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FIORENTINA, ORA SAI COME SI FA. A BOLOGNA PER VINCERE. DUSAN, STA NASCENDO UNA STELLA. CHE ROCCO VUOL TENERSI. COMMISSO ALLUNGA L’OPZIONE PER CAMPI. I DUBBI SUL FRANCHI RESTANO MA I FONDI EUROPEI SONO UN’OCCASIONE IRRIPETIBILE

di Leonardo Bardazzi

Tosta e pratica, dura e organizzata. A Verona, come domenica con la Juve, si è vista in campo la squadra che chiedeva la gente. Seppur con fatica e con limiti evidenti, stiamo ritrovando la Fiorentina. Gli schiaffi di Sassuolo evidentemente hanno svegliato dal torpore, tra ritiro e paura di non farcela, i viola si sono stretti intorno a Iachini e al suo calcio concreto, trovando punti di platino in chiave salvezza. Dopo un inizio timido infatti, la Fiorentina ha capito che la brutta e intristita Juve di Firenze si poteva battere, e ci ha provato. Resta il rammarico per il gol a freddo subito nella ripresa e per un altro rigore non fischiato a Vlahovic per una spinta di Bonucci, ma la sofferenza finale lascia la sensazione del punto guadagnato, più che dei due persi. Anche perché nel frattempo ci stiamo godendo sempre più questo ragazzone serbo dal sinistro magico e l’indole da leader, che battaglia con tutti e, a 21 anni, è capace di prendersi la squadra sulle spalle e la responsabilità di fare un cucchiaio alla Signora.

Diciamolo piano, ma sta nascendo una stella. Normale dunque che intorno a uno così suonino tante sirene di mercato. Dovremo farci l’abitudine, i mediocri non li vuole nessuno, i talenti, soprattutto giovanissimi, li chiedono tutti. Il contratto sarà roba dura, ma dal quartier generale viola si sussurra già un grido di battaglia: Dusan non si muove. Tutte le ipotesi in ogni caso restano aperte, compreso quella di tenerlo un altro anno anche a costo di non firmare un nuovo contratto. Come ribadito dai diretti interessati però, l’incontro decisivo ci sarà solo quando la salvezza sarà matematica. Solo allora infatti Commisso stringerà per l’allenatore e tenterà di blindare il suo giovane bomber. Ora conta solo salvarsi, il resto verrà. E anche per questo la Fiorentina ha fretta di far punti.

La classifica è cortissima, il Cagliari che corre lascia tutti sul filo del rasoio, anche se la sensazione è che i reali valori stiano venendo fuori e che, proprio per questo, a rischiar grosso sia soprattutto il Benevento di Pippo Inzaghi, che in questo girone di ritorno ha vinto solo con la Juve e preso gol a grappoli. Guai fidarsi comunque, la Fiorentina vuol togliersi dai guai prima possibile. E per farlo deve solo pensare a sé stessa, continuando a lottare come in queste ultime partite, puntando sull’eccezionale vena di Vlahovic, sulle giocate di Ribery, sulla compattezza che ha bloccato Ronaldo e sul ritrovato Amrabat, che proprio qualche giorno fa, in coppia con Pulgar, ha cancellato dal campo il centrocampo bianconero. 

A Bologna per vincere: è questa la nuova missione da compiere, contro una squadra ferita dallo 0-5 di Bergamo, che ha talento davanti ma anche tanti limiti dietro. Con tre punti al Dall’Ara la Fiorentina sarebbe veramente a un passo dal traguardo, anche perché domenica ci sono Milan-Benevento e Napoli-Cagliari, due partite che potrebbero ulteriormente dare una mano a Beppe. Di sicuro, si dovrà tentare di arrivare allo scontro diretto di Cagliari con qualche punto di vantaggio in più rispetto ai tre attuali, giocarsi tutto in Sardegna infatti potrebbe essere rischioso. Troppo rischioso. Meglio battere il ferro finché è caldo dunque e confermare le buonissime sensazioni avute contro Madama anche domenica prossima. 

Nel silenzio di Rocco, nel frattempo, sono arrivate novità sul Franchi. I soldi del Recovery Fund sono realtà e questa, comunque la si pensi, è una buona notizia per il caro vecchio stadio viola.  In molti hanno storto la bocca pensando ai soldi che saranno spesi per rifare il vecchio Comunale, ma a Firenze sono più di 30 anni che si sbatte contro paletti e burocrazia, contro i vincoli che rendevano impossibile una ristrutturazione che invece altre città hanno messo in piedi senza troppi problemi. “E’ un monumento - dicevano - e come tale va trattato”. Commisso si è sgolato per smuovere la politica e adesso, anche grazie a lui, questo vecchio monumento, culla di ricordi per chi tifa viola, potrà sfruttare un’occasione unica per non diventare un rudere come il Flaminio di Roma. Per la Fiorentina, ovviamente, non è l’ideale. Servirebbe uno stadio di proprietà per aumentare il patrimonio e i ricavi, e il Franchi non lo sarà mai. Non a caso Commisso non ha proferito parola e nel frattempo pare aver allungato al 31 dicembre l’opzione (che scadeva a ottobre) sui terreni di Campi. La partita dunque è ancora da giocare, anche se tra costi alti, tempi lunghissimi e la prevedibile battaglia con la politica per avere i permessi, immaginare lo stadio nuovo su quei terreni, è roba dura. La via più facile sarebbe trovare un compromesso con Nardella, magari tentando la strada della concessione a lungo termine, un po’ come fatto dalla Juve con lo Stadium. Se ne riparlerà a breve comunque. Magari dopo aver fatto questi benedetti punti che mancano ed aver scacciato i fantasmi che restano.