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IL 2016 FINISCE CON 4 OSTACOLI VERI. IL SASSUOLO È IL PRIMO DELLA SERIE. NON È UN MOMENTO FACILE MA I SEGNALI DELLA COPPA SONO BUONI. E TRA UN ANNO CHAMPIONS OBBLIGATORIA…

di Mario Tenerani

Sarebbe stato comunque un finale di anno solare non semplice per i viola, per i confronti con Sassuolo, Lazio e Napoli. Poi il recupero della gara di Marassi dell’11 settembre scorso ha complicato ulteriormente le cose. Una sequenza tosta per la Fiorentina, soprattutto perché la squadra di Sousa non può più perdere terreno, rispetto agli obiettivi stagionali. Non solo: c’è anche una componente psicologica. Gestire una sosta lunga, come quella invernale, con il morale alto è un conto, lavorare invece in una situazione infiammabile è tutta un’altra storia. Non è un momento facile per la Fiorentina: Sassuolo stasera, giovedì Genoa, domenica Lazio all’Olimpico e infine il 22 dicembre al Franchi col Napoli. Evitiamo di fare tabelle-punti perché il terreno è molto scivoloso… I segnali, però, che la gelida Baku ha inviato a tifosi e critica sono buoni: i viola sembrano in forma fisicamente, molto reattivi. La gamba gira che è una meraviglia, come se davvero in questa stagione - ma Sousa ne aveva parlato nel ritiro di Moena - la preparazione fosse stata fabbricata seguendo un percorso inverso rispetto ad un anno fa. La Fiorentina, infatti, cominciò a rallentare proprio all’alba del 2016, mentre adesso sembra dare l’impressione di essere pronta a decollare. Tutte queste valutazioni dovranno essere avvalorate o smentite (speriamo di no) dal poker di impegni di cui abbiamo già parlato. 

Il frangente delicato riguarda anche la società. In questi giorni si decidono le grandi strategie per il futuro: dovrebbe essere questione di poco, forse di ore, per l’ufficializzazione del progetto stadio, cioè la partecipazione al bando indetto dal Comune. Da questa grande infrastruttura passerà il futuro economico del club viola. Con un’operazione di questa portata devono cambiare in meglio anche le ambizioni della Fiorentina: si potrà alzare l’asticella del traguardo finale. Non parliamo di scudetto, ma di zona Champions sì, visto che ora l’orizzonte massimo ha il profilo dell’Europa League. La riforma della Uefa, fresca di un paio di giorni, riconosce all’Italia 4 posti in Champions, senza nemmeno passare dall’imboscata del preliminare - accesso diretto -, a partire dall’edizione 2018-19. Ciò significa che le prime 4 classificate del campionato italiano nel maggio 2018, dal settembre successivo giocheranno in Champions. La dirigenza viola dovrà cominciare a lavorare su questo obiettivo da subito perché non ci possono essere soluzioni alternative: con stadio, cittadella e Firenze alle spalle, garanzia di visibilità mondiale, lottare per il quarto posto diventa un obbligo di mandato… Poi il campo può riservare come al solito sorprese di qualsiasi genere, niente è scontato, ma almeno gareggiare dichiaratamente per quella meta deve trasformarsi in elemento di normalità. E allora coraggio: proprietà e dirigenza dateci dentro perché la differenza d’ora in poi tra chi giocherà in Champions e chi no, sarà ancora più marcata.