il risultato è un'inevitabile decrescita sia sportiva che economica. L'aumento dei ricavi va di pari passo coi risultati sportivi, che oltre a regalare gioie ai tifosi, garantiscono maggiori introiti.
Ricordiamo agli spacciatori di scuse che la Proprietà gigliata antecedente all'attuale, al secondo anno di Serie A e dopo una salvezza conquistata per il rotto della cuffia, rivoluzionò la rosa, la guida tecnica e la dirigenza, ottenendo al primo colpo la partecipazione alla Champions League (poi revocata per i fatti di Calciopoli) e nelle stagioni successive seguirono un accesso all'Europa League (malgrado la penalizzazione di 15 punti), e due qualificazioni alla Champions League.
Per ritrovare l'appeal svanito non serve accorciare le gonne delle hostess che accolgono gli spettatori “vip” del Franchi, ma sono necessari volontà e dirigenti competenti, capaci di allestire un progetto che si traduca in una crescita costante.