IL PANETTONE NON FRENI L'ADRENALINA, C'È UN 2018 DA CHIUDERE IN BELLEZZA. CONTRO IL PARMA SERVONO PAZIENZA, DETERMINAZIONE E CINISMO. SÌ A GABBIADINI: CON LUI SAREBBE PIÙ FACILE PUNTARE ALL'EUROPA
Pancia piena, panettoni in tavola e regali sotto l’albero. La sbornia natalizia non è ancora finita, eppure arriva già un’altra ghiotta occasione per continuare a spiccare il volo. Con ancora in testa la prodezza di Chiesa a San Siro, la Fiorentina si rituffa nel campionato: contro il Parma, al Franchi, sarà d’obbligo vincere per non gettar via l’impresa di San Siro e il sesto posto in classifica appena riconquistato. Al di là dell’avversario (non insormontabile a dire il vero), il rischio più grande sarà proprio questo: evitare che il clima dolce del Natale, tra spumante, cibo e coccole di figli e compagne, freni l’adrenalina viola, al massimo dopo il trionfo sul sabato di appena qualche giorno fa. A Milano la Fiorentina ha lottato, ha sudato insieme e atteso il momento giusto per far male al Diavolo ferito: dovrà farlo anche oggi, altrimenti le brutte sorprese potrebbero essere dietro l’angolo.
A Santo Stefano la Serie A manca da ben 47 anni: allora - era il 1971 - la Fiorentina pareggiò in casa con l’Inter 0-0, in panchina c’era niente meno che il barone Liedholm, in campo i viola di Chiarugi e De Sisti sfidarono Boninsegna, Facchetti e Mazzola: tanta roba, tanto è vero che che entrambe le squadre contesero il tricolore fino alla fine alla Juve, poi diventata campione d’Italia. Sarà curioso rivedere all’opera tutte le protagoniste del nostro campionato, dopo così tanto tempo. Da questa giornata mi aspetto sorprese (ci sono Atalanta-Juve, Inter-Napoli, la sfida degli Inzaghi e Roma-Sassuolo), anche perché è un turno infrasettimanale e molti allenatori dovranno ricorrere al famoso turnover: chi saprà cogliere l’attimo insomma potrà godersi un altro cin cin. Pioli da questo punto di vista ha parlato chiaro: guai montarsi la testa. Dopo un brindisi in famiglia così, il Natale viola è diventato quasi una normale giornata di lavoro, in attesa che oggi il campo dia il suo verdetto. Per quanto riguarda la formazione, sicuro il rientro di Gerson in mezzo, magari al posto di Edimilson. Per il resto spazio ancora a Mirallas insieme a Chiesa e Simeone, anche se il minutaggio di Pjaca è destinato ad aumentare. In fondo Pioli è stato chiarissimo: Marko resta, il croato non è sul mercato. La Fiorentina vuol puntarci ancora e per questo proverà a rilanciarli un’altra volta.
La difesa invece non si cambia: con Milenkovic, più Pezzella e Hugo, i viola sono in ottime mani. Occhio comunque agli scatti di Gervinho, quasi sorprendente per il modo in cui si è subito rilanciato nel calcio che conta dopo qualche mese di Cina. A 31 anni suonati non era scontato. Il Parma comunque dopo un buon avvio è in calo e (anche per l’assenza di Alves dietro) è un ostacolo superabile: l’importante, come detto, sarà avere la testa giusta. Approcciare la partita al meglio, mettendo subito alle corde l’avversario. Rispetto a San Siro la partita sarà completamente diversa. La Fiorentina si ritroverà davanti una squadra tutta in difesa, attenta a raddoppiare su Chiesa e a non lasciare spazi ai viola. Pazienza, cinismo e determinazione: ecco le armi da usare per continuare a inseguire l’Europa, magari anche evitando gli egoismi offensivi che spesso (anche a Milano) hanno fatto gettare al vento palle gol preziosissime. Simeone, in questo senso, sarà determinante: in partite così, il centravanti può diventare l’uomo più decisivo di tutti.
Nel frattempo, il mercato si muove già. Maxi è ufficialmente dell’Olimpia Asuncion, Eysseric, non convocato per scelta tecnica, è destinato a tornare in Francia. Vicini all’addio anche Thereau e Sottil (ma solo in prestito): c’è spazio insomma per nuovi arrivi, uno dei quali potrebbe davvero essere Gabbiadini. Sarebbe un rinforzo di lusso, perché il bergamasco cresciuto nell’Atalanta è l’attaccante mancino che manca a Pioli per far giocare Chiesa stabilmente a sinistra e, allo stesso tempo, creare un’alternativa-gol a Simeone. Corvino sta tessendo la tela, il mega ingaggio che Manolo percepisce in Inghilterra è l’ostacolo principale: ma se la volontà del giocatore di tornare in Italia dovesse essere più forte del desiderio di far soldi, ecco che tutti i pezzi del puzzle potrebbero andare al loro posto. Con lui in squadra sarebbe più facile rincorrere un posto al sole, in fondo Gabbiadini, fino a qualche mese fa, era considerato uno degli attaccanti più forti d’Italia. Intanto però conta il Parma e poi la sfida da libro cuore a Prandelli: c’è ancora tempo per chiudere il 2018 in bellezza.