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FIRENZE IN SILENZIO PER DAVIDE, DELLA VALLE A COLLOQUIO CON PIOLI. IL PATTO PER ARRIVARE A FINE STAGIONE E L’INQUIETANTE DUBBIO CHE ARRIVA DALLA PROCURA: ASTORI SI POTEVA SALVARE?

di Leonardo Bardazzi

L’immagine più bella resta quella di una mamma con la sciarpa viola al collo che spinge un passeggino riempito dal bimbo con addosso la maglia viola di Davide. L’abbraccio ad Astori di ieri infatti è tutto nella partecipazione composta dei fiorentini, nell’emozione dei Della Valle, di Pioli e della squadra, nel volto commosso di Badelj e Pasqual. L’unico a parlare è stato Don Massimiliano Gabbricci, il cappellano viola amico dei giocatori della Fiorentina, gli altri sono rimasti in silenzio. In segno di rispetto.

Alla Basilica di San Lorenzo, nel cuore di Firenze, più di seicento fiorentini si sono raccolti nel nome di Astori, mentre la compagna Francesca e la famiglia del capitano venivano coperti d’affetto e proprio nel giorno in cui la Procura di Firenze ha chiuso le indagini sulla morte del capitano. Per gli inquirenti Davide doveva essere fermato e soprattutto poteva essere salvato, un macigno pesantissimo per i medici che firmarono la sua idoneità sportiva e che aggiunge altra inquietudine a una storia straziante. Sulla vicenda giudiziaria presto si pronuncerà il Gip, quasi certamente comunque Galanti e Stagno, i medici che dettero il via libera, dovranno rispondere dell’accusa di omicidio colposo. In attesa di sapere, Firenze ha scelto da tempo: Davide resterà un simbolo, un valore da tramandare ai giovani, un segno tangibile di umiltà e bellezza capace di far breccia nel cuore di tutti. Perché lui, come ha ricordato Don Massimiliano nell’omelia, “è stato il simbolo della semplicità e della fraternità, un seme da far germogliare nei nostri ricordi”.

Prima del pomeriggio dedicato a Davide però, per i Della Valle c’è stato tempo anche per parlare di Fiorentina. Per capire cosa ci fosse dietro allo sfogo di Pioli di domenica sera. Diego e Andrea nel pomeriggio infatti hanno parlato a tutti: vietato mollare, il messaggio recapitato alla squadra. L’Europa è lontana, ma non per questo si dovrà considerare il campionato un semplice allenamento alla semifinale di coppa. Ancora più importante il contatto con Pioli, con cui Diego e Andrea per altro hanno sempre avuto un ottimo rapporto. La società è rimasta spiazzata dalle parole dell’allenatore, non si aspettava un’uscita pubblica così diretta. Serviva un chiarimento insomma e a sentire le indiscrezioni che escono dal centro sportivo, la chiacchierata non è stata banale: si andrà avanti almeno fino a fine stagione remando tutti insieme nella stessa direzione. Senza fraintendimenti, senza mezze frasi, senza le spaccature che segnarono gli ultimi mesi di Sousa. Poi si vedrà. Pioli ha spiegato le sue ragioni (attende segnali da 9 mesi come ha spiegato lui stesso in conferenza stampa), l’ipotesi che si possa arrivare a una conferma resta poco probabile, ma ora contano questi ultimi due mesi di stagione. In ballo c’è l’orgoglio di voler reagire a una classifica insoddisfacente e ovviamente la possibile rimonta contro l’Atalanta. Avanti insieme dunque, anche perché in fondo lo spogliatoio non chiedeva altro: la squadra è tutta con l’allenatore e soprattutto ha un patto da rispettare, provarci fino in fondo.

La scialba prestazione contro la Lazio non rende merito alla Fiorentina e la squadra è la prima a rendersi conto di tutto questo: a Cagliari dunque è lecito attendersi una reazione impetuosa. Chiesa dovrebbe esserci e questa, già di per sé, è una bella notizia. Il resto lo farà l’orgoglio, lo spirito nato dalla morte di Davide e vivo più che mai. Le partite si possono anche perdere, gli obiettivi si possono fallire, ma non prima di aver dato tutto il possibile. E’ questo il patto non scritto dello spogliatoio. Un patto per Davide, da onorare fino in fondo.