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ITALIANO, ECCO COME BLINDARE L’ALLENATORE PER APRIRE UN CICLO. IL CONTRATTO E I COMANDAMENTI DEL TECNICO CHE IL CALCIO INVIDIA ALLA FIORENTINA. SEDICI PUNTI IN PIÙ SONO UN RECORD. ODRIOZOLA, LA STRATEGIA PER TENERLO

di Enzo Bucchioni

Sedici punti in più in classifica rispetto alla scorsa stagione: scelgo ancora i numeri per raccontare quello che di grande sta facendo la Fiorentina. Evidentemente mi sono innamorato dei numeri… e pensare che credevo di essere un poeta. Vabbè… Poi ci sono quelli che i numeri li danno, come abbiamo visto nel dopo Vlahovic e nel dopo Lazio, ma quello è un altro discorso. I numeri, quelli veri, raccontano di un miracolo sportivo straordinario e alla ricerca dei meriti la saggezza consiglia di mettere dentro tutti, dalla società Fiorentina ai giocatori, all’allenatore. Ovvio. Banale. Credo però che il cambiamento e tutto quello che sta succedendo, come scritto da sempre, abbiano un nome e un cognome precisi: Vincenzo Italiano.

E’ evidente, e lo abbiamo sottolineato partita dopo partita da Moena in poi, che questa squadra abbia una personalità forte e una identità di gioco frutto del lavoro e delle idee del suo allenatore. Italiano ha portato una mentalità nuova e un modo moderno e coraggioso di fare calcio nel quale si sono riconosciuti immediatamente i giocatori. Da lì è cominciato tutto e con le ovvie difficoltà che ci sono state e ci saranno ancora, questa squadra è cresciuta enormemente fino ai risultati che sta ottenendo.

Se pensiamo che soprattutto all’inizio del campionato c’erano in campo nove-dieci giocatori di quelli che avevano faticato a salvarsi l’anno precedente, non possiamo non dare grandi meriti proprio all’allenatore. Lui prima di tutti sa e noi sottolineiamo che la strada è appena cominciata, sette mesi di lavoro sono pochissimi per un progetto calcistico ambizioso, c’è moltissimo da fare e tutti i giorni qualcosa da migliorare, ma la strada è quella giusta. Italiano ha dalla sua anche il carattere sanguigno, diretto, poca apparenza tanta sostanza, che piace a Firenze e il feeling con la piazza è stato automatico.

E’ travolgente e coinvolgente anche per il modo di stare in panchina, la capacità di rapportarsi con l’evento e con la squadra. Insomma, dopo tanti errori nella scelta dell’allenatore, finalmente è stato centrato l’obiettivo e ora stanno arrivando tutti, anche i voltagabbana di ogni giorno, quelli che fino a pochi giorni fa attaccavano subdolamente… E spero che Rocco Commisso ora abbia capito che se una statua a piazzale Michelangelo andrà fatta, sarà per qualche altro…

In attesa, ora la domanda è un’altra: come fare a blindare l’allenatore che tutti invidiano alla Fiorentina e già all’attenzione di tutti? Come fare a tenerlo qui con un progetto pluriennale che riporti nel giro di qualche tempo la Fiorentina in Champions League e in lotta per grandi obiettivi? Intanto diciamo che Italiano ha un contratto fino al 2023 con una opzione per la terza stagione. Attualmente guadagna circa un milione di euro, ma con bonus relativi al rendimento della squadra.

Burocrazia a parte, sento dire da più parti “facciamogli un contratto a vita”, solite esagerazioni, oppure “blindiamolo per almeno cinque anni” e robe del genere. L’entusiasmo va cavalcato, come la passione. In questo momento va bene tutto e i soliti populisti impazzano e sguazzano in certe situazioni. Titoli e fondi si sprecano con l’obiettivo di sembrare più tifosi di tutti, ma i tifosi in genere sono più avanti. E non dimenticano.

Allora, anche qui serve un semplice ragionamento. Non avete ancora capito che oggi i contratti nel calcio servono a poco? Non è bastato l’affare Vlahovic? Ma soprattutto non vale quando si parla di un allenatore. Per restare in una piazza e dare il massimo il tecnico deve essere in sintonia con la società, con la squadra e con la piazza, non lo si può obbligare e un contratto non vincola nessuno. Anzi, per la società potrebbe diventare perfino penalizzante. Poi lo devi pagare… Dunque non fatevi incantare da chi parla di firme e accordi a lungo termine. Strada inutile.

Italiano è bravo, ha dimostrato di saper gestire la squadra e le pressioni anche in una piazza esigente e difficile come Firenze, sappiamo anche della sua giusta ambizione, della voglia di crescere, di fare sempre meglio. Da qui bisogna ripartire per analizzare la questione.

