I PARADOSSALI INCONTRI DI SOUSA E L'INCOMPRENSIBILE IMMOBILISMO DELLA FIORENTINA. FUTURO: CRESCE CON FORZA L'IPOTESI LUCIANO SPALLETTI SE ROMPE CON LA ROMA, DUE LE ALTERNATIVE PIU' CALDE
Quel che è accaduto in queste ore ha dell'incredibile. A Firenze, nella città dove Paulo Sousa allena la Fiorentina, il portoghese sta pianificando il suo futuro. Altrove. Un incontro con i vertici del Borussia Dortmund, come accadde in passato con l'oramai celebre cena con lo Zenit San Pietroburgo. Tutto mentre la società non prende posizione, mentre lo stesso allenatore non ha mai detto la vera e sincera verità, il segreto di Pulcinella che tutti conosciamo: Paulo Sousa darà il suo addio a Firenze. Lo aveva già fatto nel febbraio del 2016, presentando le sue dimissioni poi respinte. La Fiorentina ha deciso di andare avanti insieme, salvo poi rendersi conto che il ciclo era finito. Ora, direte "facile dirlo a posteriori". E in effetti è così. Perché chi è nelle stanze dei bottoni, decisionali, è lì anche per prevedere ed evitare simili scenari. Per rendersi conto che un allenatore ha perso gli stimoli e, se questi non lo dice ma lo palesa poi successivamente sul campo con formazioni sbagliate, con scelte errate, con dichiarazioni fuori luogo e fuori tempo, forse una decisione andava presa. Prima.
Adesso l'incredibile. Sousa vede il Borussia Dortmund e se andrà davvero lì, la Fiorentina avrà semplicemente vissuto da inerme spettatrice questa situazione. Tutto normale? Se Massimiliano Allegri, per dirne uno ma il discorso varrebbe pure per Luciano Spalletti, per Maurizio Sarri e via discorrendo, avesse incontrato un'altra società a Torino, a Roma o a Napoli, credete che le tre società sarebbero state in silenzio o avrebbero preso provvedimenti? Il paradosso, scorre sulle frequenze viola. No, tutto normale. Un'altra volta, perché Sousa aveva già visto come detto il club russo dello Zenit in passato per cercare di studiare la possibilità di allenare altrove. E li vide a Firenze, senza remore nè problemi. Ora Sousa ha dato la sua totale disponibilità a un Borussia Dortmund dove è di casa, visto il suo trascorso da calciatore in giallonero, e dove Thomas Tuchel sta faticando a prendere in mano le redini del dopo Jurgen Klopp.
Ora il capitolo eredità di Paulo Sousa con qualche forte novità. Occhio al nome di Luciano Spalletti. Le ultime che vi possiamo raccontare è che la Fiorentina starebbe muovendo da tempo, sottotraccia, i suoi passi per arrivare all'allenatore toscano. E' il grande sogno della famiglia Della Valle. E' un tecnico che da sempre si è solo sfiorato con Firenze, con la Fiorentina, ma il matrimonio non si è mai concretizzato. Adesso i viola stanno monitorando quel che accade a Roma, con la Roma. James Pallotta vorrebbe confermare l'allenatore di Certaldo, è vero, ma le dichiarazioni "se non vinco me ne vado" e l'arrivo del ds spagnolo Monchi nella Capitale che può portare con sè Unai Emery dal PSG, vanno in direzione opposta. Ah, breve inciso nel domino. Se Allegri viaggia oggi verso la conferma a Torino, attenzione anche all'ipotesi Spalletti-Inter...
Altre indiscrezioni fresche di serata: sembrano più lontane oggi le ipotesi Eusebio Di Francesco (molto simile a Vincenzo Montella e blindato da una clausola che i Viola non vogliono pagare al Sassuolo) e Leonardo Semplici, pur caldeggiato da Pantaleo Corvino ma ritenuto dalla proprietà ancora acerbo. Così Corvino continua a cullare il sogno Maurizio Sarri, difficile, complicato. Perché Aurelio De Laurentiis, nonostante la rottura, non vuole farlo partire. E se si complica anche l'idea Marco Giampaolo (l'accordo era vicino, poi Massimo Ferrero ha convinto il tecnico al rinnovo fino al 2020, come ammesso anche dallo stesso allenatore), il nome meno complicato da raggiungere sarebbe Stefano Pioli. Piace a tutti: proprietà, dirigenza, ambiente. A Firenze ha lasciato un bel ricordo, resta però da capire se il matrimonio con l'Inter, che sogna Conte e Simeone, andrà avanti o meno. Spalletti, Sarri, Pioli. Tutti difficili, tutti complicati. La Fiorentina però è al lavoro in queste ore. Prendesse posizione anche su Paulo Sousa e i suoi incontri fiorentini con altre società, magari, sarebbe meglio.