GASPERINI E' L'IDEALE. MA ANCHE COSMI...
Poco tempo fa, un allenatore mi parlava della sua esperienza alla guida di una squadra retrocessa dalla A e raccontava: “Ho passato i primi due mesi a dividere i giocatori in spogliatoio. Più di una volta li ho visti con la faccia insanguinata. C’erano conti in sospeso, si erano create fratture insanabili. Ognuno accusava l’altro di aver fatto perdere quella o quell’altra partita nel torneo precedente. Lì ho imparato che quando prendi una squadra retrocessa, non basta ritoccarla, devi rivoluzionarla, trasfigurarla completamente, rompere le vecchie incrostazioni, creare una nuova anima con nuovi giocatori. Prima non lo sapevo. Ora lo so”.
Io credo che questa presa di coscienza possa tornare molto utile alla Fiorentina. I viola non sono retrocessi, ma troppe ne sono successe, dentro e fuori dal campo, in questa stagione umiliante, per augurarsi che l’estate cancelli tutto con le sue onde di mare. Non è così. Alle prime sconfitte, tutto tornerebbe fuori, le accuse si incrocerebbero, tutti contro tutti: i pendolari clandestini, quelli che tiravano indietro la gamba, quelli che insultavano gli allenatori, quelli che passavano la notte in discoteca...
La Fiorentina impari ciò che ha imparato quell’allenatore: in questi casi non si fanno ritocchi, si spiana e si ricostruisce. Il mercato dovrà tenere conto di questa esigenza, sia quella dei giocatori, sia quella dell’allenatore.
Nastasic, Camporese, Behrami, Jovetic e pochi altri: una spina dorsale giovane e sana c’è. Il resto va costruito attorno, con grande cura. A cominciare da due, tre giocatori d’esperienza che siano guide tattiche, ma prime ancora guide morali, che predano per le orecchie i Ljajic prima che ci pensi l’allenatore. Prima che tatticamente, Pirlo nella costruzione di una Juve imbattibile è stato importante eticamente, come personalità, guida, esempio di serietà e lavoro, leader del gruppo. Alla Fiorentina servono giocatori del genere.
In tempi non sospetti, quando sembrava che Delio Rossi potesse onorare il suo contratto, scrissi su Frenzeviola.it che il suo futuro viola andava messo comunque in discussione, perché erano stati toccati picchi troppo bassi, umilianti (Fiorentina-Juve 0.5) che avevano minato il rapporto alle fondamenta. Indicai Gasperini come auspicabile successore, perché bravo a costruire una squadra nuova, a educare un gioco di qualità. Oggi che c’è la necessità di ricostruire da zero, la candidatura di Gasp prende ancora più corpo, perché allenato a plasmare un gruppo totalmente rivoluzionato. Preziosi, che ama compare calciatori a manciate come fossero Gormiti, gli consegnava un Genoa nuovo ogni estate.
Infatti il nome di Gasperini circola tra i papabili per la panchina. I canditati citati sono così tanti che, a memoria, non si fatica a formare una formazione. Usiamo il 4-4-2. Ranieri in porta, che è anziano, poi Pioli, Benitez, Gasperini, Sannino; Spalletti, Prandelli, Guidolin, Mazzarri; Montella, Donadoni.
Sono stati fatti così tanti nomi, che uno in più non guasta: Serse Cosmi. Lo aggiungo perché, dopo il traumatico epilogo dell’avventura di Delio Rossi, ancora di più, la scelta dell’allenatore non può limitarsi alle convinzioni tattiche. Serve un’anima forte, capace di impugnare saldamente le redini del gruppo.
Cosmi, arrivato a Lecce, mi confidò: “Questa terra è magica. Se solo riesco a trasmetterla alla squadra, è fatta”. Se il Lecce che prese all’ultimo posto, all’ultima giornata, ha ancora una possibilità di salvarsi, significa che la magia gli è riuscita.
Se Cosmi, o chi per lui, riuscirà a trasmettere alla Fiorentina la passione magica della città per la maglia, sull’Arno festeggeranno il Triplete.
Luigi Garlando
prima firma de La Gazzetta dello Sport