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IL RISPETTO, IL VITTIMISMO E GLI UOMINI DI SPORT

di Tommaso Loreto

Con il Napoli la Fiorentina ha giocato alla pari. O meglio, sotto il profilo del risultato, il pareggio sembrava di gran lunga l'esito più giusto. Sotto quello del gioco, invece, la squadra di Montella ha ampiamente dimostrato di saper giocare meglio dell'italianissimo Napoli di Benitez. Non ce ne voglia il tecnico spagnolo se di iberico, nel suo Napoli, abbiamo avvertito solo il suo accento. Perchè gli azzurri tornano a casa con tre punti e due gol (splendidi per carità) su altrettanti tiri e nient'altro. Francamente un po' poco. Sfruttando più la vecchia tecnica catenacciara di italica memoria, con tanto di ripartenze rapide, che non il tiki-taka spagnolo preannunciato.

Esulato quanto ha raccontato il campo, inclusa la mancanza di Gonzalo in difesa e di Aquilani in mezzo al campo seppure fosse titolare, è inevitabile sottolineare come nel punto perso stasera dai viola pesi in modo decisivo la svista (o meglio la visione ancestrale) cui è stato preda l'inesperto Calvarese. Uno che, per inciso, teoricamente nemmeno doveva essere designato per una gara d'alta classifica come quella tra Fiorentina e Napoli. Ed è allora su questo aspetto che il club viola deve ancora lavorare, cioè quello della tutela. Perchè finchè al “Franchi” verranno spediti fischietti non altezza (in precedenza c'aveva pensato De Marco in Fiorentina-Cagliari a rappresentare degnamente i limiti della categoria arbitrale, esattamente come i suoi predecessori della scorsa stagione) vorrà dire che gli investimenti dei Dei Valle, per il palazzo del calcio, meritano relativo rispetto.

Attenzione, però, perchè stiamo parlando di rispetto. Non di vittimismo. Montella fa benissimo, nel dopo gara, a evitare polemiche. E la stessa società viola non è da meno evitando le dichiarazioni dei giocatori. Ma il presenzialismo diffuso del presidente De Laurentiis in lega (che stranamente ha anche idee tutte sue sulla suddivisione dei diritti televisivi) racconta anche di una crescita esponenziale nella tutela di cui gode la propria società. Auspichiamo, perciò, che lo stesso Andrea Della Valle, in Lega, chieda maggiore rispetto e tutela per il suo investimento chiamato Fiorentina. Perché è proprio colui che per primo spende, che dovrebbe pretendere garanzie di regolarità e arbitraggi adeguati.

Detto questo, e appurato che il rigore non concesso a Cuadrado non trova umane spiegazioni soprattutto se gli occhi degli arbitri si sono triplicati con i giudici di porta, non temiamo di cadere in quel limbo che il collega di Sky Massimo Mauro ci ha definito ieri sera se affermiamo che il primo ringore concesso ai viola ci stava tutto. Con la suddivisione tra chi è uomo di sport, e chi no, Mauro ci ha invece spiegato la differenza tra chi, a suo parere, vede obiettivamente le cose e chi no. Come del resto si deduce nel caso di Andrea Della Valle, almeno a giudicare da come il patron viola è stato incalzato dall'ex calciatore. D'altronde il nostro punto di vista sul rigore di Savic, è molto più in linea con quello di ADV, ed è per questo che stasera non ci sentiamo uomini di sport. E come noi, evidentemente, siamo certi che anche quasi 30.000 fiorentini (e forse più) oggi non si sentiranno uomini di sport. Resta perciò solo un ultimo dubbio, che temiamo resterà irrisolto. Se l'uomo di sport, ormai opinionista fisso nelle interviste del dopo gara, si cimenta in domande reiteratamente irritanti (dal futuro di Montella nelle big alle mancate polemiche arbitrali, fino alle destinazioni definitive prima di Jovetic, poi di Cuadrado) significa che l'esimio Mauro resta uomo di sport sì, ma poco avvezzo al giornalismo?

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it