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IN ATTESA DELLA PRIMA VERA FIORENTINA DI COMMISSO

di Stefano Prizio

La salvezza è più vicina e in casa viola è lecito si parli di futuro, di prospettive per la prossima stagione, a partire dal nome per la panchina, quest’anno un’alternanza degna di una telenovela di pessima qualità. Ma pensando al prossimo allenatore che certo non sarà Iachini, è legittimo domandarsi chi lo decida: il Ds Pradè come vorrebbe la buona prassi del pallone, Barone o, più probabilmente, il padrone Rocco Commisso?
E allora viene naturale rimandare la memoria, alla madre di tutti gli errori di questa travagliata stagione: perché si confermò Iachini? Per malinteso senso di riconoscenza da parte di Commisso? Perché il proprietario rimase impiccato al mito che la sua Mediacom non licenzia? Comunque andò così e andò male. Infatti il calcio ha regole diverse, Iachini, al termine della scorsa stagione, andava ringraziato e salutato, con una buona dose di grazia e cinismo, ingredienti indispensabili per fare calcio.

Stessa dose di grazia, cinismo savoir faire e decisione, ci vorrebbero adesso che la Fiorentina si muove per prendere il nuovo allenatore. E invece, come l’elefante in cristalleria hanno contattato Sarri, Gattuso, De Zerbi, forse persino Ranieri. Così facendo, la Fiorentina ha già mostrato all’ambiente tutto e  ai tecnici contattati, la propria indecisione. Nel mondo del pallone, pettegolo quanto altri mai, si sa tutto di tutti.
Il club viola fa quindi la figura di quel tizio che alla festa, fa il galletto con più donne, le corteggia, tasta il terreno, ma a fare così, il rischio più concreto è andare in bianco, quando non rimediare un secco  vaffa o un ceffone. E infatti pare proprio che coi suddetti allenatori, la Fiorentina abbia incassato più di un no, i più pessimisti già si domandano: non è che alla fine promuoveranno Aquilani?
Non crediamo davvero che l’inesperienza viola si spinga a tanto, è più probabile che una delle fanciulle sopra nominate, finisca per starci alle lusinghe del tizio che ci prova.

Stupisce però la confusione di idee, nella Fiorentina non si capisce chi decida, se un club ha un’idea chiara riguardo al tecnico, va dritto sull’obiettivo, a maggior ragione se è un club importante ed economicamente solido come la Fiorentina. Tutti e tre gli allenatori di cui sopra, hanno chiesto  la rivoluzione della rosa, del resto la Fiorentina ha una rosa che da tre anni lotta per la B, perciò forse è d’uopo rifondare il gruppo. Dopo due anni abbuonati perché il primo Commisso arrivò a Giugno, il secondo perchè c’era il Covid.

Adesso bisogna capire quale sia il  vero progetto sportivo della Fiorentina di Rocco Commisso,  perciò quella che viene, sarà la stagione della riprova. Quest’anno il club gigliato ha avuto fortuna che lo stadio fosse vuoto a causa del virus, altrimenti Commisso avrebbe udito i primi forti brusii o anche il fragore di una contestazione, il patron ha infatti mostrato chiaramente di metterci i soldi, ma i risultati sportivi sono stati negativi ed ha stupito la pervicacia nel non  rassegnarsi al fallimento degli uomini messi ai vertici del club, traendo le conseguenze e cambiandoli.
Adesso occorre aprire un ciclo nuovo che non può partire da calciatori a fine corsa come Ribery o Caceres, ma neppure da dirigenti che hanno già fatto male negli ultimi anni.

Non tutti i giocatori né gli allenatori o dirigenti, sono buoni per tutte le stagioni, Commisso deve rassegnarsi a questo dato di fatto, malgrado la sua personale visione della riconoscenza e il motto stucchevole che ‘ Mediacom non licenzia’. In attesa che il proprietario, persona schietta e amabile, si liberi dai lacci e lacciuoli in cui lui stesso si è impastoiato, Firenze aspetta, nel terzo anno della sua gestione, la prima vera Fiorentina di Rocco Commisso.