IL MISTER HYDE VIOLA E UNA SQUADRA SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI. COMMISSO FURIBONDO, MA IL RITIRO ARRIVA IN RITARDO. IL CAGLIARI RIMONTA, ORA CHI NON SE LA SENTE RESTI FUORI
Sull’orlo di una crisi di nervi. La Fiorentina crolla impotente sotto i colpi di Berardi, e adesso trema sul serio. Anche perché nella drammatica partita sarda, il Cagliari si prende una vittoria incredibile e sale a -5 dai viola. La classifica però, per assurdo, non è l’aspetto più sconfortante. Dopo aver giocato un ottimo primo tempo, con Castrovilli finalmente tornato sé stesso e Bonaventura capace di trasformare in gol l’aggressività viola, il Mister Hyde viola, incomprensibile come il suo ignobile campionato, ha smesso di giocare, ha lasciato campo, fino al paradosso di concedere due rigori nello spazio di 5 minuti. Un record dell’assurdo che distrugge le illusioni del vantaggio e ricaccia nell’incubo. Commisso, furibondo, ha ordinato silenzio stampa e ritiro. Un ritiro tardivo e mal pensato però, perché la squadra andava isolata subito dopo il fischio finale e soprattutto andava messa davanti alle proprie, gravissime responsabilità molto tempo prima: cercare il male fuori, anziché all’interno, è uno dei mille autogol di questa indegna stagione, una cartina di tornasole di quello che non si deve fare per evitare figure pietose come questa.
Molto del suo ce l’ha messo anche Iachini, che nel momento decisivo, ha tolto i due migliori per far giocare Callejon mezzala (!), lasciato l’inutile difesa a 3 e consegnanto la partita a una squadra che nel frattempo aveva inserito Berardi, Defrel e più avanti pure Locatelli. Per dirla alla Beppe, la prima partita l’aveva vinta la Fiorentina, ma nella seconda è stata umiliata, spazzata via da una squadra che non ha fatto la partita della vita, ma ha vinto grazie alla voglia di rimonta e ai colpi dei suoi giocatori migliori. Imbarazzante poi, parlare dei singoli. Pezzella ormai è un caso da strizzacervelli: il capitano, semplicemente, non ne azzecca più una. E appena la contesa sale di tono, si fa dominare dalle insicurezze al punto di regalare un rigore come quello del 2-1. Non ci siamo neppure con Ribery, mai in partita e altamente insufficiente nonostante il passaggio vincente per Bonaventura. Mai visto Pulgar, mai visti gli esterni, sciagurato Dragowski nell’uscita del primo penalty, ma in generale, come al solito, è stata tutta la difesa a fare acqua. Nel finale il Sassuolo poteva anche dilagare, contro un avversario ormai suonato e avvilito.
Ce n’è abbastanza per preoccuparsi parecchio, anche perché come detto in settimana, la doppia trasferta Sassuolo-Verona doveva essere l’occasione per mettere fieno in cascina ed evitare di essere risucchiati laggiù. Invece niente, questa squadra è incapace di gestire e gestirsi anche quando ha la partita in mano. Un limite devastante che ha contributo alle dimissioni di Prandelli. Trenta punti in 31 partite, in un campionato a venti squadre, i viola non li avevano mai fatti. Perfino nell’anno di Calciopoli, con Zoff, ne avevano due in più. E’ un cammino che somiglia molto a una sentenza, verso chi ha pensato questa squadra e chi scende in campo tutte le domeniche. Chi non se la sente, resti fuori. E’ l’unica cosa da fare da qui in avanti. A Iachini servirà il coraggio di fare scelte anche drastiche, Commisso invece dovrebbe finalmente alzare la voce e far passare un messaggio chiaro come il sole: salviamoci e chi vorrà sarà libero di andare. In caso di B però, da qui non se ne va nessuno.