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I TRENTA GIORNI DELLA FIORENTINA

di Niccolò Ceccarini

Un mese per decidere. Non di più. Non è semplice fare una previsione sicura, ma il toto-Corvino è cominciato. Resterà, andrà via, da mercoledi pomeriggio c’è solo questo tormentone. Anche se in realtà il suo futuro già da tempo è argomento di discussione. La storia insegna che quando la programmazione è definita con largo anticipo tutto è più facile. Basta ricordarsi la campagna acquisti di tre anni e mezzo fa quando a marzo la Fiorentina aveva preso Jovetic, Melo, Gilardino, Comotto. L’ultimo arrivo fu Vargas, ma a fine aprile con il Catania c’era già l’accordo per il peruviano. Per “par conditio” bisogna aggiungere che altri affari chiusi prima del previsto sono andati male vedi Felipe o hanno comportato una sostanziosa rimessa economica come D’Agostino. Il punto però non è questo. Gli scenari adesso sono cambiati, perché senza gli introiti della Champions League il budget si è notevolmente ridotto. Gli obiettivi sono diversi ma la strategia deve essere la stessa. Nel senso che se si vuole davvero cominciare un nuovo ciclo,  è fondamentale avere idee chiare e individuare subito cosa serve. Visto che la Fiorentina non può investire molto, per trovare buone occasioni deve bruciare gli altri sul tempo. Per farlo deve avere certezze. Il ruolo del direttore sportivo è centrale. Corvino si è già mosso per la prossima stagione, di comune accordo con la società, il riferimento è alle operazioni Hegazy e Pizarro. E’ altrettanto evidente che a giugno i giocatori in scadenza se ne andranno quasi tutti. Penso a Marchionni, Kroldrup, Natali, o ai casi di Felipe e Vargas, che si sistemeranno altrove per dare spazio a giovani più affamati e in cerca di gloria. C’è già una base che si chiama Delio Rossi ed è un gran bel tassello. Intorno a lui si respira un’aria simile a quella che c’era con Prandelli. Tanta fiducia e speranza che possa dare il via alla rinascita. Tutto questo non basta, perché il lavoro del tecnico deve andare di pari passo con quello di chi fa mercato E’ così che si torna al punto di partenza. Un mese per decidere. Corvino si è preso una pausa di riflessione. Là davanti ha un contratto triennale, che gli è stato proposto dalla società. Una scelta. Se anche dovesse avere un solo dubbio, a quel punto sarebbe meglio fare un passo indietro. Lo dico anche con dispiacere perché lo conosco da molti anni e vederlo andare via da Firenze mi farebbe un certo effetto. Il clima non è favorevole e la pressione non si allenterà. Anzi. E di questo Corvino deve essere consapevole. La realtà però va affrontata di petto, nel bene e nel male, non esistono vie di mezzo. Per lui e per la Fiorentina. Intanto c’è l’Udinese, nel gelo del Franchi l’augurio è che la Fiorentina riscaldi almeno il cuore dei tifosi viola.

Niccolò Ceccarini

giornalista di Radio Toscana


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