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I DELLA VALLE HANNO FATTO I CONTI: LA MERCAFIR NON RISOLVE I PROBLEMI

di Mario Tenerani
Mario Tenerani

E' l'altra questione calda sul tavolo della società viola: rilanciare la squadra. Rendere competitiva la Fiorentina, che ha bisogno di una trasfusione di energie tecniche.

Per farlo servono risorse economiche, la proprietà è stata chiara. Soldi per ridurre il gap con  i grandi club. I fratelli Della Valle non hanno ancora deciso se sposare l'operazione Mercafir, attendono, come logica impone, che le regole del bando siano pubbliche. E questo avverrà tra un po' di tempo. La famiglia Tod's valuterà algidamente, come è nel suo stile, pro e contro di questa manovra di investimento. Ma una cosa è certa: il nuovo stadio e le strutture commerciali non sposteranno i destini economici del club viola. I Della Valle sono arrivati già a questa conclusione.

Il loro sogno si  chiamava cittadella: un'idea spalmata su 90 ettari, con una vasta gamma di strutture, in cui lo stadio rappresentava solo la ciliegina sulla torta, non l'ingrediente principale. Le parole di Diego Della Valle sull'argomento, lanciate il 19 settembre 2008 nell'ormai nota conferenza stampa del Four Seasons, sono stampate nella memoria collettiva. Il patròn viola lo disse senza possibilità di fraintendimento.

Introiti stimati per la Fiorentina - derivanti dalla Cittadella -: circa 50 milioni di euro all'anno. Una bella somma che avrebbe avvicinato - unita agli sforzi della proprietà - la squadra viola alle storiche protagoniste del nostro calcio. Lo scudetto non sarebbe stato assicurato - ma chi può garantirlo? Il pallone rotola sempre in modo imprevedibile -, ma sicuramente sarebbe stato un obiettivo aggredibile.

La pianificazione Mercafir, invece, seppur portatrice sana di spunti interessanti, può produrre al massimo 10 milioni di euro, nelle previsioni più ottimistiche dei fratelli Della Valle.  Un quinto della cittadella: una somma irrilevante per incidere sul domani economico della Fiorentina, serenamente ricavabile da una trattativa intelligente di mercato. Morale: può anche darsi che Diego e Andrea Della Valle scelgano di regalare un nuovo stadio ai propri tifosi, con un'area viola adiacente realizzata con molte attività, ma solo per salire un ulteriore gradino di crescita. Non quello decisivo, però.

I Della Valle non vogliono vendere la società, studiano un rinascimento viola, ma per fortificarlo hanno bisogno di altre idee, insomma entrate economiche che non sono riconducibili alla Mercafir. Giusto? Sbagliato? Ognuno ha la propria ricetta, ma loro la pensano così. Bisogna cominciare a prenderne atto.

Lo spiegheranno presto e bene alla città. Perché il rischio, che non vogliono correre, è quello di ricorrere a banali e semplici equazioni del tipo: Mercafir uguale sogni di gloria. Purtroppo non è così. E quindi, non ci sarebbe da meravigliarsi se alla fine i Della Valle rinunciassero a questa opportunità per virare verso altre soluzioni, al momento sconosciute, ma sulle quali la proprietà viola sta lavorando.

Mario Tenerani

giornalista de Il giornale della Toscana