IL CRUDELE PRECARIATO DI SINISA
Il fortino è crollato e con lui anche quella parvenza di tranquillità che si celava al suo interno. E' caduto sotto i colpi del solito cinico Klose dopo appena cinque partite e qualcuno adesso già grida allo scandalo. E com'è ovvio che sia il primo colpevole non può che essere l'allenatore. Chi infatti meglio di Mihajlovic incarna il ruolo di capro espiatorio? Chi meglio di lui puo' essere additato come la prima causa dei mali di una Fiorentina, senza gioco e priva di personalità, che non riesce più - secondo alcuni - ad alzarsi da terra? Una situazione paradossale se si pensa che soltanto due settimane addietro lo stesso Mihajlovic sembrava aver trovato tutte le soluzioni al problema e riportato quell'entusiasmo smarrito nel corso dell'ultima stagione. Così non era. Il buon pareggio di Napoli, a dispetto dell'unicità dell'impresa, non è bastato infatti a restituire quella serenità di cui la Fiorentina, oggi, avrebbe un disperato bisogno. Così come la riscoperta di un Cerci da Nazionale e la rivitalizzazione di giocatori spenti come Pasqual e Natali, non possono bastare a soddisfare la sete polemica che ormai da tempo imperversa a Firenze ed adesso pare anche in società. Così la fiducia in Mihajlovic è tornata ben presto ai minimi storici e i primi rumors su un eventuale esonero non si sono fatti attendere troppo. Già da domenica infatti Mihajlovic sarà sotto la lente di ingrandimento della critica e gli scettici (sempre in maggioranza) resteranno in fremente attesa di un ulteriore passo falso. Pronti, come cecchini, a far fuoco. Gli strani titoli, troppo incentrati su Mihajlovic e poco sulla squadra, pubblicati questa settimana da qualche giornale notoriamente informatissimo sulle dinamiche societarie ci hanno messo la pulce nell’orecchio. Ci hanno insospettito. Che rappresentino velenose ed inarrestabili veline? Tutto nella norma comunque, almeno per quanto concerne il mondo Fiorentina negli ultimi due anni. Un ambiente nel quale Miha è stato catapultato senza paracadute e senza la necessaria esperienza alle spalle, anche a fronte di situazioni che spesso e volentieri esulavano (Mutu e Montolivo su tutti) dai compiti di un semplice allenatore. In questa come nella passata stagione. Ecco perché riversare, oggi, tutte le responsabilità su Sinisa sarebbe un errore strategico e dettato dall'impazienza. Un errore che questa Fiorentina, ancora drammaticamente fragile, rischierebbe di pagare a caro prezzo. Ad oggi infatti il tecnico è parte integrante e leader dello spogliatoio, la gestione di alcune situazioni delicate fino adesso gli hanno dato ragione. Adesso si tratta di dare continuità ad un progetto e vedere quale sia il suo reale potenziale. Una miscela instabile ha bisogno di tempo per trovare stabilità e allo stesso modo anche la Fiorentina per trovare la propria dimensione. Poi arriverà anche il tempo dei bilanci e delle sentenza. In questo momento dobbiamo limitarci ad analizzare nel suo complesso l’inizio di campionato della Fiorentina. Il patto era di cancellare, azzerare il ricordo dell’anno precedente e valutare l’operato di Mihajlovic ripartendo da zero. Lo score registra due vittorie interne, senza apparenti difficoltà, un pareggio in casa della squadra più forte del campionato, il Napoli, due sconfitte contro Udinese, prima in classifica e Lazio, la formazione che assieme alla Juventus si è maggiormente rafforzata nel mercato d’estate. E’ un bottino vergognoso? Altri allenatori di grido con squadre ben più attrezzate hanno fatto molto peggio. Tutto questo non conta niente? Sinisa è già in discussione, già sulla graticola? No, non ci stiamo. Se l’accordo era resettare, troviamo il precariato di Sinisa crudele e pericoloso.
Cristiano Puccetti
Direttore sport di Lady Radio e QuotidianoViola