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IO STO CON DELIO ROSSI

di Niccolò Ceccarini

Lo dico subito, io sto con Delio Rossi. E ora più che mai penso che meriti sostegno e fiducia, visto il momento difficile. La sua storia recente parla per lui, è un ottimo allenatore, crede nell’efficacia del lavoro e sta facendo il possibile per  raddrizzare questa balorda stagione della Fiorentina. Vorrei che il vento soffiasse più deciso nella sua direzione e invece qualche dubbio comincia ad affiorare. Mi schiero totalmente con lui, perché sono convinto che miglior scelta la società viola non potesse fare. Anzi aggiungo che se la Fiorentina l’anno prossimo lo accontenterà sul mercato, gli metterà a disposizione insomma gli uomini giusti per esprimere la sua idea di calcio, torneremo a divertirci e Firenze potrà ritrovare il sorriso. Per certi versi mi ricorda Prandelli, per la sua meticolosità e l’applicazione sul campo. Mi viene in mente una frase di De Silvestri che mi ha colpito molto: “Per me è stato un maestro. Mi teneva mezz'ora-quaranta minuti oltre gli allenamenti a ripassare ogni cosa, gli devo tanto". Delio Rossi è questo. La differenza principale è che Cesare raccoglieva una squadra che aveva rischiato la retrocessione all’ultima giornata ma con la prospettiva di costruire un ciclo grazie anche alla spinta dei Della Valle e di una città intera. Da due anni purtroppo la Fiorentina sta vivendo una fase involutiva, che coinvolge tutto e tutti, per cui forse abbiamo sbagliato ad aspettarci da Rossi un miracolo o che lui magicamente risolvesse ogni problema. Qualcosa si è visto, un abbozzo di squadra, qualche buona prestazione, anche se limitata a un tempo non di più. Rossi mi piace perché ha affrontato con grande sincerità la situazione. Non  ha mai fatto proclami, anzi ha detto subito che questo sarebbe stato un campionato di “lacrime e sangue”. L’espressione non è molto appropriata al mondo del calcio, ma rende perfettamente l’idea. Ha capito che la nave era abbondantemente alla deriva e che l’unica soluzione era tappare qualche falla per non affondare. Insomma si è ritrovato a gestire le stesse difficoltà che ha avuto anche Mihajlovic e con onestà bisogna ammettere e rivalutare la posizione di Sinisa. Alla fine le responsabilità non erano solo sue. Sul piano dei risultati la Fiorentina non ha forse svoltato come tutti si auguravano, ma l’analisi deve essere un po’ più ampia. Mihajlovic era un po’ più rigido a livello tattico, Rossi ha tentato varie strade e adottato molti moduli. Il più gettonato è stato il 3-5-2 ma anche il 4-3- 3 a seconda del tipo di avversario e degli uomini in rosa. In carriera ha lanciato tanti giovani, ha costruito progetti vincenti per la dimensione dove allenava. Con la Lazio ha ottenuto un terzo posto, alzato una Coppa Italia ed è stato l’unico allenatore a “capire” fino in fondo uno come Zarate, genio e sregolatezza. A Palermo ha perso per un punto la Champions League , ha trovato la giusta collocazione in campo a Pastore, valorizzato Ilicic ed Hernandez. Il tecnico c’è, adesso è necessario arrivare alla salvezza, bene primario e assoluto. Una volta a 40 punti il primo pensiero dovrà essere per Delio e per la costruzione della “sua” Fiorentina. 

Niccolò Ceccarini

giornalista di Radio Toscana