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GIAMPAOLO IN VIOLA, TUTTA LA VERITÀ. MARAN RESISTE, BOCCIATI DI FRANCESCO E ODDO. SARRI IMPOSSIBILE. SOUSA SBAGLIA TUTTO MA SALCEDO, CRISTOFORO, MILIC, OLIVERA, SANCHEZ E TELLO VANNO RIMANDATI A CASA. RESTA L’E. LEAGUE PER EVITARE IL FALLIMENTO

di Enzo Bucchioni

Sono giorni decisivi per la scelta del nuovo allenatore della Fiorentina. Corvino non vuole andare oltre il mese di febbraio per programmare poi con calma tutte le mosse di mercato e plasmare la Viola che verrà, più giovane e più italiana. Dunque, chi sarà il successore di Sousa?

Da mesi circolano tre o quattro nomi sui quali si è concentrata l’attenzione e l’analisi di Corvino e li conoscete benissimo. Nel frattempo le disavventure capitate a Oddo con il suo Pescara hanno fatto pensare che puntare sul promettente ex allenatore abruzzese forse è prematuro. Ha bisogno di altre esperienze intermedie. Anche su Di Francesco, monitorato da anni, sono cresciute le perplessità. Perché? E’ presto detto. Ex romanista doc, ancora legato ai giallorossi, ha più volte fatto capire che il suo sogno è allenare la Roma. Tanto più che la posizione di Spalletti è in bilico, forse andrà alla Juve. Ecco allora un Di Francesco con il navigatore che fa rotta sulla capitale. Alla Fiorentina serve altro, deve essere una scelta più entusiastica e condivisa al cento per cento.

Della lista iniziale restano quindi due nomi, Giampaolo e Maran.

Ieri per qualcuno l’accordo tra la Fiorentina e l’allenatore della Sampdoria era cosa già fatta. Possibile, probabile. L’immediata smentita da parte del tecnico ("Resto a Genova, ho un contratto e voglio crescere qui"), nel calcio lascia il tempo che trova. Anzi, una dichiarazione così rapida, immediata, per smentire, potrebbe perfino essere una conferma visto che nel calcio fino al momento della firma e del deposito dei contratti vale tutto e il contrario di tutto. Detto questo, la Fiorentina sa benissimo che Giampaolo è legato alla Samp fino al 2018 e sa altrettanto bene che deve passare attraverso la società di Ferrero. I rapporti sono buoni, l’anno scorso proprio la Fiorentina ha lasciato andare alla Samp Montella, praticamente abbonando la clausola rescissoria da cinque milioni. Ne fu pagato uno in beneficienza. Non sarebbe un problema restituire un favore. Giampaolo è il profilo giusto. Cinquanta anni, buona esperienza, lavora con i giovani e il materiale a disposizione, ama un calcio organizzato, ma equilibrato come piace a Corvino. L’acquisto di Saponara, come già detto, potrebbe essere un ulteriore indizio. Con lui in panchina a Empoli ha fatto benissimo. Guadagna 800 mila euro, in linea con il budget viola.

Resiste anche Rolando Maran che piace molto soprattutto a Cognigni. Guadagna ancora meno (350 mila) e questo potrebbe favorirlo nell’ottica del risparmio su tutto e su tutti del nuovo corso. Cinquantaquattro anni, esperienze simili a quelle di Giampaolo, amano lo stesso calcio. Anche Maran è sotto contratto e servirà l’ok del Chievo, ma per il presidente pandorino non sarà un problema. Anche con il Chievo i rapporti sono ottimali.

Maran e Giampaolo, due profili che si assomigliano, diversi dal giovane in carriera Montella o dall’ex giocatore di grande nome come Sousa, ma entrambi concreti e affidabili. In linea con le idee di Corvino (quando prese Prandelli poteva essere allora il Maran o il Giampaolo di oggi), ma anche con il suo calcio. Qualche settimana fa la scelta sembrava caduta su Maran, ieri è rimbalzato prepotentemente Giampaolo. Cambierebbe poco. Sono nomi affidabili, però non eccitano e lo capisco, ma entrambi vanno inquadrati nell’evidentissimo (purtroppo) ridimensionamento in atto delle ambizioni e degli investimenti della Fiorentina.

Chi continua a pensare, sognare, raccontare di Sarri e su Sarri, è completamente fuori strada come sto scrivendo da tempo. Sarri ha un contratto di altri quattro anni con una clausola rescissoria per il 2018 fissata in otto milioni di euro. Riuscite a immaginare Cognigni che stacca un assegno di tale importo per svincolare Sarri?

Piuttosto chiede di fare l’ospite all’isola dei famosi e sparisce dal calcio. Forse per la Fiorentina sarebbe meglio, ma questo è un altro discorso. Tornando a noi, Sarri andava preso quando ha lasciato l’Empoli, ma io, allora, mi sentii rispondere: "Non possiamo portare a Firenze l’allenatore dell’Empoli". Questa chiamasi lungimiranza. Sarri, quindi, depennatelo.

A proposito di allenatori veniamo all’oggi. A San Siro Paulo Sousa ha fatto un altro capolavoro dei suoi. Mentre Montella, snaturandosi, ha chiuso sempre più il Milan per conservare il risultato, Sousa è andato avanti fino alla fine con lo stesso modulo e le stesse idee. La Fiorentina si è schiantata sul muro rossonero. Ma non era il caso, almeno negli ultimi venti minuti, di inserire Babacar in mezzo all’area e provare a giocare con due centroavanti e due esterni per aprire la difesa del Milan? Macchè. Intanto Sousa aveva fatto uscire Chiesa, l’unico vivo, parlando di un fastidio muscolare svanito come un ghiacciolo al sole. Tello ha mostrato tutti i limiti noti, la Fiorentina ha continuato a fare lo sterile possesso palla senza grinta, senza rabbia, senza energia. Ha fatto il gioco del Milan. Ma questo è il calcio di Sousa, tutta teoria e possesso, pratica e capacità di cambiare le partite zero. Lo mandano via anche per questo. Ma dovrebbero mandare via (scusate se insisto) anche tutti quei giocatori arrivati in estate come scarti di magazzino. Rispondete a questa domanda: Milic, Salcedo, Olivera, Sanchez, Cristoforo, ma anche questo Tello, sono da Fiorentina? Io lo urlo: nooooo. Se non ci sono soldi, meglio qualche giovane da crescere o italiani di serie B, come questi se ne trovano diversi.

Comunque, mi dispiace davvero, ma ero stato un fin troppo facile profeta nel prevedere una stagione fallimentare dopo diversi mercati non fatti e la conferma di Sousa per non pagare un altro tecnico. La Fiorentina è fuori dalla coppa Italia e lontana da quel sesto posto che era l’obiettivo già al ribasso fissato da Adv. Resta l’Europa League e giovedì prossimo diventa fondamentale per provare a fare un altro passettino avanti.

Resta la sgradevole situazione di un allenatore da una parte che pensa e lavora a modo suo e di una società dall’altra che sta già programmando il futuro.

Si spiegano anche così le scelte incomprensibili di Sousa che ha messo in campo (alcuni fuori posto) tre dei giocatori arrivati l’estate scorsa (Salcedo, Sanchez e Cristoforo), ne ha bocciati altri due (Milic e Olivera) quasi per dimostrare quanto siano poca cosa. C’è riuscito, ma a Milano si poteva e si doveva comunque far meglio. Il possesso palla è la consolazione dei perdenti, del possesso palla son piene le fosse…