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IL PUZZLE VIOLA E UNA STRATEGIA DA DECIFRARE

di Tommaso Loreto

Quarto giorno di una nuova era. Quella post Palermo, o se preferite post Europa. A lungo dal quartier generale della Fiorentina era filtrata la volontà di rimandare qualsiasi decisione a dopo l'esito finale del campionato, così come a ridosso dell'ultima gara interna, tutti i protagonisti si erano affannati ad assicurare che questa sarebbe stata la settimana delle decisioni. Tanto che, archiviato il pareggio di domenica, persino Pradè aveva confermato di essere in attesa di comunicazioni sul proprio futuro da parte dei Della Valle nel corso di questa settimana.

Fin qui la cronaca di un week-end, quello appena passato, nel quale sono piovuti i proclami. Quelli della società, dicevamo, ma anche quelli del tecnico: felice di restare, tanto più con l'unico referente totale che risponde al nome di Mario Cognigni. Sullo sfondo dello scenario appena disegnato, poi, anche l'ombra di Pantaleo Corvino che attende di liberarsi dal Bologna nel prossimo incontro con Saputo fissato per il 18 maggio prossimo venturo. Logico, perciò, che si sia presto diffusa la sensazione che, tenendo in stand-by Pradè, la Fiorentina stia soprattutto aspettando Corvino

Nel puzzle viola, allora, restano mancanti alcuni tasselli, in particolare nel tracciare quella che potrà essere una rinnovata filosofia da applicare per la prossima stagione. Sia per le stesse richieste del tecnico che (immaginiamo) hanno trovato risposte confortanti nel summit di sabato scorso (non si spiegherebbe altrimenti il cambiamento comunicativo), sia per i tifosi che certamente meriterebbero quella tanto agognata chiarezza che a più riprese è stata chiesta alla Fiorentina. Eppure, dicevamo, dopo le dichiarazioni di domenica sono arrivate soltanto notizie sullo slittamento dell'incontro decisivo tra Cognigni e i Della Valle e un totale silenzio sul futuro dell'attuale d.s..

Il quale, avendo preso parte proprio al summit decisivo con Sousa, presumibilmente sta già portando avanti il lavoro in vista della prossima stagione (magari tracciando quella "italianizzazione" rimasta sospesa nell'aria nell'ultimo anno). Stando così le cose le reazioni sono fondamentalmente due, e nessuna porta con sè i crismi della novità con buona pace di chi si augurava decisioni rapide e chiare. Perchè la Fiorentina ha già ampiamente dimostrato di muoversi con eccessiva lentezza lungo le dinamiche interne e le decisioni da prendere, e perchè quegli striscioni esposti tra curva e cancellate del "Franchi", in cui i tifosi reclamavano maggiore emozionalità e tutto cò che ne consegue, restano a oggi del tutto inascoltati e inevasi.

Una strategia da decifrare, almeno ad oggi con l'ennesimo sforzo di pazienza necessario per capire cosa accadrà da qui alle prossime settimane. Una strategia molto simile a quanto già capitato in passato, la cui utilità peraltro è tutta da comprendere. Tanto più al termine di una stagione dove non sono mancati i passaggi a vuoto e agli albori di una nuova annata dove, oltre a non ripetere taluni passi falsi, sarebbe il caso anche di provare a recuperare il rapporto con chi dovrebbe riempire lo stadio dal prossimo agosto in poi. 

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it