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I SEI MESI CHE CAPOVOLSERO IL MONDO VIOLA. È COMMISSO LA GARANZIA PER IL FUTURO

di Tommaso Loreto

Sei mesi gli sono bastati per capovolgere il mondo viola. Era il 6 giugno quando il jet privato di Rocco Commisso atterrò in una bollente Peretola dopo le firme finali sul passaggio di proprietà. Un emozionato Andrea Della Valle abbozzava un ultimo saluto alla piazza, Diego Della Valle restava sull’algida linea delle ultime esternazioni sempre più avvelenate. Si sono piaciuti subito, Commisso e i fiorentini, ma sei mesi dopo l’avvento della prima proprietà straniera della storia della Fiorentina fa quasi effetto riepilogare quanto e come sia cambiata la storia.

Da una distanza che la precedente gestione non è mai riuscita a colmare, soprattutto nell’ultimo lustro, l’appassionato viola si è ritrovato con un vero e proprio capofamiglia che non conosce stanchezza. Ed è per esempio nel legame che ha voluto creare con l'ospedale Meyer, che Commisso mostra il suo carisma più bello e importante. Se si potevano legittimamente nutrire dubbi sulla presenza del nuovo proprietario, impegnato nel business di casa in USA, Commisso ha smentito qualsiasi scettico. Anzi, è andato ben oltre più rosea aspettativa sul tipo di gestione che avrebbe potuto avere la nuova società. L’ultima visita fiorentina non è solo emblematica di quanto si stia spendendo il presidente più o meno su ogni singolo aspetto del presente e del futuro, ma persino strabiliante sotto il profilo della resistenza fisica e della pura empatia. 

Commisso non salta un evento, non manca di onorare la storia del club presenziando agli eventi che ne celebrano i fasti del passato, e poco cambia se le impellenze del momento lo portano anche direttamente in campo. Nel giro di una settimana, qualunque sia l’esito finale di una storia ancora da scrivere, gli incontri con babbo Chiesa riportano un pizzico di sereno sull’uomo in grado di fare la differenza, mentre la difesa a spada tratta del tecnico va nella stessa direzione degli abbracci e dei buffetti per Sottil e Benassi il giorno dopo la vittoria sul Cittadella

Nel mezzo, è chiaro, c’è un momento che si fa delicato per non dire rischioso, visto che tra Torino, Inter e Roma il finale di 2019 per la Fiorentina (e Montella) si fa assolutamente in salita. Eppure è come se ostacoli, problemi e inevitabili errori commessi in questi primi sei mesi rappresentassero solo il necessario ambientamento di un presidente che con questa passione porterà certamente la Fiorentina in alto. Una garanzia che per la Fiorentina mancava da tempo e che a partire dalle infrastrutture, come testimoniano i 70 milioni di investimento sul centro sportivo, si allarga fino alle intenzioni sull’immediato futuro. 

Se il presente si fa complesso e lo stesso destino del tecnico verrà valutato partita per partita a conferma di un momento difficile (emerso a tratti anche nel martedì sera di coppa con il Cittadella) il domani torna a farsi interessante grazie a un’impostazione, quella di Commisso, che Firenze anelava da tempo. Calore, passione, presenza, spontaneità, vicinanza e così via, erano anche e soprattutto questi i valori che la tifoseria sentiva di aver perso di fronte alla freddezza di troppi anni spesi a non parlare di calcio. Vedere come Commisso li ha restituiti, al netto di quelli che saranno i prossimi risultati, non ha prezzo. 

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it