ILICIC, È SOLO IL PRIMO PASSO DI UNA LUNGA RISALITA. STRISCIONI, LA CONTESTAZIONE NON ESISTE. E CUADRADO NON È UN CASO
Un gol ed un assist per Josip Ilicic. Perdonate il commento tipicamente fiorentino, dove l'intrinseca polemica fa parte del dna. Ma farlo con la Dinamo Minsk non è che sia Everest scalato, ma solo collinetta dove comunque lo sloveno si è arrampicato con relativa semplicità. Serve però guardare alla sua terra, per tornar lì, sulla terra. "Serve fame, non fama". L'attacco netto e secco del ct Katanec, un passato da centrocampista vincente con la Sampdoria, è stato ben più che cristallino e per questo l'ha tenuto fuori dai convocati. Non parlate di rinascita (ok, c'era Dio nella Dinamo, ma la battuta è scontata), bensì di un piccolo passettino in avanti. Della serie: una prestazione non fa primavera, ma neppure uno striscione.
Da qui si passa all'altro argomento scottante, che poi nè tema nè argomento è. Uno striscione non firmato non può far notizia, perché dai tempi Curve e Gruppi mettono sempre faccia e firma su critiche, attacchi e contestazioni. Sicché il duplice striscione contro i Della Valle può essere pensiero di uno, di due, di tre. Pure di tutti. Ma nasconder la mano dopo aver appeso lo striscione non vale.
Sicché è giusto anche sminuire quel che è possibile sminuire o comunque sgonfiare. Perché Juan Guillermo Cuadrado non è un caso esploso, solo una questione tutta interna alla Fiorentina semmai. Perché la realtà è che si discuterà dell'ingaggio di un calciatore valutato 40 milioni e, prendendo ad esempio gli altri mister 40 d'Italia e d'Europa, nessuno guadagna meno d'un milione. Ma neanche le cifre che ora la Fiorentina propone sicché (e non facciamone una questione etica, altrimenti tutto il calcio sarebbe da mutare) è comprensibile che chieda cifre importanti. Le parti ne parleranno, serenamente, ma quello di Cuadrado non è un caso perché la sostanza non cambia. Se Fiorentina e Lucci discuteranno pure di clausola rescissoria, significa che comunque il destino della Vespa è in una grande d'Europa, con pretese più decenti e meno ultraterrene da parte dei Viola.
Altro, quarto caso, c'è il punto sugli infortunati. Ora tocca anche a Micah Richards, in una stagione maledetta per la Fiorentina. E forse nasce da lì, il nervosismo di Montella. Da una preparazione che non gli è stata gradita, causa i troppi impegni imposti dalle tournèe e dalle amichevoli. Da lì, evidentemente, risposte piccate (e sbagliate) e altre cose che lo hanno mostrato nervoso. Però mica facile, guidare una Fiorentina monca. Zoppa. Sfortunata ed infortunata. Aggrappata, per fortuna, a due giovani splendenti come Bernardeschi e Babacar. L'augurio di Firenze è che bastino...
Di Marco Conterio
Responsabile di redazione, Tuttomercatoweb.com