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IL PRIMO ANNO DELL'ERA COMMISSO E LE PARTITE ANCORA DA GIOCARE

di Tommaso Loreto

Non si è fatto mancare praticamente niente Rocco Commisso nel suo primo anno da presidente della Fiorentina. A qualche ora dal compleanno il mondo viola si prepara a una ripartenza assolutamente inedita, ed è anche per questo che l’avvicinamento al ritorno al calcio giocato passa persino in secondo piano. Con il progressivo ritorno alla normalità sono tornate d’attualità le vicende più lontane dal campo, quelle legate allo stadio, e ancor prima delle opinioni è la fredda cronaca a raccontare di come anche l’entusiasmo della proprietà americana si sia infranto su un muro di gomma. 

Dodici mesi dopo quell’atterraggio trionfale a Peretola seguito dalla festa al Franchi l’imprenditore americano si ritrova ad affrontare un percorso già di per sé in salita dal punto di partenza. La storia è nota: abbandonata l’idea Mercafir il Comune spinge sul restauro del Franchi, ipotesi però frenata dai vincoli artistici posti dalla Sovrintendenza, con conseguente stallo un po’ su tutti i fronti, Campi inclusa vista l’incertezza sui tempi. Ancora qualche ora e Commisso dirà la sua, lo farà domani, di certo c’è da aspettarsi un presidente combattivo. 

Anche perchè a guardarsi intorno c’è da credere che qualcosa si stia muovendo, se non proprio a Firenze almeno altrove. Come a Milano per il Meazza, o come a Bologna dove l’intervento sul Dall’Ara è diventato ufficialmente un progetto con tutte le parti in causa ragionevolmente d’accordo sull’occasione da non perdere. Non sarebbe male se dopo una prima annata a vuoto anche a queste latitudini le scelte si facessero più semplici e i percorsi da intraprendere meno incerti. Perché la risposta della tifoseria dovrebbe servire soprattutto a capire che anche a Firenze l’occasione non dovrebbe esser sprecata. 

Rapporti con la città a parte, l’apprendistato di Commisso nel primo anno di Serie A è stato duro e a tratti imprevedibile, come nel caso dell’infortunio di Ribery, ed ha rappresentato un banco di prova non indifferente per chi arrivava da una realtà sportiva lontana anni luce come quella statunitense. Anche se con qualche sbandamento la Fiorentina ha tenuto e sta tenendo, sta provando a pianificare il futuro con un mercato di profili importanti (Paqueta e Vertonghen lo confermano) e con la candidatura del dg Barone per entrare nel consiglio della Lega Serie A. Tutte mosse che testimoniano un impegno rinnovato a prescindere dagli ostacoli, non pochi, fin qui affrontati. 

Adesso però è anche il momento di tornare a pensare soprattutto alla squadra e ai suoi risultati. I dodici turni da affrontare a partire da lunedì 22 giugno sono una vera e propria incognita, difficile capire che tipo di campionato sarà quello che riprenderà tra qualche settimana, da giocare sul fil di lana di un contagio che fermerebbe tutto. Iachini è il primo a sapere di giocarsi una grossa fetta di futuro, il calendario tutto sommato non sembra dei più drammatici, con un Ribery in più ci sono buone speranze di regalarsi un inedito exploit viola in piena estate. 

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it