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IL LEONE VIOLA E IL CONIGLIO BAGNATO BIANCONERO: E’ MANCATA LA ZAMPATA, MA QUESTA SQUADRA RENDE ORGOGLIOSI. RIBERY CAMPIONE IN TUTTO, CASTROVILLI E’ GIA’ UNA STELLINA. IL VOTO PIU’ ALTO PERO’ LO MERITA MONTELLA

di Leonardo Bardazzi

Gioco, corsa, cuore e organizzazione. Peccato, la Fiorentina meritava di vincere. Vestita da Piacenza, la Juve, per citare l’avvocato Agnelli, pareva un coniglio bagnato, una squadra in balia dell’avversario e in attesa che l’arbitro fischiasse la fine. La Viola invece è stata un leone, una squadra aggressiva dall’inizio alla fine, convinta di potercela fare e spinta da un pubblico fantastico, da un tifo incessante (con la solita, splendida, coreografia) e corretto, correttissimo fino alla fine. E’ mancata la zampata decisiva, ma una partita così rende orgogliosi i tifosi, perché in fondo chiedevano solo di tornare a emozionarsi. Di sentirsi complici, capiti, appassionati ad una squadra ancora imperfetta, ma che cresce a vista d’occhio e con motivazioni da vendere. 

Ribery è il fuoriclasse che serviva come il pane. Fa vendere le maglie, fa parlare di sé e della Fiorentina in mezzo mondo, ma soprattutto fa cose che cambiano le partite. A 36 anni e senza preparazione nelle gambe, è stato un autentico trascinatore, ha messo in porta i compagni e cancellato Sua Maestà Ronaldo nel duello dei campioni. E’ già un idolo, la Fiesole lo chiama Fenomeno, come Mutu, come Pepito. E lui risponde correndo come un ragazzino, al punto da riconquistare un pallone appena perso con una corsa di 50 metri: chapeau, campione. Eppoi Castrovilli, il gioiellino che luccica in mezzo al campo. Il ragazzo non calcia il pallone, lo accarezza. Ha classe innata e gioca a testa alta, anche contro gente come Pjanic, Khedira e Matuidi. Per il paragone con Antonio pregasi ripassare, ma la stoffa c’è. Eccome se c’è. Bene tutti comunque, ed è questo l’aspetto più importante. Bene Caceres, bene i due mediani, bene l’instancabile Dalbert e la difesa, che ha praticamente annullato le bocche da fuoco di Sarri. Discreta anche la partita di Chiesa, che ancora non è al massimo, ma che comunque si è reso utile anche in un ruolo non esattamente suo. 

Il voto migliore però lo merita Montella, praticamente perfetto nel preparare la partita, nel riuscire a dominare il gioco e le fasce. Il primo tempo è stato degno erede della prima Fiorentina dell’Aeroplanino, ma anche nel secondo, pur con le gambe pesanti, i viola hanno saputo tenere in pugno la partita. L’equilibrio di squadra, che pareva perduto a Marassi, ha esaltato il pomeriggio viola e messo i brividi a Sarri, costretto di nuovo all’angolo nello stadio in cui vide svanire il suo sogno scudetto. Per Montella è una piccola, grande rivincita personale. Si era parlato di lui come di un allenatore in difficoltà, in crisi d'identità, ormai incapace di vincere e dare un senso alla squadra. Non è così, e i fatti lo dimostrano. La difesa a tre, coi terzini sempre altissimi, è il vestito perfetto per questa squadra, anche se naturalmente il 3-5-2 penalizza i tanti attaccanti ed esterni offensivi che ci sono in rosa. E’ mancato il gol, ma giocando senza punte ci poteva stare. La sfida adesso diventa proprio aggiungere un numero 9 a questa bella Fiorentina: Chiesa esterno e una punta accanto a Ribery potrebbe essere una soluzione, ma ovviamente solo quando l’avversario lo consentirà e soprattutto quando le gambe di tutti gireranno a dovere. La strada comunque è tracciata. Il campionato viola è cominciato in questo sabato di sudore, tifo e soddisfazione. Sì, ha proprio ragione Montella: è molto più di un punto.