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ITALIANO ALL’ASSALTO DELL’INTER. DUNCAN NEL MEZZO IN VANTAGGIO, IKONE’ O SAPONARA PER UNA FASCIA. AVANTI CON PRADE’: DIESSE CONFERMATO. VLAHOVIC: NUOVE RICOSTRUZIONI

di Mario Tenerani

Non basta l’entusiasmo per vincere le partite che contano. Non basta nemmeno la voglia matta di fare risultato. Non basta la convinzione di spaccare tutto pur di ottenere un successo. Ma se ci sono questi tre elementi una squadra parte sicuramente meglio di un’altra. Le motivazioni smuovono le montagne. Italiano ne ha tante, potrebbe addirittura prestarne un po’. Le parole in sala stampa sono cariche, i gesti in panchina sono tarantolati, la sua fame di calcio è un inno al pallone, almeno per quelli che vibrano ancora per il calcio. Se la Fiorentina nel pomeriggio milanese avrà questo spirito per l’Inter non sarà facile farsi largo sulla strada per lo scudetto. Il branco viola è in sintonia con il suo allenatore, un rapporto osmotico che non azzera i limiti di una formazione, ma aiuta a superarne qualcuno. Lo scopo di un tecnico è farsi capire dai suoi uomini e Italiano sembra essere sul percorso giusto.

L’Inter è più forte della Fiorentina, non è necessario spiegarlo. E’ partita per difendere lo scudetto, non per la parte sinistra della classifica. Sono mondi diversi, nerazzurri e viola, ma il racconto del campionato ci dice come le due realtà siano un po’ meno distanti rispetto all’estate scorsa. I primi hanno rallentato un po’, mentre i secondi hanno espresso un impianto di gioco tra i più interessanti in Italia anche se la serie A resta indietro rispetto ai più importanti tornei continentali. La pessima figura di una Juve mediocre in Champions, contro il Villarreal settimo nella Liga, è la fotografia più nitida di cosa sia adesso il nostro campionato. Almeno, però, la Fiorentina si sforza di giocare un calcio godibile, aggressivo, offensivo, rispetto al vuoto pneumatico di quello della Juve e pure di altri.

Brozovic sarà un assente pesante per Inzaghi, è la mente dei nerazzurri, l’ingranaggio che fa girare tutto. Probabilmente al suo posto sarà dirottato Calhanoglu, con Barella e Vidal ai lati. Dietro l’altra pedina mancante sarà De Vrij, il terzetto difensivo vedrà l’ex viola D’Ambrosio, Skriniar e Bastoni. Ai lati della mediana Dumfries e Perisic, in attacco due da tenere sotto controllo, Lautaro e Dzeko. Italiano che alle sorprese ci ha abituati costantemente, dovrebbe giocare con Terracciano, poi Odriozola, Milenkovic, Igor e Biraghi (complimenti al capitano, convocato ancora in Nazionale). Torreira in cabina di regia con Castrovilli e uno tra Duncan e Maleh, ma l’ex Sassuolo sembra favorito. Piatek e Gonzalez dovrebbero essere sicuri, quindi uno tra Ikonè e Saponara. Ma ci sarebbe anche Sottil

I risultati della Fiorentina, a dieci partite dalla fine, sono più che buoni, la stagione per adesso è largamente positiva. Per questo e altro il diesse Pradè che in passato era stato al centro di molte critiche, incassa le proprie soddisfazioni e viene confermato dalla società. Il team del mercato resterà invariato. I dirigenti lavorano già in vista della prossima stagione senza sapere ancora se i viola saranno in Europa o no. Me certamente per la crescita della Fiorentina si dovranno individuare opportuni rinforzi, a prescindere.

Ieri il Corriere dello Sport ha fatto un’intervista esclusiva con Arrivabene, ad della Juventus. Il manager ha offerto la propria versione sull’affare Vlahovic. Ha spiegato perché la società bianconera abbia accelerato a gennaio. La Juve aveva avuto sentore che a giugno club inglesi e spagnoli avrebbero scatenato un’asta per prendere il serbo e i bianconeri sarebbero stati tagliati fuori sul piano economico. Il rischio di perderlo era elevato. Inoltre ha raccontato di aver prima parlato con Barone, trovando l’accordo, e poi con gli agenti di Vlahovic, forte del consenso del centravanti a trasferirsi in bianconero.  

Questa è la ricostruzione di Arrivabene. Sicuramente una verità di parte, come lo sono in generale tutte le verità fornite dalle società. Ogni club racconta la storia come vuole. Ma mentre torna il discorso della possibile asta a giugno e della paura di essere fatti fuori, pare invece poco verosimile che la Juventus non avesse un accordo da tempo con i procuratori del centravanti anche se Arrivabene lo ha negato.
Morale: prendiamo atto che ogni volta emergono tasselli nuovi di un mosaico complesso. E ognuno, in base agli elementi raccolti, si faccia la propria opinione. Maneggiando con cura le ricostruzioni parziali.