FIRENZE SPINGE AL MASSIMO LA FIORENTINA. CON L’INTER PER GIOCARSELA E SFRUTTARE IL MOMENTO MAGICO. SI SCALDANO EYSSERIC E EDIMILSON, FUORI PJACA E GERSON. DELLA VALLE ASSENTI. STADIO, PROROGA DIFFICILE
Se ripensiamo alla Fiorentina che si presentò a San Siro contro l’Inter un anno fa, è tutta un’altra storia. E’ tutto un altro mondo. "Ora siamo una squadra" ha detto Pioli appena ieri e il segreto di quello che sta succedendo è proprio qui.
Lo straordinario lavoro tattico e psicologico di Pioli, le qualità morali di questi ragazzi che hanno entusiasmo, voglia e umiltà, alcuni correttivi su troppi mercati sbagliati con (finalmente) l’innesto di alcuni giocatori di qualità, hanno trasformato la Fiorentina mediocre di qualche mese fa, in un gruppo che ogni volta sorprende.
I Viola non mollano mai, giocano davvero uno per tutti e tutti per uno (per dire una banalità che renda l’idea), fanno un calcio che a volte va oltre le normali idee tecnico-tattiche, un calcio spinto da una dose enorme di volontà che vuole sorprendere e spesso ci riesce. E’ una normalità diversa, c’è la ricerca di qualcosa capace di andare oltre, c‘è la voglia di stupire, è una specie di rete che in ogni partita la Fiorentina lancia sugli avversari che ci restano impigliati.
E’ difficile affrontare una squadra così, ti cambia le carte in tavola e lo farà anche stasera con l’Inter nonostante il netto divario tecnico, d’esperienza e di forza. La Fiorentina comunque va a San Siro per giocarsela, con queste sue armi, ma se la giocherà. E se ci pensate bene già questo è straordinario per una squadra che l’anno scorso è stata per venti volte nella parte destra della classifica. E’ una squadra che non sai cosa potrà fare, che margini di miglioramento potrà avere, fin dove potrà arrivare. Sinceramente non lo so, non lo sa nessuno. Quando nel calcio scattano certe molle, quando c’è una chimica speciale che trasforma giocatori normali in giocatori che vogliono fare cose speciali, non è giusto porsi limiti o chiedersi come finirà. C’è una sola cosa da fare, vivere alla giornata, senza farsi illusioni o porsi obiettivi troppo grandi, sfruttare al massimo il momento, fare il pieno di adrenalina e di autostima e pensare a una partita dopo l’altra.
Ma questa Fiorentina, comunque, ha già fatto qualcosa di grande, è riuscita in un piccolo-enorme miracolo: si sta portando dietro tutta Firenze come non succedeva più da un pezzo. Spalletti l’ha capito e ha ragione: non va mai in campo solo la Fiorentina, ci va un’intera città, c’è una spinta emotiva così forte che assomiglia al vento buono che gonfia le vele. Firenze e la Fiorentina, una coppia che funziona come una testuggine. Fuori c’è tutto il resto, Della Valle compresi. E fuori possono continuare a starci, il gioco funziona in due. Se non fosse altro, questo almeno i Patron l’hanno capito. Hanno deciso di stare ai margini per non turbare un’armonia, sanno che tanto i meriti non sono e non saranno mai i loro. Anzi.
Non è un caso se ieri a Milano, a pochi metri o a pochi minuti di distanza dalla squadra, Ddv abbia preferito non farsi vedere. E Adv ha fatto lo stesso. Partire per Parigi mezz’ora prima o mezz’ora dopo, con un jet personale non sarebbe stato un problema. Tenersi fuori, stare ai margini, è stata una scelta. Forse anche scaramantica. Sanno benissimo che i meriti di quello che sta succedendo non solo i loro, ma di questa chimica della quale abbiamo appena parlato.
La Fiorentina si presenta a San Siro così, forte della classifica, dei risultati, dei numeri che può sfoderare. Ma stasera sarà una gara complicatissima, l’Inter si è rilanciata con due vittorie strappate via al Destino e questo è chiaro a tutti, da Pioli in giù. Di mezzo c’è anche la stanchezza della quarta partita in dieci giorni. Servirà un po’ di turn over per dare più equilibrio senza togliere entusiasmo, qualità e voglia di giocare. Penso che Pjaca potrebbe far posto a Eysseric, uno che ragiona di più, chiude gli spazi e le linee di passaggio. Gerson ha giocato tanto, la gamba di Edimilson potrebbe servire a chiudere e pressare nella zona di Nainggolan per poi ripartire. Non credo che Pioli faccia altre varianti. Con la Spal a me è piaciuto tanto Hancko, ma è giovane e inesperto, non so se è pronto per l’impatto con San Siro. E poi Biraghi è un ex e ci tiene.
Penso a una Fiorentina con Lafont, Milenkovic, Pezzella e Hugo in difesa. Biraghi a fare le due fasi (terzino o ala) a seconda del possesso o del non possesso palla. In mezzo Veretout con Edimilson e Benassi (altro ex). Eysseric a tessere la tela in mezzo o sui lati (a seconda) fra centrocampo e attacco. Davanti Simeone a battersi con tutti e quella scheggia impazzita di Chiesa a tagliare da destra a sinistra e viceversa, puntando e ripuntando, per mettere in difficoltà una difesa brava, ma un po’ macchinosa nel breve.
Aspettando l’Inter, c’è sempre in ballo anche la vicenda stadio. Sarebbe un peccato non sfruttare questo vento positivo. Annunciare la presentazione del progetto definitivo entro il 31 dicembre come concordato, potrebbe essere una bella mossa mediatico-ambientale anche per i Della Valle. Lo faranno?
Il comune ha ricevuto una decina di osservazioni dopo l’adozione della variante urbanistica, ma cose da nulla. L’approvazione avverrà prima della metà di ottobre e difficilmente la richiesta di spostamento della data per la presentazione del progetto (31 dicembre 2018) chiesta da Adv in estate, otterrà una deroga.
Del resto per il comune sarebbe imbarazzante farlo visto che il 28 novembre 2017 proprio i Della Valle avevano indicato in sei mesi il tempo necessario per consegnare il progetto dopo l’adozione della variante. Lo hanno messo per iscritto loro e la burocrazia amministrativa ha agito di conseguenza. Siamo al dunque.
Lo volete fare o non lo volete fare questo benedetto stadio?
Il business c’è, evidente, e gli imprenditori marchigiani lo sanno bene. I benefici per la Fiorentina e per la città sarebbero notevolissimi, sfilarsi ora per un problema di due-tre mesi in più o in meno (fate voi), sarebbe sinceramente sorprendente e per certi versi inaccettabile. Cosa freni i Della Valle è difficile comprenderlo, ma se non dovessero presentare il progetto entro il 31 dicembre sarebbe davvero il fallimento di un’idea e forse la fine del rapporto con Firenze.