I DELLA VALLE ALLA SQUADRA: "SIAMO NELLA STORIA VIOLA". FESTA E CHAMPAGNE NEGLI SPOGLIATOI. ANDREA TORNA GIOVEDÌ E PORTA TUTTI A CENA. STASERA LA HALL OF FAME DELLA FIORENTINA
Firenze è dentro ad una giornata indimenticabile e non ha nessuna voglia di uscirci. Uno spettacolo la felicità della gente che al fischio finale si è riversata nelle vie intorno allo stadio come in una sorta di carnevale viola. Ma c'era anche chi non voleva abbandonare lo stadio, perché quello era l'attimo di una congiuntura astrale favorevole. Un uragano di lacrime di gioia, una vittoria da scolpire nella Hall of Fame della Fiorentina. La città gode e non vuole smettere di farlo.
La Fiorentina non vinceva al Franchi dal 13 dicembre '98, la firma fu di Batistuta. Quel fuoriclasse capocannoniere della nazionale argentina, amato dai suoi connazionali come il marziano Maradona. Avrebbe dovuto ricordarlo anche Tevez, quando si è permesso sotto la Fiesole di esultare "smitragliando" come Bati, provocazione di mediocrità impareggiabile. Tevez ha mancato di rispetto ad un simbolo del pallone del suo Paese, Batistuta, e agli argentini. E forse da questo gesto si comprende come l'Apache, destinato fin dal principio a diventare un fuoriclasse, non lo sia mai diventato fino in fondo.
La città gode e non vuole smettere di farlo. Era dal 1941 che un viola non segnava 3 gol in un colpo solo alla Juventus: allora era stato Dante Di Benedetti (quella gara finì 5-0) per i viola, oggi l'onore è di Pepito Rossi.
Mai i bianconeri di Conte avevano subìto 4 gol e invece al Franchi è accaduto pure questo. Così come Joaquin non aveva mai segnato in Italia. La Juve in 16 minuti ha beccato quattro sberle, evento straordinario per una una squadra specializzata esattamente nel contrario: più 17 punti conquistati nella ripresa nel primo anno di Conte e addirittura più 27 nella stagione passata.
I Della Valle in casa non avevano mai vinto con la Juventus e due anni fa avevano subìto l'umiliazione dello 0-5 in una notte, il 17 marzo, da cancellare con la cimosa dalla storia viola. Ecco perché alla fine erano ebbri di felicità, con i loro stili diversi: più contenuto Diego, più effervescente Andrea. Sono rimasti qualche minuto in più in tribuna a godersi gli applausi del pubblico. E poi si sono infilati negli spogliatoi.
Nello stanzone è partita la festa, spontanea, ma serena anche quella, senza cose bizzarre. "Tra vent'anni si ricorderanno di questa vittoria", ha detto Andrea Della Valle ai suoi ragazzi, "siamo nella storia viola". Il presidente era provato come se avesse giocato anche lui. Poi sono saltati due tappi di ottime bottiglie di champagne, per festeggiare una giornata particolare, speriamo non irripetibile.
Ieri sera non è stato possibile organizzare su due piedi una cena, anche perché i giocatori avevano già preso impegni precedenti con amici e familiari, solo lo staff tecnico si è ritrovato al volo per una pizza in San Frediano. Appuntamento rinviato a giovedì prossimo, dopo la gara col Pandurii in Europa League: tornerà a Firenze Andrea Della Valle e probabilmente porterà tutti a cena per ricordare Fiorentina-Juventus 4-2 e una rimonta pazzesca.
E intanto stasera il Museo della Fiorentina e la società viola celebreranno la seconda edizione della Hall of Fame viola. Una parata di stelle di ieri e di oggi. E anche di ricordi di chi ha reso gloria ai viola e non c'è più. Una notte dedicata al senso di appartenenza, l'ideale dopo l'impresa con la Juve.
Mario Tenerani