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ITALIANO A QUOTA 100 VITTORIE. LA SQUADRA GIOCA BENE, MA SPRECA TANTO. MANCA ANCORA UNA MENTALITÀ VINCENTE. ILLUMINANTI LE PAROLE DI BARAK: NUOVO LEADER. JOVIC: MEGLIO IN CURVA CHE LO SCAVETTO. TRE FRONTI APERTI: IL FUTURO È ADESSO

di Mario Tenerani

La coppa ha lasciato in bocca un retrogusto agrodolce. La vittoria è stata la parte positiva. La settima consecutiva in Europa, un nuovo record per la Fiorentina. Vincere fa sempre bene, soprattutto aiuta a continuare a farlo. La faccia negativa invece è l’aver buttato via la possibilità, contro una squadra assai modesta, di blindare subito il passaggio del turno. Francamente se la Fiorentina avesse vinto con 5 gol di scarto non ci sarebbe stato niente da eccepire. Invece la solita Fiorentina, quella che macina gioco e brucia occasioni, si è ripresentata puntuale. La squadra crea, ma l’azione offensiva non trasforma quanto dovrebbe. 

Tutto questo nella notte in cui Italiano, giovane allenatore in carriera, ha toccato quota 100 vittorie tra i professionisti. Così spalmate: sono 36 in serie A, in B 17, in C 22 e 14 tra Coppa Italia generale (A, B e C), in Europa 8 e 3 nei play off. Traguardo importante e di buon auspicio per Vincenzo. Un tecnico che fino ad oggi ha fatto tutto da solo, scalando come gradini le varie categorie e facendo sempre molto bene. La prima stagione con molteplici difficoltà è stata proprio quella attuale, ma il bilancio, al momento, è in attivo: la Fiorentina, infatti, è in lotta su tre fronti. Evento che non si verificava sotto il Cupolone da tanto tempo. 

Il primo a non essere contento di un atteggiamento blando dalle parti del portiere avversario è proprio lui. “Siamo abituati - ha spiegato Italiano - ad avere certi blackout sotto porta. Siamo stati superficiali nelle prime due occasioni. Poi è chiaro che quando calci con un certo furore (rete di Barak, ndr) fai gol. Meno male perché ad un certo punto ho pensato che non avremmo nemmeno segnato…”.  

Addirittura più incisivo di Italiano, Toni Barak, arrivato a quota 7 gol stagionali. Ora è veramente calato nel contesto giusto, ha trascinato i tifosi e dopo la gara si è espresso da leader: “Mi dispiace che certe volte non andiamo al tiro con la giusta fame e la voglia di spaccare la porta, dobbiamo avere più personalità dentro l’area ed essere più decisi ognuno di noi”. Parole scolpite nella pietra. Non c’è da aggiungere altro, se non che ha capito più Barak a Firenze in pochi mesi, di altri presenti da anni… Lui quando ha calciato, ha impresso violenza alla conclusione e così ha eluso anche un tentativo di salvataggio sulla linea. C’è qualcosa di casuale in Barak? No, perché l’anno scorso da centrocampista ha segnato 11 gol in 29 partite. A prescindere dai ruoli, chi ha il gol nelle vene finisce spesso nel tabellino dei marcatori.  

Parliamo sempre di gesti tecnici, ci perdiamo in infinite dissertazioni tattiche, facciamo esegesi sullo schema più alla moda, perdendo di vista la stella polare del calcio: i protagonisti sul campo. Che al di là dei piedi più o meno educati trovano le proprie differenze nella mentalità, nella cultura della vittoria, nella fame di non accontentarsi mai, nel furore agonistico, nella voglia matta di abbattere pali e traverse, annichilendo i portieri. Batistuta non amava i gol belli, adorava semplicemente i gol. Godeva come un matto nel vedere scuotere la rete, anche in allenamento. Sparava palloni come fossero proiettili. L’irritante scavetto di Jovic a pochi metri dalla porta turca, Bati non lo avrebbe nemmeno immaginato.

A pochi centimetri dall’obiettivo avrebbe demolito tutto senza pensarci un momento. Ecco la sufficienza a cui ha fatto riferimento Italiano, ecco la voglia che manca di spaccare la porta di cui ha parlato Barak. Jovic e altri come lui, sia chiaro, sono carenti di mentalità, di furore, di veleno. Ed è un gran peccato perché a causa di queste lacune temperamentali la Fiorentina continua a perdere occasioni in serie. Per questa ragione sarà costretta a giocarsi i quarti di finale di Conference in Turchia quando avrebbe potuto e meritato agevolmente di chiudere la pratica a Firenze giovedì sera. Per questo motivo i viola galleggiano a metà classifica, senza infamia e senza lode. La prossima volta sarà meglio che Jovic tiri la palla in curva (almeno ci avrà provato) piuttosto che regalare la palla alle braccia del portiere. Le statistiche spiegano molto: nonostante la Fiorentina sia la seconda squadra di questo campionato per tiri tentati (403, meno solo del Napoli con 414), i viola hanno una percentuale realizzativa del 7,2 per cento. Solo 3 formazioni ne hanno registrata una inferiore finora, tra cui la Cremonese (6,6 per cento).

La mentalità vincente la devi avere dentro, ma la puoi anche costruire grazie al lavoro del tuo allenatore e alla filosofia della società. Sono presidente e dirigenti che devono infondere ogni giorno quel pensiero che sposta gli orizzonti. Se invece il concetto che passa è “qualsiasi cosa accada in fin dei conti va bene così”, allora non ci possono essere risultati. Ai giocatori si devono perdonare gli errori, ma non si può sorvolare sulla superficialità. Senza rabbia non ci può essere nessuna meta. 

Domani la Fiorentina ricomincerà da Cremona e la squadra di Ballardini, nonostante una classifica disastrosa, sarà un ostacolo più duro del Sivasspor. Ci piacerebbe vedere tanta concretezza, quella che non abbiamo scorto nell’ultima partita. Un modo per ripartire e anche per fare le prove generali in vista della doppia semifinale di Coppa Italia di aprile, sempre con la Cremonese. Tornerà Cabral - anche il brasiliano col Sivasspor ha fallito una facile occasione - al centro dell’attacco, ma la speranza è che a partita in corsa  Jovic ci regali meno colpi a effetto e più sporchi, purché vincenti. 

Nella Cremonese ci sarà Dessers, capocannoniere nella stagione scorsa in Conference (10 gol) col Feyenoord (finalista con la Roma), ma in campionato fermo a 5 centri in 19 gare. L’altra punta è Okereke, anche per lui 5 gol (23 gare). In panchina dovrebbe esserci Ciofani (4 reti in 22 partite). In pratica gli stessi numeri in A di Jovic (4 gol in 23 partite) e Cabral (5 reti in 20 presenze). Per fortuna la Fiorentina ha valori complessivi superiori alla Cremonese anche se vanno dimostrati sul campo. L’unica legge che tenga.