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IL CAPOLAVORO DI MONTELLA: SPETTACOLO E CONCRETEZZA VIOLA. ECCO LA TABELLA CHAMPIONS

di Enzo Bucchioni

Noi che non amiamo Zeman e il suo calcio senza equilibrio, noi che abbiamo temuto fortemente che la Fiorentina si stesse zemanianizzando, siamo finalmente soddisfatti e completamente convinti che Montella è un allenatore che sta studiando da grande allenatore.
La vittoria sulla Lazio è il suo capolavoro. Sarà che quelle maglie azzurre e quel campo gli portano fortuna, sarà che l’adrenalina addosso in certe situazioni aiuta per andare al massimo, fatto sta che forse per la prima volta Montella non ha sbagliato praticamente nulla.
Prima lo spettacolo e i gol, poi la gestione della partita, infine una difesa intelligente senza sdegnare le barricate per portare a casa tre punti fondamentali. Bene, bravo, bis. Le grandi squadre devono saper fare tutto, un po’ come le grandi persone. Devono essere presuntuose il giusto, ma anche umili il giusto. Bellissime, ma pure capaci di essere brutte. L’atteggiamento era già migliorato contro il Chievo, l’aver vinto una partita senza grande calcio, ma con grande rabbia e grande cuore, era stato un segnale importante. Contro la Lazio, la Fiorentina ha giocato palla a terra, in velocità, con la difesa alta ma non troppo, mettendo in campo tutta la qualità all’inizio della partita. E’ giusto andarsela a giocare dappertutto, la mentalità è quella giusta. Era successo così anche a Udine, Catania e Bologna con la differenza che in quelle maledette partite la Fiorentina ha continuato a giocare nello stesso modo, guardandosi allo specchio, con presunzione, quasi pensando che il risultato fosse un atto dovuto alla sua superiorità tecnico-tattica. Un clamoroso errore di mentalità al quale l’allenatore non ha saputo opporre contromisure immediate. Lo ha fatto con il tempo, ragionando e facendo ragionare la squadra. Così, finalmente, abbiamo visto lanci lunghi a scavalcare il centrocampo che non saranno bellissimi, ma servono e spesso diventano efficaci. Abbiamo visto umiltà da parte di tutti gli attaccanti (soprattutto Lijajc) , i primi a fare i difensori. Abbiamo visto quello che volevamo vedere, il passaggio al più difensivo 4-4-1-1 e un finale con il 4-5-1 e una Fiorentina capace di chiudere gli spazi e ripartire. Insomma, una partita che ci manda a dire che quella squadra che sa giocare benissimo a calcio in punta di piedi, quando serve usa anche la zappa.  Non sbagliatevi, non è facile passare da un atteggiamento all’altro, è una prova di maturità. Maturità e umiltà che sta dimostrando anche Montella che non si è lasciato sedurre dall’utopica idea di una squadra di fenomeni. O sei il Barcellona e la Fiorentina non lo è, oppure devi saper fare più cose e giocare calcio in modo diverso a seconda delle circostanze. E’ una crescita importante.
E ancor più importante è il quarto posto. Le tabelle sono pronte e toccando ferro la Fiorentina ha il calendario per amico. Le due squadre che la precedono in classifica (Napoli e Milan) hanno da giocare lo scontro diretto e una sfida difficile ciascuna, il Milan con la Juventus, il Napoli con l’Inter. Come dire che qualcuno ci rimetterà per forza dei punti. La Fiorentina, invece, avrà in casa le due partite più importanti (Milan e Roma) e sempre in casa contro il Genoa domenica prossima, la gara più difficile delle dieci che restano.
Le altre sette gare sono tutte abbordabili, con squadre che non hanno più niente da dare o da avere come Cagliari, Atalanta, Sampdoria, Siena e Pescara fuori casa, Torino e Palermo in casa. Addirittura le ultime tre gare (Siena, Palermo e Pescara) potrebbero essere con squadre presumibilmente già retrocesse. Se aggiungiamo che la Fiorentina non ha coppe e può allenarsi con tranquillità, ecco perché il sogno Champions può diventare realtà.

Enzo Bucchioni

Direttore QS Quotidiano Sportivo

(Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno)