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ITALIANO, LO SPEZIA NON MOLLA. ECCO PERCHÉ NON SI CHIUDE. SERVE IL DIFENSORE RANIERI PER LIBERARE LO STAFF. LA VERITÀ DI GATTUSO: NON È COLPA DI MENDES. LA SENSAZIONE CHE BARONE E PRADÈ NON LO VOLESSERO. ANTOGNONI, UN IMPERDONABILE AUTOGOL

di Enzo Bucchioni

Vincenzo Italiano quasi sicuramente sarà il prossimo allenatore della Fiorentina, ma chiudere l’operazione è sempre più complicato: la Fiorentina è incartata, Pradè come al solito non trova una soluzione percorribile e accettabile, mentre il tempo passa inesorabile. Un’altra giornata di estenuanti trattative si è così risolta senza un accordo anzi, la situazione si è ulteriormente incasinata.  Lo Spezia indispettito per l’assalto della Fiorentina al suo allenatore non molla di un centimetro. Cerchiamo di capire.

Dopo la clamorosa rottura con Gattuso e i no di Fonseca prima e Garcia dopo, la dirigenza viola s’è buttata decisamente su Italiano, un allenatore giochista in carriera che soltanto pochi giorni fa aveva rinnovato con lo Spezia per altri due anni. L’allenatore ha dato il suo ok alla dirigenza viola, ma la società ligure, da qualche mese di proprietà di un americano come Rocco, non l’ha presa affatto bene. Il tradimento di Italiano è evidente e la rabbia verso di lui palpabile, ma anche l’interferenza della Fiorentina in casa d’altri ha indispettito parecchio il club ligure. Morale?

Nessun accordo, nessuna intesa, nessun gentleman agreement è possibile: lo Spezia vuole solo monetizzare la beffa patita. Nel contratto di Italiano, è vero, c’è una clausola rescissoria fissata a un milione di euro, ma era stata messa in previsione futura, magari per l’estate prossima visto che l’accordo era biennale. Nessuno avrebbe pensato a una vicenda del genere. La Fiorentina comunque, incurante delle polemiche, ha deciso di andare avanti, pagare questo milione e liberare Vincenzo Italiano

Ieri sembrava la giornata buona per chiudere quando invece i dirigenti della viola che ne stanno inanellando una dietro l’altra, si sono trovati davanti a una sorpresa. L’ennesima. La clausola rescissoria vale solo per liberare l’allenatore, non lo staff che resta tesserato. Trattasi di un gruppo di lavoro al quale Italiano tiene molto, composto da otto persone, una delle quali, il vice allenatore Daniel Niccolini, è il figlio del capo degli osservatori della Fiorentina. Che fare? Italiano ha fatto ovviamente sapere alla Fiorentina che senza il suo staff non si sarebbe mai mosso dalla Spezia e ieri il tema è stato questo. 

E’ iniziata una estenuante trattativa con lo Spezia che non si scolla di un centimetro da una richiesta precisa: il cartellino di Luca Ranieri. Per liberare lo staff di Italiano la società ligure ha chiesto questo giovane difensore dell’Under 21, spezzino di nascita e cresciuto nella locale società del Canaletto, che Transfermarkt valuta attorno ai 2,5 milioni di euro. Pradè ha cercato di offrire Saponara, poi ha cercato di accordarsi sulla metà del cartellino di Ranieri, ma fino a ieri sera a tarda ora la fumata bianca non era ancora arrivata. Come detto lo Spezia è avvelenato e non molla. Sa benissimo che la storia con Italiano è finita, comunque non tornerà sulla panchina degli aquilotti, ma vuole uscire con piena soddisfazione. La Fiorentina non vorrebbe privarsi di Ranieri, 21 anni, un talento in crescita che l’anno scorso ha fatto bene in serie B alla Spal, ma non ha altre soluzioni. Se queste dovessero essere le basi per chiudere e portare Italiano a Firenze, l’operazione verrebbe a costare tre milioni e mezzo, alla fine forse conveniva pagare la commissione a Mendes per l’acquisto di Oliveira. Ma ormai è andata e questa è la programmazione della Fiorentina, purtroppo si naviga costantemente a vista.

Non so se è più imbarazzante la litigata con Gattuso e dopo vi rivelerò alcune cose che aiutano a capire cosa è realmente successo, o questa rincorsa affannosa all’allenatore dello Spezia. Attenzione, dello Spezia e non del Real Madrid. Che è un po’ come ammettere un fallimento e la totale mancanza di idee.

Non critico Italiano, sia chiaro. E’ un allenatore interessante, lo Spezia s’è salvato grazie al gioco moderno, al coraggio, alla personalità e questo allenatore ha dei numeri. Non torna il fatto che a fine giugno, ancora una volta, la Fiorentina è in alto mare. Troppi allenatori che dicono no, altri che non piacciono forse perché hanno spiccata personalità, ridursi a rubare l’allenatore allo Spezia da l’idea dello spessore di questa dirigenza e quello che stupisce è Rocco Commisso ormai assuefatto a errori e cose che sanno poco di calcio. Tornando a Italiano, con modalità diverse, avrebbe potuto anche essere un’ottima scelta. Ora, purtroppo, diventerà un ripiego se le cose non dovessero andare bene da subito.

