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FRANCHI, A PAROLE PER ACF MANCANO 100 MILIONI, IN TRIBUNALE 67

di Donato Mongatti

«...il Comune, invece di preservare le ragioni della ACF Fiorentina, con l'avvio dei lavori in un contesto di incertezza, avrebbe cagionato un danno alla ricorrente (ACF, ndr), in quanto l'asserita mancata copertura finanziaria delle opzioni 2 e 3 dei lavori di riqualificazione, per un importo di € 66.926.781,02, andrebbe a vincolare per un tempo difficilmente determinabile la piena utilizzabilità dello stadio». Questo è quanto si legge nella sentenza dove è stata rigettata la richiesta della Fiorentina di stop ai lavori allo stadio Franchi, contro il Comune di Firenze, dove la giudice riporta la memoria difensiva del club viola (e ovviamente anche quella di Palazzo Vecchio).

Sorge spontanea la domanda: come mai per mesi e mesi dalla Fiorentina (per bocca del presidente Commisso e il dg Ferrari audito in Commissione cultura e istruzione in Senato) sostenevano che per completare il progetto di ristrutturazione mancassero 100 milioni e davanti alla giustizia i legali della società gigliata sono scesi a circa 67 milioni?

Questi 67 milioni scarsi, tra l'altro, comprendono i famosi 55 milioni definanziati dal governo e poi riassegnati alla Città Metropolitana, perciò l'aumento di spesa su quanto previsto in origine è di circa 12 milioni (naturalmente i 55 milioni rientrati devono essere dirottati sul Franchi attraverso una «triangolazione» - coprire opere già finanziate con risorse proprie dell'amministrazione e girare quanto stanziato per queste sullo stadio).

Nella sentenza, in ogni modo, la giudice sottolinea che la richiesta cautelare di ACF non può essere accolta – riferendosi alla suddetta copertura finanziaria – perché «Da tale contesto documentale emerge come la prospettata incapienza delle fonti di finanziamento appaia solo come un'eventualità, riferendosi in ogni caso ad opere aggiuntive, che non tolgono agli interventi finanziati la loro autonomia e funzionalità». Tradotto in soldoni: le opere coperte interamente dai finanziamenti consentono di fare uno stadio funzionale. Settimane addietro ci interrogammo: è meglio un Franchi nello stato del campionato appena concluso (con curve lontane dal campo e servizi igienici pessimi, o un impianto con curve che garantiscono migliore visibilità delle partite, bagni completamente rifatti e nuovi spazi per atleti, pubblico e stampa? Domanda retorica, ma non per tutti, ovviamente.

Quello che Comune e Fiorentina dovrebbero fare sarebbe agire velocemente, arrivando in pochi giorni a definire il futuro prossimo e lontano. Ma la distanza, ancora oggi, appare ampia. Come mai non abbiamo letto dichiarazioni ufficiali sull'imminente inizio della stagione 2024-25 e la riconfigurazione del Franchi a capienza ridotta? Come mai l'ubicazione del settore ospiti e la capienza dello stadio è emersa solo attraverso la stampa e non documenti formali condivisi da entrambe le parti? Come mai il Comune non ha ancora formalmente chiesto al club gigliato se per il campionato 2025-26 valuta l'ipotesi Padovani (stadio temporaneo da 18.000 posti netti adeguato alla serie A) un'opzione da accogliere con favore e che consentirebbe di eseguire le opere di riqualificazione dello stadio di Nervi in tempi più rapidi?

Dall'esterno si ha la sensazione che entrambe le parti giochino a nascondino. L'inizio della stagione 2024-24 è alle porte e chi lavora al Franchi dovrà rendere l'impianto agibile al pubblico e funzionale per le riprese TV in tempo per il primo impegno casalingo dei viola. La nuova giunta della sindaca Sara Funaro si è insediata da settimane, ma la macchina amministrativa appare ancora ingolfata.

Riepiloghiamo gli interventi coperti dai finanziamenti e appaltati alle ditte che realizzeranno i lavori (se le opere si fermassero qui, chiaramente la mancanza della copertura rappresenterebbe un cazzotto in un occhio, sia chiaro):

la demolizione delle superfetazioni in particolare realizzate per la Coppa del Mondo di Italia 90, la valorizzazione delle strutture originarie;

la demolizione del piazzale e delle opere esterne, inclusa la recinzione e i tornelli, ad eccezione della porzione relativa al piazzale lato torre Maratona;

lo strip-out delle componenti e dei terminali impiantistici esistenti, salvo diversa indicazione;

tutti gli interventi di restauro, riparazione e rinforzo strutturale delle strutture esistenti sottoposte a vincolo, compresi la pensilina storica, la palazzina d'onore, la torre Maratona e le scale elicoidali;

tutte le opere di realizzazione delle nuove gradinate nord e sud (nuove curve costruite vicino alla linea di fondo campo, ndr), comprese le fondazioni delle c.d. quattro megacolonne a supporto della copertura;

tutte le opere volte a realizzare i nuovi spazi destinati ad atleti e giornalisti radio-televisivi (interventi di ampliamento degli interrati lato ovest);

tutti i nuovi servizi igienici in linea coi requisiti normativi;

tutte le opere di ampliamento dei servizi di somministrazione del cibo per il pubblico VIP nella palazzina d'onore o in adiacenza ad essa, con l'eccezione delle facciate del corpo su viale Manfredo Fanti;

la riqualificazione di tutte le sedute di qualsiasi ordine e tipo, con eccezione di quelle sulla tribuna Maratona (lato est).