JACK E NICO TRASCINANO LA NAZIONALE. SAREBBERO UNA COPPIA DA SOGNO A FIRENZE. TUTTI STUDIANO I VIOLA, SERVONO CONTROMISURE. CHE TRAGUARDO ULTRAS73, 50 ANNI DI FIESOLE. ADDIO FABRIZIO, GIORNALISTA GENTILUOMO
Ci aspettavamo una grande prova di Bonaventura, al ritorno in azzurro dopo 3 anni, ma siamo andati oltre le più rosee aspettative. Il viola è entrato subito nelle pieghe della gara e a metà primo tempo, un destro di cachemere, ha indicato la strada alla goleada dell’Italia. Qualità, personalità, carisma, Jack è stato tutto questo. La sua è stata una partita rotonda, farcita di tante cose buone.
L’Italia lo ha felicemente riscoperto, Firenze lo conosceva già bene. Il suo inizio di stagione è fantastico, speriamo che questo stato di grazia si dilati il più possibile. Firenze ha tifato per Bonaventura e quando la rete si è gonfiata è venuto spontaneo alzarsi dal divano ad applaudire. Il volto semplice di un calcio dove la la normalità purtroppo è eletta a fenomeno straordinario. Con un Bonaventura così Italiano può sperare di portare la Fiorentina sempre più avanti, magari ponendosi traguardi che francamente fino a poco tempo fa parevano inimmaginabili.
Jack ha trascinato l’Italia insieme a Nico, sì Berardi. L’uomo dei rimpianti dei tifosi viola. Un ex obiettivo, come ormai si dice in gergo, di grande valore. L’esterno offensivo si è ripresentato in Nazionale con una doppietta delle sue: ha aperto il sinistro, piede felice, disegnando una pennellata degna di Picasso e dopo ha usato anche il destro, tanto per far capire che quando il gol ce l’hai nel sangue anche se sei mancino si può fare tutto. In quanti hanno pensato in quegli attimi, forse tutti, che se la coppia, Jack e Nico, venisse riproposta a tinte viola, nascerebbe una bela tela, insomma un capolavoro. Firenze smetterebbe anche di parlare dei (non) gol dei centravanti perché tra Gonzalez, Bonaventura e Berardi servirebbe il pallottoliere per rifare i conti. Un divertimento pazzo per chi vive di numeri e statistiche. Berardi è stato un sogno per almeno due stagioni, in tutto 4 sessioni di mercato, e ha tutta l’impressione di restare tale. Anche perché a gennaio la Juventus potrebbe catturarlo. Se così non fosse che spettacolo sarebbe se la Fiorentina tirasse fuori la zampata vincente, un regalo per Firenze, profumato di Champions.
Durante la sosta del campionato si è parlato tanto del caos scommesse, della reazione della Nazionale di Spalletti e di quanto è bello il gioco della Fiorentina. E’ salita l’attenzione mediatica nei riguardi dei viola, Italiano analizzato in tutte le sfaccettature. Siamo in serie A e questo torneo si alimenta di tattica, astuzie, mosse e contromosse. Lanci uno schema o una giocata e tutti la copiano o cercano di disinnescarla.
La Fiorentina di Italiano è studiata, in ogni sua declinazione. Se da un lato c’è un motivo di legittimo orgoglio dall’altro l’allenatore viola è chiamato a preparare le opportune contromisure. Una partita a scacchi. Forse ce ne accorgeremo già alla ripresa del campionato, quando i viola affronteranno al Franchi l’Empoli, lunedì sera nel primo derby stagionale.
Sabato 14 ottobre gli Ultras ’73, quelli che dettero vita al romanzo meraviglioso della Curva Fiesole, hanno festeggiato il traguardo dei 50 anni. Proprio il 14 ottobre 1973, dopo una vittoria della Fiorentina contro il Genoa a Marassi, gol di Walter Speggiorin, su treno di ritorno i ragazzi del Viola Club Pignone ebbero l’idea di formare un gruppo che potesse difendere i colori viola attraverso tifo e amore in ogni parte d’Italia e non solo. Il medesimo pensiero lo ebbero anche altri giovani di Coverciano e le anime si unirono facendo nascere gli Ultras, guidato da un leader carismatico come Stefano Biagini, detto “Il Pompa”. Due giorni fa a Grassina, nel teatro della Casa del Popolo, i giovani di allora si sono ritrovati dando vita ad un incontro semplice e profondo, all’insegna della sconfinata passione per la Fiorentina e del senso di appartenenza. L’occasione per presentare un libro davvero unico scritto da Piero Papini: “La Fiesole al tempo degli Ultras 1973-1983”. Un romanzo fotografico con oltre 2600 istantanee spalmate in 650 pagine. Presenti all’incontro anche Giancarlo Antognoni e Moreno Roggi, icone viola di quel periodo incredibile. Grande commozione e bellissimo l’abbraccio con i rappresentanti dei club che hanno raccolto, in epoche successive, il testimone degli Ultras: prima Collettivo e adesso 1926. Volti di ieri e di oggi saldati da amicizia e spirito di vicinanza alla maglia viola.
Purtroppo, sempre sabato, ci ha lasciati Fabrizio Borghini, giornalista, scrittore, esperto d’arte e di cinema, innamorato pazzo della Fiorentina. Un uomo colto e di rara gentilezza, apprezzato e stimato da tutti a Firenze. Chi scrive lo ha incrociato all’inizio del percorso professionale e a lui deve un doveroso grazie. Fabrizio è stato espressione di un'autentica fiorentinità. Un bacio in cielo.