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FORSE È COMINCIATO IL CAMPIONATO VIOLA... ESAGERIAMO? GUD SOMIGLIA ALL'UCCELLINO KURT. PALLADINO HA CAPITO CHE LE CRITICHE SERVONO. NELL'INTERVALLO L'HA RIBALTATA COL 4-2-3-1. SCELTE TATTICHE CHE PROFUMANO DI SVOLTA

di Mario Tenerani

Abbiamo dovuto attendere la quinta giornata, ma forse ci siamo. La sensazione (e pure la speranza...) è che la Fiorentina abbia cominciato ieri il campionato. Ci sono segnali incoraggianti. Non sufficienti a consentire una fuga in avanti dei sogni, ma qualcosa si è mosso. Dopo un primo tempo così e così, col solito gol preso su palla inattiva, il settimo in totale in sei giornate (più i 4 beccati in Conference), un palo di Colpani (prodezza di Provedel, ma l'ex Monza da quella posizione doveva segnare), nell'intervallo Palladino ha urlato "si cambia"

Fuori Biraghi - quella posizione da terzo centrale non ci sta -, dentro Ranieri e fuori Quarta - al quale Zaccagni aveva creato qualche problema - per Gudmudsson. Anche per l'argentino vale il discorso di sempre: niente da eccepire sulla sua garra, ma un conto è quando deve spingere e trasformarsi in goleador, un altro quando deve difendere. Nel primo tempo la solita difesa a tre con un centrocampo a quattro, poi Bove trequartista con Colpani alle spalle di Kean. La mossa dell'ex romanista doveva servire a fabbricare criticità tra le linee basse della Lazio. Ma questo sistema alla lunga crea anche inferiorità nella metà campo viola. E soprattutto non decollava contro i biancocelesti. Siamo sicuri che Bove possa agire alle spalle di un attaccante o magari sia più adatto a fare tanta lotta e un po' di governo in mezzo al cuore del gioco? 

Così Palladino è arrivato al cambiamento per la prima volta dopo sei gare complessive tra campionato e coppa: ha varato la difesa a quattro, con Gosens terzino sinistro. A centrocampo sono rimasti Cataldi - buono il suo primo tempo in copertura e nella regia bassa - e Mandragora. Esterni Colpani e Bove - che si è prodotto nel secondo ruolo di giornata -, sotto-punta Gudmundsson a sostegno di Kean. 

L'islandese all'esordio assoluto in viola, ha impattato in modo devastante sulla gara. Si vedeva che aveva voglia di giocare e di spaccare il mondo. Dopo tre minuti ha trovato il rigore per il fallo di Guendouzi, si è impossessato del pallone e ha pareggiato dal dischetto. Poi si è messo a giocare col suo fisico da brevilineo, i calzettoni tirati giù come nei favolosi Sessanta, mettendo in mostra dribbling secchi, mulinando quelle gambine così veloci e disorientanti per gli avversari. Esageriamo? Ai tifosi e agli addetti ai lavori più anziani ha ricordato l'Uccellino Kurt. Stiamo esagerando perché Hamrin è stato un marziano. L'ex genoano dovrà diventarlo, semmai. Ma certe movenze, quei colori del volto, la somiglianza morfologica, certe finte e un vento del Nord Europa, ci hanno fatto volare con la fantasia, perdonateci. Sicuramente i tifosi lo hanno subito adottato tanto da perdonargli con un applausi sinceri un tiro da fuori completamente fuori bersaglio. "Gud" là davanti ha portato freschezza nonostante che di benzina nel motore ne avesse poca. Ha finito stanco, ma felice. Giusto il tempo di firmare il raddoppio allo scadere, per rendere speciale una giornata particolare. Grazie ad una bella ingenuità di Tavares, il laziale ha dato un pestone a Dodò sulla linea di fondo in area di rigore: il Var ha assegnato il secondo rigore. C'è stata un po' di discussione con Kean che voleva calciarlo, ma dopo è toccato ancora all'islandese. Botta centrale e il 2-1 che ha consentito ai viola di vincere la prima gara in campionato, oltre che in stagione. In precedenza Palladino aveva sostituito Mandragora con Kouame, tanto da far indossare a Bove il terzo abito della partita: trequartista, esterno e adesso mediano a protezione della difesa insieme a Cataldi. Quando poi è stato sostituito anche l'ex laziale, Bove ha fatto coppia con Adli. Tre posizioni diverse e buon rendimento per quello che fu il pupillo di Mourinho.  

Palladino l'ha ribaltata. Nel post gara è stato bravo a capire e a raccontare che nelle difficoltà si cresce. E lui sta crescendo, applausi. Tecnico intelligente: ha compreso che Firenze non è Monza, c'è tanta pressione in più e le critiche costruttive servono per migliorarsi.  
La Lazio nella ripresa ha giocato peggio, anche per merito della Fiorentina, ma ha comunque ha colpito un incrocio dei pali con Guendouzi sugli sviluppi di un corner (un altro piazzato malefico per la difesa viola...). Sono stati gli episodi a decretare la vittoria della Fiorentina, poteva finire in pareggio, ma il calcio è questo. De Gea ha fatto alcune buone parate, tra primo e secondo tempo: la più bella su Dia (che in carriera aveva segnato 4 reti ai viola, una volta addirittura una tripletta con la maglia della Salernitana, era il 3 maggio 2023), Colpani ha sfiorato di nuovo il gol, mentre Kean che si è battuto come un guerriero, ha fallito una rete nel finale da facile posizione. Una girata di testa finita larga sul fondo, quando la palla andava indirizzata frontalmente nello specchio. Questo per rimarcare che le occasioni le ha avute anche la Fiorentina. 

E' giusto segnalare, al netto dell'incertezza sul gol di Gila, la prestazione di Comuzzo che ha indossato la quarta maglia da titolare in carriera. Questo ragazzo spedisce input positivi, ha presenza in campo, lascia intravedere i prodromi del difensore forte. Deve crescere, ci mancherebbe, limando le ingenuità, ma probabilmente la Fiorentina adesso ha un centrale in più e fatto in casa. 
Torniamo alle sensazioni iniziali: Palladino dovrebbe aver trovato la quadra, se non altro adesso ha le idee più chiare. Il telaio sembra costruito per un 4-2-3-1 e allora sarebbe un errore andare a forzare certi schemi. Questo non toglie la possibilità di essere camaleontici e di saper cambiare anche più assetti in gara, ma una strada certa va trovata. Forse ci siamo.