Una società con delle idee e lo abbiamo scritto in tempi non sospetti, avrebbe dovuto investire su Italiano a gennaio. E’ un emergente, può davvero fare bene, ma sono le modalità che non tornano. A gennaio o a febbraio avresti potuto programmare, ti saresti buttato su giocatori adatti al suo calcio, avresti fatto nascere un progetto calcistico. Gattuso era ancora più valido, è vero, ma sono state sbagliate troppe cose e spero che Rocco se ne renda conto visto che Rino era l’allenatore che voleva e il suo idolo dei mondiali del 2006.

Fonti della Fiorentina hanno fatto trapelare che la rottura con Rino è dovuta allo strapotere del suo procuratore Mendes, sui giocatori da comprare e sulle commissioni. Se questo fosse il tema, la Fiorentina avrebbe fatto benissimo. E’ ora che su certi potentati, su enormi guadagni e condizionamenti esercitati intervengano Fifa e Uefa, ma lo diciamo da anni senza successo. La Fiorentina ha acceso i riflettori su un problema e ha fatto bene, non solo Mendes sono anche altri i protagonisti di questo calcio che ci piace zero.

Ma Gattuso non è il tipo di allenatore che lavora per avvantaggiare i procuratori, probabilmente non avvantaggia neppure sé stesso, ma pensa soltanto al lavoro. Lo dice la sua storia, lo dicono i soldi che ha lasciato in Grecia, al Pisa, al Milan. Risponderà lui stesso, è furibondo per questo tentativo di infangare la sua immagine, ma lo farà probabilmente soltanto quando sarà libero dal vincolo con il Napoli che scade il trenta giugno. Cosa sarebbe successo allora?

Sta filtrando anche la versione del tecnico che ha sempre avuto la sensazione di essere fortemente voluto da Rocco Commisso e l’accordo lo ha fatto con lui, ma molto meno da Barone e Pradè. Durante le telefonate fra marzo e aprile, ma anche oltre, le discordanze sui programmi sono sempre state evidenti. I dirigenti hanno sempre parlato di una squadra da ritoccare, lui invece ha sempre chiesto una squadra profondamente rinnovata, a cominciare dal portiere. S’è arrivati fra alti e bassi fino al sedici maggio, partita con il Napoli, quando Rino ha avuto brutte sensazioni dall’aggressione verbale nei suoi confronti. Sensazioni che come ha raccontato ad amici “mi hanno fatto venire le farfalle nello stomaco”, la voglia di dire no. E così ha fatto il diciassette di maggio. Poi, per rispettare la volontà di Rocco, Barone e Pradè aiutati da altri personaggi del calcio, Davide Lippi compreso, sono riusciti a convincere Gattuso a fare la pace e accordarsi con la Fiorentina. 

“Mi cercava anche la Lazio, ma mi voglio fidare di Commisso, Firenze è una piazza esaltante e rilanciarla può essere stimolante” ha confidato a un amico all’epoca. Poi ha anche aggiunto: “Sanno che squadra voglio, se non la faranno me ne andrò presto”.

Giorno dopo giorno sarebbero arrivate le difficoltà operative. Certi giocatori non graditi dichiarati incedibili. Altri scomparsi dalla lista degli acquisti. E poi i ritardi. L’allenatore avrebbe voluto la squadra quasi fatta per il ritiro, ma ha capito che non l’avrebbe avuta. Sui giocatori di Mendes non ci sono stati aut aut. Oliveira piaceva è vero, ma fosse arrivato un altro giocatore con caratteristiche simili per Gattuso sarebbe stato lo stesso. Non a caso a Napoli non c‘era neppure un giocatore di Mendes. Gattuso, sempre secondo indiscrezioni del suo ambiente, avrebbe anche capito che la volontà di non cambiare troppo la squadra era dovuta anche alle difficoltà di mercato. I dirigenti hanno già più di trenta giocatori da vendere, aggiungerne altri sarebbe stato come incartarsi senza trovare via d’uscita. Forse piaceva un allenatore più malleabile, ma la rabbia di Gattuso deriva dal fatto che tutte le cose erano state dette prima dell’accordo e alla fine sostanzialmente accettate. 

Torniamo quindi alla domanda: perché prendere un allenatore come Gattuso se poi non lo si accontenta nei giocatori e nei programmi? E poi, non sapevate che procuratori come Mendes hanno i loro sistemi, deprecabili ma conosciuti? Questa versione fa il paio con quella della Fiorentina. Speriamo di conoscere presto la verità-vera. Comunque brutte vicende, gestite come peggio non si potrebbe.

Ora Italiano rischia di diventare un piano B ed è un vero peccato perché l’allenatore ha talento. Di sicuro sarà più facile fare mercato, capace che si accontenti dei giocatori che ci sono e la squadra la tornino a fare Barone e Pradè. Sarebbe un errore colossale, spero Rocco analizzi bene la situazione senza fidarsi troppo della linea Firenze-New York. Se provasse a chiedere in giro? 

Anche la vicenda Antognoni è imbarazzante. Abbiano criticato per anni i Della Valle, ma almeno loro hanno avuto l’onesta intellettuale di dire che preferivano fare a meno delle bandiere. Giusto o sbagliato, era una posizione. E’ invece inaccettabile proporre a una figura come Giancarlo Antognoni un ridimensionamento del ruolo, proporgli cose offensive per la sua storia, la sua cultura calcistica, la persona e quello che rappresenta per Firenze e per la Fiorentina. Se per Barone e Pradè uno come lui non serve più basterebbe avere il coraggio di dirlo. Lo facciano. Ora, pare, potrebbe esserci un ripensamento con un’offerta più dignitosa. Antognoni aspetta, ma l’addio sembra scritto. Purtroppo.