IL MEA CULPA DI COGNIGNI È APPREZZABILE, ALTRETTANTO L'APERTURA DELLA FIORENTINA. ANCHE SE I FREDDI NUMERI NON FANNO SOGNARE. DA SALONICCO I VIOLA TORNANO CON UN CASO BERNARDESCHI
Possono piacere o meno, i concetti riportati ieri dal presidente Mario Cognigni. Possono anche essere discussi (anche se per eventuali repliche sarebbe il caso di attendere la pubblicazione del bilancio di quest'anno, fosse solo per capire l’esatta consistenza delle spese sostenute in estate per il mercato pari a 26,5 milioni) ma certamente arrivano su quella stessa linea comunicativa intrapresa a Moena.
L'apertura e la trasparenza registrata nel corso del ritiro estivo, in altri termini, prosegue. E seppure sia evidente che parlare di conti e numeri sia molto meno divertente che discernere di moduli o tattica, resta la volontà della Fiorentina di raccontarsi molto di più rispetto al passato. Contando che proprio la comunicazione e un'eccessiva segretezza sono state a lungo uno degli aspetti più criticati di questa società, l'inversione di tendenza confermata anche dalle parole del presidente di ieri non può che essere apprezzata e plaudita. In fondo davanti al mea culpa di Cognigni non si può far altro che apprezzare e ripartire con la speranza che il rapporto con la piazza possa essere comunque recuperato (stesso dicasi per ADV).
Certamente, per i più, resta l'amaro in bocca di un'ulteriore doccia fredda dettata dai conti snocciolati nell'occasione (con un saldo finale di + 800 mila euro) e la sensazione che, dunque, anche a gennaio non ci saranno a disposizione tesoretti. Ma a nemmeno due settimane dalla chiusura del mercato estivo polemizzare già su quello invernale sembra come minimo prematuro. Senza contare che, sul campo, questa squadra è ancora tutta da scoprire.
Delle tante risposte offerte da Cognigni ieri (lo stadio “a tempio” e la ricerca di partner stranieri, la vicinanza alla città, l'eventuale ingresso in società di Antognoni, il nuovo sponsor e molto altro) si discuterà a lungo, come del resto capita un po' su tutto a Firenze, ma intanto vale la pena sottolineare quel che è accaduto qualche ora dopo la chiaccherata con il presidente in quel di Salonicco. In uno stadio Toumba che, per inciso, avrebbe impressionato qualsiasi squadra per calore, ambiente, atmosfera.
Una Fiorentina completamente ridisegnata da Sousa, con due punte (Babacar e Kalinic), con Tomovic a fare l’esterno di centrocampo, e con Salcedo all’esordio. Il messicano resta probabilmente la nota più positiva della serata di Salonicco, insieme alla prova di Badelj, mentre sullo 0-0 finale vien da pensare che con un pizzico di precisione in più in zona tiro i viola (o gli arancioni se preferite) avrebbero portato a casa il risultato pieno. La sensazione finale, allora, è che la Fiorentina stia cominciando a trovare il passo giusto anche se ancora c’è molto da lavorare. La Roma, in tal senso, sarà un ottimo banco di prova.
Chi, infine, deve ancora decisamente lavorare è sicuramente Bernardeschi, e non solo per l'ingresso a partita in corso decisamente deludente. Le parole di Sousa nel dopo gara sono assai dure, e aprono di fatto un caso da gestire con la massima cautela. Per il patrimonio rappresentato dal giocatore, e per quello che potrà dare nel corso di tutta la stagione. Difficile capire il perchè di quanto detto dal portoghese nel dopo gara di Salonicco, anche se un dubbio resta: sarà mica tutta una questione di ruolo?
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it