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IL LECCE AI RAGGI X: HA IL PEGGIOR ATTACCO DEL CAMPIONATO. ANCORA TROPPO FRAGILE PSICOLOGICAMENTE. MA ATTENZIONE ALLA VOGLIA DI RISCATTO

di Alberto Polverosi

Un anno fa, dopo 7 giornate, il Lecce di D’Aversa era una delle squadre più sorprendenti, insieme al Bologna (che alla fine ha sorpreso davvero), al Sassuolo che poi è retrocesso e al Frosinone (stessa sorte degli emiliani). Aveva 11 punti, era in zona Europa League. Aveva segnato 8 gol e ne aveva subiti 9. Sono cifre che oggi riaffiorano con grande amarezza nel Salento, perché il Lecce di adesso ha 5 punti, è in zona-retrocessione, ha segnato appena 3 gol (peggior attacco del campionato) e ne ha incassati 12. Il confronto è durissimo. Tanto per chiarire, il Lecce è la squadra che nell’anno solare 2024 ha terminato più partite senza segnare nei cinque maggiori campionati d’Europa, è successo 16 volte su 27 gare disputate. Eppure la squadra allenata da Gotti non è spenta, tutt’altro, non gioca male, non rinuncia. Sta di fatto che il suo campionato è strano davvero.

E’ iniziato con 6 gol incassati nelle prime due partite, 4 dall’Atalanta e 2 dall’Inter, partite per molti aspetti proibitive, poi si è ripreso battendo il Cagliari e sembrava la vera partenza, anche perché subito dopo ha pareggiato col Toro a Torino. Ma la svolta cattiva, quella che non ti aspetti, è arrivata nella sfida diretta col Parma: 2-0 per il Lecce al 92', il 3-0 sciupato per un niente, 2-2 al fischio finale. E’ stata una botta, simile a quella di San Siro contro il Milan. Mezz’ora fatta bene, senza soffrire, poi, in 5 minuti, dal 38' al 43' del primo tempo, tre schiaffoni di Morata, Hernandez e Pulisic. E anche l’ultima a Udine è stata giocata più che discretamente dal Lecce che avrebbe meritato di chiudere in vantaggio il primo tempo. Poi il calo fisico, il gol su punizione di Zemura e ora la classifica di 5 punti Lecce e Genoa, 4 Monza e Venezia, ma tutte hanno segnato di più e il Monza ha subìto anche di meno.

La sensazione è che Gotti debba lavorare molto sul piano del carattere. Prendere 5 gol (in tutto, fra Parma e Milan) in 8-9 minuti non può capitare a una squadra che sta puntando alla salvezza. Nell’avvio del campionato scorso c’erano i tre gol di Krstovic, una delle ultime rivelazioni pescate da Pantaleo Corvino. Quest’anno è a quota due, nonostante l’arrivo di un ex viola, Rebic. Questa difficoltà a segnare (non tanto di Krstovic, ma di tutto il Lecce) mette la squadra in una condizione psicologica difficile, tranne che col Cagliari e a Torino ha sempre preso gol, ma non riesce a rispondere. E’ il vero problema di Gotti. Il Lecce sta bene sul campo, attacca sugli esterni con Gallo, uno dei terzini di fascia sinistra dal rendimento più costante di tutta la Serie A, si muove con una certa disinvoltura sotto la regìa di Ramadani, ma quando arriva in fondo all’azione si perde.

La Fiorentina deve temerne la voglia di riscatto. Il Lecce ha bisogno dei tre punti, pure Palladino, in attesa della prima vittoria in trasferta. E in più c’è un dato che al Viola Park non devono sottovalutare: il Lecce ha vinto 10 partite di Serie A contro la Fiorentina (con 11 pareggi e 11 sconfitte) e soltanto contro l’Udinese ha conquistato più successi (11).