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I DELLA VALLE SPARITI, ORA BASTA. MENO MALE CHE NON VOLEVANO VIVACCHIARE. LA FIORENTINA COME IL CHIEVO, UN AFFRONTO A UNA CITTA’. INTERVENGA IL SINDACO. TROPPO FACILE ASPETTARE IL BUSINESS DELLO STADIO

di Enzo Bucchioni

Ho cominciato a seguire la Fiorentina come giornalista nel 1978, quando molti di voi non erano ancora nati. Il presidente era un gentile signore chiamato Rodolfo Melloni, nell’estate del 1979 gli acquisti più importanti furono due giocatori di serie C, Bruzzone e Ricciarelli. Non sono passati alla storia. Dico questo perché so bene che nella sua storia la Fiorentina ha vissuto momenti diversi, spesso più difficili di quello che stiamo vivendo oggi, ma lo dico anche perché mai mi era capitato in passato di sentirmi circondato da rassegnazione, tristezza e grigiore come oggi. Anche attorno a quelle Fiorentine più piccole, tecnicamente più modeste, non sono mai mancati l’entusiasmo, la gioia, lo spirito di appartenenza, la voglia di tifare dei colori e una maglia, il grande orgoglio di sentirsi parte di un qualcosa di straordinario che porta il nome, la storia e la bellezza di Firenze. Oggi, invece, è decisamente insopportabile l’aria che gira attorno alla Fiorentina. Non è da Fiorentina. Tifare la tua squadra con la tristezza nel cuore è qualcosa di inaccettabile per tutti, ma soprattutto per una tifoseria come quella viola che vive di una straordinaria passione, di un amore senza confini, sempre in simbiosi con i suoi colori.

La Fiorentina per Firenze è tutto. Morale? I Della Valle stanno rubando un sogno ai fiorentini e giorno dopo giorno la situazione sta diventando sempre più nebulosa, complicata e difficile da capire. Quello che dà fastidio credo sia fondamentalmente l’avere una proprietà forte, potenzialmente importante, che ha perso interesse e non ha più ambizione. La sensazione è un po’ quella di sentirsi prigionieri dei Della Valle e del loro disamore. Ma lo dico e lo sottolineo mille volte: la Fiorentina non può essere trattata con indifferenza. Da nessuno. Neppure dai proprietari.

E invece, purtroppo, da mesi è così. Vedere la Fiorentina che perde con il Crotone e non batte la Spal, guardare la classifica e ritrovarsi al fianco del Chievo sono piccoli dolori sportivi che si acuiscono quando cerchi di andare oltre. Chi siamo? Dove andiamo? sarebbero i grandi quesiti che da sempre accompagnano l’uomo, ma che in questo caso vedo bene accoppiati alla Fiorentina.

Cos’è e dove va la Fiorentina? Non chiedetelo a nessuno, non trovereste risposte. E probabilmente non le trova neppure Pioli che in conferenza stampa si permette di dire: "Tanto in questa stagione non dobbiamo mica vincere niente…". E no, caro Pioli, arrivare sesti o settimi sarebbe una straordinaria vittoria per la modesta Fiorentina di questa stagione. Da vincere c’è sempre qualcosa nello sport, di sicuro ci si può e ci si deve migliore. Ma, evidentemente, Pioli dice quello che sente, quello che respira.

E l’aria, purtroppo, è questa. E meno male che Diego Della Valle, ormai una decina d’anni fa disse una frase diventata storica nel suo argomentare: "Non staremo a Firenze per vivacchiare". L’aveva capito che a Firenze non si vivacchia. Non è accettabile. E invece oggi si vivacchia. Eccome se si vivacchia. E Diego Della Valle dov’è? In Cina per lavoro e lo sappiamo, ma dov’è in assoluto? Ha dei progetti, delle idee, vuole fare qualcosa? Ha abbandonato Firenze da tempo e la Fiorentina nelle mani più o meno fidate dei suoi manager. Ha messo la Fiorentina su una barca e l’ha lasciata andare sulla corrente. Non bastano le telefonate di quando in quando, come si fa con un amico lontano. Una società di questa importanza va gestita nella quotidianità.

E Andrea? Anche lui è in Cina, ma ha raccontato ad amici di aver chiuso con il calcio. Luca Toni nei giorni scorsi l’ha fatto capire. Andrea non sopporta le contestazioni, avvertitelo che il calcio è anche questo. Per loro, per i Della Valle, in sostanza, la Fiorentina è un ramo secco d’azienda. E’ in vendita, almeno formalmente.

Ma è vero o è solo una mossa tattico-strategica? Per vendere qualcosa bisogna darsi da fare, promuoverlo, cercare opportunità. Magari nominare quel famoso advisor più volte sbandierato, che potrebbe dare una mano a cercare opportunità. Niente. E chi si avvicina e bussa alla porta di Casette d’Ete viene respinto con forti perdite. Pretendere di vendere un bene che vale al massimo 150 milioni (ma solo perché porti in dote il brand Firenze) ad una cifra superiore ai 250 milioni, significa non voler vendere. Non vedo alternative. La pretesa di voler recuperare tutto quello speso fino ad oggi dall’acquisto del 2002, mi sembra inaccettabile. Un circolo vizioso dal quale non si uscirà mai.

Credo che sia arrivato il momento di fare e di pretendere chiarezza. Il sindaco Nardella ha fatto una mossa di grande disponibilità e intelligenza da parte sua e dell’amministrazione che rappresenta. La sua visita a Casette l’ho sempre vista bene, è un gesto per la città e per i cittadini, il sindaco deve sapere. Una Fiorentina positiva porta positività. Ha ricevuto in cambio assicurazioni. Bene. Sono passati due mesi e non è cambiato nulla, anzi, più il tempo passa e più la sensazione di abbandono cresce. Come già detto. E allora? Facile aspettare il nuovo stadio. Lo sappiamo tutti che attorno allo stadio ci può essere il business in grado di far crescere la Fiorentina. Ma per vedere lo stadio, annessi e connessi, serviranno ancora anni. Tanti. Tre-quattro? Chi lo sa. Diego Della Valle pensa davvero di vivacchiare con la Fiorentina per altri tre-quattro anni in attesa dello stadio? Inaccettabile.

Per questo credo che servirebbe un altro check da parte del sindaco perché far crescere ancora di più il disamore non è tollerabile. I tifosi della Fiorentina sono ragionevoli e maturi oltre che appassionati come pochi, ma hanno il diritto di sapere. Nessuno può ridimensionare e tenere una società dalle grandissime potenzialità (e i Della Valle lo sanno visto che hanno gestito momenti di grande calcio anche per merito loro) in questo stato di abbandono. Ai tempi di Melloni si sapeva che quelle erano le potenzialità, quella era la Fiorentina e piaceva così. Si capiva, si comprendeva, si amava. Oggi purtroppo non si capisce, non si comprende e si fa fatica ad amare.