E quello che è successo nello Spezia è la dimostrazione che i contratti servono a poco. Sapete perché l’allenatore ha divorziato con lo Spezia? Credo di averlo già scritto, ma lo ripeto. Non è stata colpa della Fiorentina, le frizioni erano cominciate prima e lui s’era pentito di aver firmato poco dopo averlo fatto. Perché? Semplice. Aveva capito che con il cambio di proprietà le promesse che gli erano state fatte non sarebbero state mantenute. I giocatori che aveva chiesto non sarebbero arrivati. Erano stati frustrati i suoi programmi di crescita e le sue ambizioni.

Dunque la Fiorentina, più dei contratti, dovrà accompagnare e assecondare i programmi del tecnico. Alzare l’asticella. Alzare gli obiettivi. Fare dell’ambizione un motore potente da mettere a disposizione dell’allenatore. Italiano è felice a Firenze. Si sta esaltando. Tenerlo qui ancora diverso tempo non sarà difficile se la Fiorentina avrà voglia di crescere. E lui sa benissimo che in questa situazione può lavorare tranquillo e aumentare il suo potenziale, potrà togliersi soddisfazioni. Chi da tanto, riceve tanto da Firenze. La storia di Prandelli e dei suoi anni belli è la prima che mi viene in mente. Storia d’amore.

Poi diventa normale, anche contrattualmente, riconoscere economicamente il valore dell’allenatore. Se lo vuoi tenere deve essere contento in tutto e per tutto (ricordate il divorzio con Montella del 2015?), ma questo la Fiorentina lo sa benissimo e non è tema di discussione. Insomma, mi verrebbe da sintetizzare così: fate la squadra per fare l’allenatore. Lui non ha altro in testa. Tornando al suo lavoro e quello che sta succedendo alla squadra, voglio citare Piatek. Senza ritornare a quelli che “senza Vlahovic crolla tutto”, si sono già ricoperti da soli, vorrei ricordare che un modesto N’Zola l’anno scorso nello Spezia con Italiano ha segnato undici gol. Quest’anno in pratica è sparito.

Vlahovic è forte di suo, ma sono i movimenti, è il gioco della Fiorentina che esalta i valori dei giocatori e mette il centroavanti nelle condizioni ideali. Dicevo Piatek. Ha segnato cinque gol fra campionato e coppa, una media alta. Ma soprattutto lavora per la squadra, torna, fa a sportellate, apre gli spazi, cose che mai gli avevo visto fare: in un mese è cresciuto. Ma da Sottil a Biraghi, da Maleh a Igor, a Odriozola, sono cresciuti tutti. I giocatori forti come Nico poi ci sono, ma è il gioco che funziona e l’ho scritto ormai mille volte e mi scuso, fin da un anno fa quando proprio qui scrissi più volte “andate a prendere Italiano” dopo averlo visto lavorare nello Spezia.

Contro l’Atalanta è stata dura, loro tatticamente hanno giocato molto bene. E quando è stato necessario la Fiorentina è stata più umile. Qualche palla in tribuna di più. Qualche rinvio lungo del portiere. E’ crescita anche questa. Non si può imporre il gioco per novanta minuti, bisogna gestire, capire, interpretare i momenti della gara e anche su questo vedo miglioramenti. Il patto dello spogliatoio del quale vi avevo parlato una settimana fa ora è evidente ed è stato rivelato: questa squadra vuole l’Europa per dimostrare che è forte anche senza Vlahovic. Poi vedremo, ma l’obiettivo alto fa parte del lavoro mentale dell’allenatore. Con entusiasmo e con il lavoro, senza presunzione, ma con grande determinazione si può.

E la società si sta preparando anche al futuro, spinta dall’entusiasmo di Rocco che finalmente raccoglie sorrisi. L’obiettivo sarà consolidare questa squadra sistemando per prima cosa i prestiti e i contratti, poi in estate arriveranno altri due-tre giocatori importanti. Fra i temi in discussione c’è anche il futuro di Odriozola, uno dei migliori esterni di destra del campionato. Che succederà? Il Real lo segue, ma se resterà Ancelotti il terzino non tornerà a Madrid. E allora?

Difficile comprarlo ora, la richiesta è attorno ai venticinque milioni, tanta roba. Il giocatore però vuol restare e allora si sta lavorando sul rinnovo del prestito per un altro anno, magari prestito oneroso, per avere più tempo per ragionare con il Real Madrid che, da parte sua, comunque può tenere ancora legato il giocatore per evitare altri casi Theo e Hakimi. Soluzione intelligente ben sapendo che se la Fiorentina crescerà fra un anno sarà tutto più facile, anche avere più risorse per il Real. C’è ottimismo e anche il David applaude…