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I SETTE GIORNI DI MIHAJLOVIC

di Mario Tenerani

Mihajlovic ha davanti agli occhi sette giorni decisivi. Juventus e Genoa saranno esami determinanti, propedeutici del suo futuro a Firenze. Non è giusto, ma è così. I tifosi lo hanno già esonerato: con fischi e cori pesanti al Franchi. Oltre allo sgradimento espresso in rete, radio e tv. La società no, perché difende il proprio allenatore. Non ha ancora voglia di farne a meno. Un club non può decidere in base alla pancia della piazza, deve tenere la barra al centro.

Sono, dunque, due piani diversi: la storia del calcio è piena di società che sono andate contro il comune sentire dei propri sostenitori. Che poi abbiano vinto o perso la battaglia di turno, è tutt’altra faccenda, ma la linea è quella.

Il problema non è capire quello che farà la Fiorentina perché è tutto molto chiaro: Andrea Della Valle dicendo che ‘Mihajlovic non è in discussione’, ha chiuso, almeno per adesso, la questione. Il problema, semmai, è far lavorare tecnico e squadra in queste condizioni. Perché l’ambiente è pesante. La distanza tra città e allenatore è una criticità, non può essere sottovalutata. Sinisa ha grande carattere, ma trasmettere serenità ad un gruppo quando la sfiducia all’esterno è pressante, diventa un’impresa.

Morale: se i viola continueranno a pareggiare (non vincono dal 21 settembre col Parma) o perdere (che poi è quasi la stessa cosa), fabbricando un calcio di alti e bassi (più i secondi dei primi), a non chiudere le partite, con i soli acuti affidati al talento di Jovetic e Cerci (anche se l’esterno nelle ultime partite è stato poco incisivo), con una classifica sempre mediocre, beh, a quel punto una decisione i dirigenti dovranno prenderla. In ballo c’è un obiettivo: il ritorno in Europa. Con la media attuale, inferiore 1,3 punti a partita, la Fiorentina continuerà il giovedì ad esibirsi ai Campini. Sarebbe un fallimento per la politica societaria dei Della Valle. 

Il campionato ha poca qualità, ce ne siamo accorti da tempo. E’ anche un po’ matto se nelle prime quattro posizioni della classifica ci sono Udinese e Cagliari e una sorprendente Lazio seconda. E se l’Atalanta non avesse avuto la penalizzazione sarebbe seconda. Il Napoli ha fatto un punto in 4 partite; l’Inter arranca; la Juventus è terza ma in 7 partite ha pareggiato 4 volte, di cui le ultime due consecutive (Chievo e Genoa) e la famosa magìa dello stadio nuovo, non si è dimostrata tale, visto che i bianconeri in casa hanno perso 4 punti. Tutto ciò, sia chiaro, aumenta il rammarico – termine edulcorato – dei tifosi della Fiorentina. I viola, con un impianto di gioco e un pizzico di personalità in più, mai come quest’anno avrebbero potuto approfittare delle titubanze degli avversari più titolati.

Martedì sera a Torino mancheranno sicuramente gli squalificati Mihajlovic e Montolivo, probabilmente ancora Cassani, ma tornerà Gilardino dal primo minuto. Il tecnico sarà in tribuna con l’auricolare, in panchina ci sarà il suo ‘tattico’, Dario Marcolin. L’assenza di Montolivo sarà pesante. E’ l’unico nel mezzo ad avere idee e piedi buoni per muovere la palla, in rosa non c’è un sostituto. Mihajlovic dovrà battere un’altra strada: mediana più muscolare, incollata davanti alla difesa, pronta a riallungarsi nelle ripartenze. La Fiorentina di Sinisa, in trasferta, contro le squadre forti ha sempre disputato buone gare. L’ultima è stata a Napoli il 25 settembre. E’ la cosa che le riesce meglio: giocare addosso all’avversario e ripartire. Nella più classica tradizione del nostro calcio, infatti questa Fiorentina ha un sapore retrò.

La Juventus ha qualche difficoltà: Chiellini come terzino sinistro sta facendo male, e il centrocampo se attaccato in velocità va in affanno. Se i viola saranno corti, ordinati, compatti e convinti, potranno tornare da Torino col sorriso. Il resto lo sanno o lo dovrebbero sapere: la sfida con la Juventus non è una partita come tutte le altre. Gli stimoli per far passare una bella notte ai tifosi viola non dovrebbero mancare. Paradossalmente per la Fiorentina sarà più ostica la gara al Franchi col Genoa: i liguri sembrano aver capito gli schemi del proprio tecnico. E in trasferta le squadre di Malesani giocano sempre un calcio efficace, a Firenze se lo ricordando in tanti.

Sono i 7 giorni di Mihajlovic. Tocca a lui caricarsi sulle spalle la Fiorentina. Ora o mai più.

 Mario Tenerani

giornalista de Il giornale della Toscana