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GIAMPAOLO È IL PRESCELTO PER LA PANCHINA. GIORNI DECISIVI. ECCO PERCHÉ SOUSA NON È STATO ESONERATO. SCOPRIAMO I DUE GIOVANI DEL PARTIZAN, MA SERVE MOLTO DI PIÙ. RAMADANI SEMPRE DECISIVO. DONNARUMMA SCARTATO DAI VIOLA

di Enzo Bucchioni

Sono giorni decisivi per la panchina viola. Sulla corsa a due fra Giampaolo e Maran, dovrebbe averla spuntata l’allenatore della Samp, con tutta probabilità è lui il prescelto di Corvino. I sondaggi con l’allenatore sono stati fatti, è vero che è legato da un contratto con la Sampdoria, ma i rapporti fra le due società sono buoni, basti ricordare che poco più di un anno fa la Fiorentina liberò Montella praticamente a zero per farlo andare a Genova. Un favore che sarà ricambiato. Del resto non si può certo aspettare che finisca la stagione, il nuovo allenatore va scelto entro questo mese per iniziare a programmare con anticipo e soprattutto decidere la rivoluzione sul mercato.

Giampaolo piace per il gioco moderno, organizzato, ma anche per l’equilibrio delle sue squadre. Ha 50 anni, una lunga esperienza in tutte le categorie. Gioca di solito con il 4-3-1-2, il centrocampo spesso a rombo, ma è duttile anche a partita in corso. Per fare un esempio, con l’organico della Fiorentina di oggi, in attacco ci sarebbero Kalinic e Bernardeschi con Saponara vertice alto del rombo. Chiesa potrebbe fare l’interno di centrocampo (in quel ruolo ha fatto giocate con profitto Zielinsky a Empoli e ora Praet, entrambi nati trequartisti) con Vecino altro interno e Badelj vertice basso. Per me una squadra così funzionerebbe alla grande, ma tanto parliamo di nulla, la stagione è andata anche inseguendo l’utopia di Sousa.

Tornando a Giampaolo è aziendalista, fa giocare i giovani, non si è mai dimostrato particolarmente, freneticamente, ambizioso e per lui la Fiorentina è il top. Nell’analisi fatta dalla Fiorentina, Giampaolo può avere più margini per crescere ancora, Maran è bravo, ma forse già al livello massimale. L’idea Semplici è stata accarezzata, ma ha bisogno di una esperienza intermedia. Continua a girare il nome di Sarri, ma forse s’è finalmente capito che è inutile perdere tempo. Quel treno è passato.

Detto questo, tanto per ricordare come funziona il calcio, fino al giorno delle firme lasciamo aperta la finestra a colpi di scena e sorprese. In questo la Fiorentina è maestra. Come ricorderete, anche quando arrivò Sousa due anni fa, ci fu un lungo tira e molla per farlo liberare dal Basilea, a un certo punto l’allenatore sembrava Donadoni (piaceva a Diego), poi fu contattato anche il solito Marano. Speriamo stavolta sia tutto più liscio, abbiamo già dato.

A proposito di Sousa, un’indiscrezione diabolica mi ha fatto aprire gli occhi sul perché il portoghese non sia stato esonerato dopo che Reja era già in preallarme. Motivi tattico-ambientali e non tecnici. Qualcuno (un genio) ha suggerito di tenere l’allenatore per esporre anche lui alle contestazioni ed evitare che tutta la tifoseria se la prendesse con Adv per questa stagione fallimentare. Se è così, questa è riuscita bene. Vi immaginate cosa sarebbe successo con il Toro se Sousa non ci fosse più stato? Tutti addosso ai DV, naturalmente. Così un po’ di insulti e di striscioni se li è presi anche Sousa. Così va il calcio.

Nel frattempo, comunque, Corvino si sta già muovendo sul mercato per mettere a segno operazioni di contorno. Dovrebbe essere fatta per i due ragazzi del Partizan, storica squadra di Belgrado. MilenKovic, difensore di 19 anni, e Vlahovic, attaccante di 17 anni, sono stati pagati sei milioni e mezzo. Il primo arriverà subito, l’altro resterà in patria un altro anno. Milenkovic è pronto? Chi è andato a seguirlo per altre squadre dice di no, ma è un ragazzo interessante, grande fisico e personalità, può crescere. Società più importanti lo hanno osservato da vicino e poi mollato, ma per la Fiorentina potrebbe essere un buon colpo. Cinque milioni per un diciannovenne non sono pochi. Vedremo. Certo, almeno spero, accanto ai giovani servirà anche un mercato più maturo con elementi di valore certo, se i Della Valle hanno ancora ambizioni. Ma questo lo capiremo presto. Le risorse non ci sono, ma possono arrivare dalle cessioni di Kalinic, Badelj, Tatarusanu, Ilicic e (speriamo) da diversi altri presi l’estate scorsa e dalla scarsa resa. Comunque un buon tesoretto che va reinvestito con intelligenza. La palla a Corvino. Ma quanta autonomia ha?

Anche questo affare con i giocatori che finiscono in "ic", porta la firma di Ramadani, ormai il vero e proprio Richelieu delle strategie viola, si era infilato perfino nell’affare Kalinic-Cina poi saltato. E per fortuna che Diego vuole una squadra più italiana. Vedremo, il mercato sarà lunghissimo. Nel frattempo una amara curiosità. Quando un osservatore ha cominciato a portare in giro per l’Italia il giovanissimo portiere napoletano Gigio Donnarumma, fra il 2011 e il 2012, c’è stata una tappa anche a Firenze. Donnarumma aveva dodici anni, è rimasto in prova una settimana poi è stato scartato. Succede.