IL PROTOCOLLO DEL CALCIO COME LE RIUNIONI DI CONDOMINIO E LE LITI PER IL LENZUOLO CHE GOCCIOLA. I MEDICI DEI CLUB SUL PIEDE DI GUERRA, LA LEGA PERÒ INSISTE PER GIOCARE. MILENKOVIC RICHIESTO DALLE BIG: MA IL VENTO A FIRENZE È ORMAI CAMBIATO
Tutti contro tutti. I medici della Figc attaccano il Governo, quelli dei club pensano alle dimissioni, molti giocatori sono spaventati dai ritiri a oltranza, la Lega è pronta a portare Sky in tribunale, Spadafora frena e prende ancora tempo. Il calcio italiano ormai sembra una di quelle riunioni di condominio piene di urla e litigi, con l’inquilino del piano di sotto che si lamenta perché i panni gocciolano e quello che se la prende perché i bambini del vicino sbatacchiano giocattoli per terra anche dopo cena. Trovare una sintesi, sembra pura utopia. Eppure si va avanti a tirare la palla avvelenata nel campo avversario, senza che nessuno si prenda la briga di fermarla, quella palla.
Il Governo ha messo i suoi paletti: quarantena per tutti in caso di nuova positività e responsabilità civile e penale a carico dei medici dei club. Ma chi sarebbe disposto a prendersi sulla spalle responsabilità del genere, soprattutto se (come nel caso della Fiorentina) i calciatori non avranno la possibilità di restare rinchiusi nei centri sportivi? Pochi, forse nessuno, tanto è vero che già qualche settimana fa 17 dottori di A (su 20) scrissero alla Figc le loro perplessità. Poi c’è il problema tamponi: solo in questa fase di allenamenti collettivi ne servirebbero qualcosa come undicimila. Una cifra sconsiderata soprattutto tenendo presente la scarsità di reagente che persiste in diverse zone d’Italia. E’ un protocollo insomma che sembra scritto apposta per anticipare il no alla ripresa del calcio: troppi paletti, troppe difficoltà, troppi rischi. L’assemblea di Lega oggi sarà l’ennesima occasione per litigare, anche se di sicuro i presidente ribadiranno il loro “vogliamo giocare”, figlio soprattutto dell’interesse di tutelare i soldi delle tv. Sky a proposito ha teso una mano: “Chiediamo un accordo che tuteli tutti”. Come a dire, veniamoci incontro, fateci uno sconto e non se ne parla più. Come andrà a finire? E chi lo sa. Di sicuro, le fatture già inviate alla pay tv da parte delle società, somigliano a una dichiarazione di guerra. Ma che la strada che porta a finire il campionato sia sempre più stretta, lo fa capire anche il decreto che finalmente sarà firmato nelle prossime ore: oltre ai soldi salva sport (fondamentali per le miriadi di società dilettantistiche che fanno giocare i nostri figli), le federazioni avranno il potere di centralizzare i ricorsi in un unico grado presso il Collegio di Garanzia del Coni. Un modo per evitare estati calde a suon tribunali (ricordate quanti gradi di giudizio dovette affrontare la Fiorentina per evitare la retrocessione a tavolino di Calciopoli?) e per dare forza alle federazioni stesse.
Nel frattempo, è arrivata un’ottima notizia dal centro sportivo viola. Due dei sei nuovi positivi (si tratta di dipendenti della Fiorentina) sono già guariti e due calciatori sono risultati negativi al primo tampone. Per decretarne la guarigione, come noto, serve un secondo tampone, il risultato del quale sarà reso noto già oggi: incrociamo le dita, ma almeno da questo punto di vista, ci sono ottime speranze. La Fiorentina, anzi, resta convinta che tutti i suoi contagiati potranno allenarsi a pieno regime già da fine maggio. Il punto però resta sempre dove e come. Il protocollo non convince i medici, ma il Comitato Scientifico insiste. Medici contro medici. Sì, mi sembra proprio di sentire la voce del vicino che si lamenta delle gocciole del mio lenzuolo.
Chiusura con l’immancabile mercato. Non bastava Chiesa, ora anche Milenkovic è finito sulle pagine dei giornali nazionali come oggetto del desiderio altrui. Forse non si è ancora capito che il vento è cambiato: il venghino signori venghino è storia passata. La Fiorentina di oggi è un club che pensa in grande, che non ha bisogno di vendere, ma semmai di comprare. Chiesa, per mille motivi e per una promessa fatta da Rocco l’estate scorsa, potrà essere forse l’unica eccezione (le sirene inglesi, come dice Barone, sono sempre più insistenti), ma gli altri restano qui. A puntare in alto con lo zio d’America.