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IL SOLE DI PASQUA E LE T-SHIRT DA TOGLIERE DALLA NAFTALINA: QUANDO SAREBBE STATO BELLO ANDARE ALLO STADIO. IL CALCIO VUOLE RIPRENDERE, MA I RISCHI SONO TROPPI. LA CONSOLAZIONE È ROCCO: LA PROSSIMA SARÀ UNA FIORENTINA ALL'ALTEZZA DELLE SUE AMBIZIONI

di Leonardo Bardazzi

Sarebbe stato un giorno stupendo per andare allo stadio. Sole a picco, le T-shirt viola da togliere dalla naftalina, la prima abbronzatura tipica della Fiesole. Là dove batte forte il cuore e picchia forte la Primavera fiorentina. Fin da piccolo ho sempre vissuto le partite prima delle festività in modo molto particolare, come fossero più importanti delle altre. Se vinceva la Fiorentina era festa grande, altrimenti nemmeno le tavolate in famiglia, neppure i regali e o le mega uova di Pasqua mi potevano togliere il broncio dalla faccia. 

Stavolta però è tutto maledettamente diverso, e non solo perché ormai di anni ne sono passati parecchi da quando, abbonamento alla mano, entravo in Fiesole incrociando le dita perché Antonio illuminasse la partita coi suoi lanci ci cinquanta metri o segnasse Batigol. Questa, per tutti noi, “sarà una Pasqua in solitudine”, per citare il presidente Mattarella, dove il sole potremo salutarlo dalle finestre di casa, e dove il calcio sarà al massimo un vivo ricordo da conservarsi nella mente, per provare a pensare positivo, per immaginarsi un futuro più prossimo possibile, di nuovo al Franchi, oppure incollati alla tv, sognando una grande Fiorentina. A maggio a proposito, la Federazione è convinta di poter ricominciare. Appena finirà questa chiusura totale che ormai dura da un mese, la serie A vuol ripartire con gli allenamenti. Dal loro punto di vista è comprensibile, in ballo ci sono centinaia di migliaia di euro, mica noccioline. Sono pronti a tutto pur di riattaccare la spina: quarantene obbligate, protocolli medici, porte chiuse, perfino allenamenti fatti a distanza di sicurezza. Il calcio, non da ora, vive in una bolla, in una realtà tutta sua. Lo ha dimostrato litigando per le porte chiuse, per far giocare a tutti i costi Juve-Inter, anche quando l’emergenza divampava e in Lombardia già si contavano i morti. E lo fa anche oggi, nonostante Conte, non più tardi di qualche ora fa, abbia continuato a ribadire che “non ci sono le condizioni per riaprire”. Come andrà a finire non lo sa nessuno, se davvero riusciranno a chiudere i campionati entro il 2 agosto, bravi loro, avranno vinto la loro battaglia fatta di milioni e diritti tv. Io personalmente però non ci credo. Troppi rischi per giocare, troppe incognite legate al virus, soprattutto se si pensa a cosa potrebbe avvenire se, riaprendo le attività, i contagi dovessero di nuovo aumentare o se il calcio si trovasse a fare i conti con qualche altro calciatore positivo. Mercoledì prossimo comunque ne sapremo di più: la commissionescientifica della Figc incontrerà Gravina e avvierà un piano per la ripresa dell’attività. I test medici per tutti sono scontati, i tamponi pure, ma i club dovranno anche garantire ambienti idonei ai giocatori e una stretta osservazione medica su chi è già stato positivo. Pezzella, Cutrone e Vlahovic, per restare alla Fiorentina, saranno monitorati giorno dopo giorno. Con la salute non si scherza, non c’è calcio che tenga. 

Vista la grande incertezza, se dobbiamo parlare di Fiorentina, preferisco farlo pensando al futuro. Commisso è un grande presidente, lo sta dimostrando anche in questi giorni di pandemia, con le raccolte fondi, le uova di Pasqua, le mascherine per Gioiosa Ionica e i continui interventi mediatici che fanno capire la sua voglia di essere presente. Di incidere anche in momento così particolare. Da New York dicono che Rocco stia già pensando alle prossime mosse. La battaglia sullo stadio, quello per aumentare il fatturato, ma soprattutto quella che porta alla costruzione di una squadra più forte. L’emergenza ha creato crepe nel bilancio di qualsiasi azienda mondiale, ma Commisso vuole continuare nel cammino appena iniziato. Dopo Amrabat e Kouame, arriveranno altri pezzi da novanta. Qualcuno ha scritto di Belotti, ma con Cutrone e Vlahovic già in squadra è difficile pensare al bomber del Toro. L’identikit però è quello: la Fiorentina ha bisogno di giocatori di livello per fare il grande salto. E Rocco ha voglia di regalarseli. Anche e soprattutto dopo questa travolgente pandemia che ci fa contare i morti e ci obbliga dietro le finestre di casa, a guardare questo splendido sole pasquale. 

P.S.: Un pensiero anche per i ragazzi della Fiesole e per tutti coloro che hanno contributo alla raccolta fondi viola. Dopo “Forza e Cuore”, è nata “Dalla Fiesole con tutto il Cuore” e (attraverso il portale on line gofoundme) aiuterà le famiglie bisognose. Solidarietà, appartenenza e coesione. La faccia più bella del tifo.