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IL TETRIS DI ITALIANO E I SEGNALI DI BERGAMO, JOVIC E CABRAL INSIEME UN'OPZIONE IN PIÙ. IN SCOZIA COME IN OLANDA: VIETATO SBAGLIARE

di Tommaso Loreto

Otto gare di campionato, quattro di Conference League, inutile pensare che la stagione sia ancora lunga e piena di varianti come la maxi sosta. Le 12 partite fin qui giocate sembrano fornire già risposte chiare ed evidenti. Eppure se la sconfitta di Bergamo non cambia un’inerzia negativa in trasferta, dove i viola sono ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale, qualche segnale è arrivato. Incoraggiante o meno lo racconteranno le prossime gare.

Magari non avrà entusiasmato i più come è capitato al tecnico, comunque soddisfatto in sala stampa dopo lo 0-1 del Gewiss, ma contando assenze e valore dell’avversario non è stato tutto da buttare. In tal senso il rientro di Milenkovic è una prima buona notizia, al pari di un Dodò che torna a far capolino in gruppo, mentre su Nico Gonzalez parlare di cautela è dir poco, ma l'eventuale ritrovata disponibilità di Sottil sarebbe già ossigeno per un reparto offensivo dove Saponara e Ikonè faticano a ingranare. 

Certo, il gol per questa squadra più che un problema pare ormai una maledizione, molto meglio non perdersi nei conteggi sulle reti realizzate, e in più se la difesa si concede amnesie come quella di Bergamo tutto si complica, ma nel tetris di Italiano qualcosa sembra smuoversi. Con il Verona l’avanzamento di Barak a ridosso di Kouamè era stata la chiave di volta per i tre punti, domenica nel finale di gara l’impatto di Jovic è parso più efficace del solito, certamente propedeutico a sbilanciare la squadra in un'area di rigore avversaria già presidiata da Cabral. Chissà che l'opzione delle due punte, motivo di discussione ormai quotidiano, non possa tornare utile. Logico che i correttivi rincorsi dal tecnico siano anche il frutto di più di una contraddizione nata con il mercato estivo, leggere alla voce regista, ma da qui a gennaio l'unica strada è quella di far di necessità virtù (e i processi sommari poco aggiungono).

Anche perchè come fu per la gara di ritorno in Olanda contro il Twente anche giovedì in Scozia sarà vietato sbagliare. Per non compromettere ancora di più il girone la Fiorentina è chiamata a battere l’Heart, formazione certamente alla portata dei viola, ma forte di un ambiente che non farà mancare il sostegno. In puro stile anglosassone. Una trasferta da non sottovalutare, e da affrontare esattamente come a fine agosto quando la Fiorentina uscì indenne dalla bolgia di Enschede. Con la consapevolezza che se in campionato ci sono ancora tutti i margini per trovare una nuova identità e riprendere il cammino, magari proseguendo lungo la strada di una strana convivenza tra Jovic e Cabral, su quel palcoscenico europeo rincorso per oltre un lustro servirà indossare il vestito migliore. Dimostrando, tra l’altro, di aver dimenticato la notte da incubo di Istanbul.